Le province di Palermo e Catania risultano essere tra le province italiane con il maggior indice di criminalità su base nazionale. A stabilirlo l’indice della criminalità 2024 elaborato da Il Sole 24 Ore che non lascia scampo alle due più popolose città siciliane.
Molto peggio, invece, è andato al Nord Italia: Milano, Roma e Firenze le principali città per numero di denunce. Napoli soltanto dodicesima su base nazionale e prima del Sud Italia. Caltanissetta, a sorpresa, la prima provincia italiana per minacce e danneggiamento seguito da incendio.
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Se Palermo (21esima) – che perde tre posizioni nell’indice di criminalità rispetto allo scorso anno anche a causa della sua movida violenta – ha fatto registrate oltre 48 mila denunce, poco meglio è andata alla provincia etnea – che invece guadagna una posizione – con circa 41 mila denunce totali (24esima). Subito dietro si piazza Siracusa. Ma come è andata alle nove province dell’Isola e quali sono state le criticità emerse dall’incrocio statistico, lo scopriamo in questo approfondimento del QdS sull’indice di criminalità in Sicilia.
Indice di criminalità: le province più a rischio
La situazione a Palermo
Palermo e Catania continuano a dominare la classifica delle province siciliane con il più alto indice di criminalità, in particolare per quanto riguarda i reati contro il patrimonio e gli atti di violenza. Le due città metropolitane affrontano sfide significative legate alla gestione dell’ordine pubblico, con una media di denunce per 100.000 abitanti tra le più alte d’Italia. Furti, rapine e violenze personali rappresentano le categorie di reato più diffuse, richiedendo un costante monitoraggio da parte delle autorità locali.
I reati legati alla microcriminalità e agli atti vandalici sono tra i più denunciati in entrambe le città. Senza sorpresa, Palermo si piazza terza per reati legati all’”associazione per produzione o traffico di stupefacenti” (6), settima per reati di “associazione di tipo mafioso”, quinta per numero di rapine negli uffici postali (7). Critica la situazione anche per furti, rapine, estorsioni ma soprattutto atti estorsivi come il danneggiamento seguito da incendio.
I dati a Catania
Anche Catania si trova in una situazione simile a Palermo per quanto riguarda l’indice di criminalità, con alti tassi di reati violenti e patrimoniali. Rapine, furti d’auto e scippi sono all’ordine del giorno, soprattutto nelle aree più periferiche. Negli ultimi anni, si è assistito anche a un incremento della criminalità organizzata, che continua a esercitare una forte influenza sul territorio. Le autorità locali stanno cercando di intensificare le operazioni di contrasto, ma la situazione resta difficile da combattere.
Numeri alla mano, furti (20.415), delitti informatici (816), rapine in uffici postali (6), associazione di tipo mafioso (4), rapine (391) ed estorsioni (256) fanno della città etnea una metropoli nella quale il crimine si diffonde in maniera sempre più capillare su tutto il territorio. E la brava gente si ritrova sempre più spesso faccia a faccia con personalità poco raccomandabili. Sempre tenendo conto delle sole denunce presentate: un numero che nelle realtà più complesse tende a essere di molto ridotto rispetto alla reale presenza criminale.
Siracusa: reati economici in crescita
Come detto subito dopo le due metropoli siciliane per indice di criminalità troviamo la provincia di Siracusa (25esima). Siracusa sta affrontando una crescita dei reati economici, in particolare truffe e frodi informatiche. Questo fenomeno, strettamente legato alla diffusione delle tecnologie digitali, sta diventando una vera emergenza per la provincia.
La città di Archimede si piazza addirittura al nono posto su base nazionale per denunce su 100.000 abitanti per numero di tentati omicidi (3,1), sesta per minacce (184,3), sedicesima per lesioni dolose (130,9), quattordicesima per stupefacenti (70,6) e rispettivamente sedicesima e ottava per estorsioni (23,5) e danneggiamento seguito da incendio (44,3). Segnali che non lasciano dormire sonni tranquilli sulla diffusione della criminalità su tutto il territorio.
Trapani: mafia, estorsioni e minacce
Bisogna scorrere altre 20 posizioni per riuscire a trovare la quarta provincia siciliana. Trapani si posiziona al 46esimo posto, recuperando ben dieci posizioni rispetto allo scorso anno. Sono 13.849 le denunce totali registrate, anche qui però alcuni reati portano la provincia sotto la luce dei riflettori a livello nazionale. Trapani è addirittura sesta per reati di associazione di tipo mafioso (3), settima per estorsioni (118), decima per danneggiamento seguito da incendio (162) e nona per minacce (746).
Ragusa e Caltanissetta: Omicidi, minacce e tentati omicidi
Ragusa è una delle province che, negli ultimi anni, ha visto un miglioramento delle condizioni di sicurezza. I furti nelle abitazioni sono diminuiti, così come i reati legati alla microcriminalità. Tuttavia, il territorio non è immune al traffico di droga e al contrabbando, con l’area portuale spesso utilizzata come punto di ingresso per attività illegali. Anche per questa ragione, la provincia iblea si piazza al 55esimo posto della classifica sull’indice di criminalità a livello nazionale.
A pesare sono il numero di omicidi compiuti nella provincia (3), che la fanno balzare al diciassettesimo posto in classifica e il numero di danneggiamento seguito da incendio (51), ventiseiesima su base nazionale. In totale sono state poco meno di diecimila le denunce registrate nel corso dell’ultimo anno. In aumento anche le denunce per minacce (403) e lesioni dolose (366).
Due posti dietro si posiziona Caltanissetta: 57esima su scala nazionale per via delle 7.631 denunce registrate e con un miglioramento di sette posizioni. La provincia è però addirittura terza in classifica generale per numero di tentati omicidi (11) ed è incredibilmente la prima provincia italiana per numero di denunce per minacce (561) e per danneggiamento seguito da incendio (172). Provincia nissena quinta per associazione per produzione o traffico di stupefacenti (1) e lesioni dolose (383). Molte denunce anche per reati legati a incendi (67).
Messina: terra di passaggio e di relazioni tra Ndrangheta e Cosa Nostra
Pur non raggiungendo i livelli di criminalità di Palermo e Catania, la terza città siciliana per numero di abitanti e porta della Sicilia, presenta molteplici problematiche connesse con il numero di reati registrati sul territorio. In aumento ci sono le rapine e i furti nelle abitazioni, spesso commessi da bande locali. I reati legati alla droga e all’immigrazione clandestina sono in crescita, e le forze dell’ordine stanno cercando di contrastare il fenomeno con operazioni mirate sul territorio.
Messina (16.624 denunce) si distingue come una delle realtà urbane più sicure sia in Sicilia che in Italia. Classificata all’81esimo posto generale per indice di criminalità tra le 106 province italiane, la città peloritana emerge per la bassa incidenza di crimini rilevanti. Città di passaggio, secondo le ultime relazioni della DDA, proprio in riva allo Stretto si consumano gli scambi di favori tra colletti bianchi, Ndrangheta, Cosa Nostra barcellonese e mafia catanese.
La città dello Stretto è settima per associazione per produzione o traffico di stupefacenti (2), diciottesima per tentati omicidi (15), quattordicesima per associazione di tipo mafioso (2) e quindicesima per associazione a delinquere (5).
Agrigento: indice di criminalità in miglioramento
Sono quattro a livello generale le posizioni recuperate in classifica dalla provincia di Agrigento. La città dei Templi (10.541 denunce) mostra segnali di miglioramento sull’indice di criminalità grazie a politiche di prevenzione che hanno ridotto la frequenza di reati come i furti nelle abitazioni e i crimini di strada. Permangono però criticità legate al traffico di sostanze stupefacenti e all’abusivismo.
La provincia è ottava per numero di tentati omicidi (13) e nona per omicidi colposi (20), sfruttamento della prostituzione e pornografia minorile (17) e associazione per produzione o traffico di stupefacenti (1). Si segnala anche un quindicesimo posto a livello nazionale per denunce a causa di danneggiamenti seguiti da incendio (144).
Enna: la provincia più sicura dell’Isola
Enna si conferma la provincia con il minor numero di denunce per reati (3.631), mantenendo il primato come area siciliana più sicura (100esimo posto in Italia). Il basso indice di criminalità è frutto di una costante collaborazione tra forze dell’ordine e comunità locale, possibile anche per via del limitato numero di abitanti presenti nel territorio.
Resta comunque la seconda provincia italiana in relazione al numero di abitanti per denunce a causa di omicidi volontari consumati (3), quinta per minacce (299) e nona per danneggiamento seguito da incendio (65). Ultima in Italia per numero di estorsioni (13).

