Cibo, gas, elettricità: in Sicilia prezzi alle stelle - QdS

Cibo, gas, elettricità: in Sicilia prezzi alle stelle

Michele Giuliano

Cibo, gas, elettricità: in Sicilia prezzi alle stelle

giovedì 24 Novembre 2022

L’Unc: in Sicilia l’inflazione dilaga e il costo della vita rischia di diventare insostenibile. In media i siciliani spenderanno 760 euro in più per la spesa, Catania è seconda tre le città più care

PALERMO – Ogni mese sembra andare sempre peggio. Per i siciliani il costo della vita è ormai diventato drammatico, soprattutto perché gli aumenti vanno a toccare quelli che sono elementi indispensabili, come l’energia elettrica, il gas e gli altri combustibili.

Nel mese di ottobre, secondo i dati dell’Istat elaborati dall’Unc, l’Unione nazionale consumatori, tra le città con l’inflazione più alta per le spese energetiche troviamo ben tre città siciliane, Messina, Trapani e Palermo, tutte sopra la media nazionale: Messina si trova al 38esimo posto, con una inflazione annua per luce e gas del 139%; subito a seguire Trapani, al 138,9% di aumento; al 44esimo posto Palermo, con una percentuale di aumento del 135,2%. Subito sotto la media nazionale, Caltanissetta, che registra una inflazione del 134,3%.

In soldoni, si calcola che una famiglia media pagherà 1.820 euro in più all’anno.

Direttamente correlati, sono gli aumenti per il cibo: Catania si trova al secondo posto tra le città più costose, con un aumento, ad ottobre, del 16,9%, mentre Palermo, si trova al 15esimo posto, al 14,7%. Sempre parecchio più in alto, rispetto alla media italiana, che si ferma al 13,5%. Poco sotto la media nazionale, Messina, al 13,2%, Trapani, al 12,3%, Siracusa all’11,2% e Caltanissetta all’11%.

Mediamente, i siciliani pagheranno circa 760 euro in più all’anno per fare la spesa, che sale a 1.038 euro per una coppia con 2 figli, 937 euro per una coppia con 1 figlio, 1.240 euro per una coppia con 3 figli, e in molte città è andata ben peggio rispetto alla media nazionale.

A livello nazionale, per energia elettrica, gas e altri combustibili, voce che include gas, luce (mercato libero e tutelato), gasolio per riscaldamento e combustibili solidi, a vincere questa spiacevole classifica dei cittadini più bastonati è Perugia, dove le spese per luce e gas volano del 163,8% su ottobre 2021, medaglia d’argento a Terni, +160,7%. Sul gradino più basso del podio Teramo (+152,2%). Le città meno tartassate sono Potenza, al primo posto con +96,1%, Aosta in seconda posizione con +98,3%. Sul gradino più basso del podio Napoli con +108,3%. Per i prodotti alimentari e le bevande analcoliche, a guidare la classifica dei rincari è ancora una volta Cosenza, raggiunta da Macerata, che la eguaglia con un’inflazione del 16,9% rispetto a ottobre 2021.

“Cifre che dimostrano come il taglio teorico dell’Iva per pane, pasta e latte, pari ad appena a 21 euro e 56 cent all’anno a famiglia sia una burla, per non dire una pagliacciata. Senza contare che questa mancetta non andrebbe a vantaggio delle famiglie ma dei commercianti” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.

La città più modica nei prezzi per mangiare e bere è Bergamo, dove i prezzi crescono “solo” del 10%, pari a 572 euro. Medaglia d’argento per Como (+10,2%), di bronzo per Biella (+10,5%). Se si guarda, invece, alle categorie merceologiche, l’Unione Nazionale Consumatori ha elaborato i dati Istat relativi alla top 20 dei prodotti alimentari: i maggiori aumenti riguardano l’olio diverso da quello di oliva (+55,6).

Medaglia d’argento per il burro con +42,8%. Sul gradino più basso del podio lo zucchero, +38,8%, che, però, vince per i rincari alimentari mensili, con +17% su settembre 2022. In quarta posizione melanzane, zucchine e peperoni con +38,7%.

Seguono il latte conservato (+29,6%), la margarina (+28,5%) e la pasta (secca e fresca) con +26,8%. Per la top ten annua dei prodotti non alimentari, si riconferma al primo posto l’energia elettrica del mercato libero, che con un prezzo quadruplicato rispetto a ottobre 2021, +329%, sale oltre tre volte e mezza la luce del tutelato, ferma a +91,5%.

“Questi dati dimostrano che il Governo deve rinviare non solo la scadenza del mercato tutelato del gas come ha fatto con il Dl aiuti quater, ma anche quella della luce che, come da noi denunciato, per le parti comuni dei condomìni non finisce il 10 gennaio 2024, ma tra 1 mese e mezzo” aggiunge Dona.

Al secondo posto i voli internazionali che raggiungono il +113,2% su base annua. Medaglia d’argento per il gas di città (libero+tutelato) con +96,2%, ma con il tutelato che si blocca ad appena +3,4%. Al quarto posto della classifica annua l’energia elettrica mercato tutelato con +91,5%, poi i voli nazionali (+40%), al 6° posto il gasolio per riscaldamento (+36,4%), film in dvd, download film (+27,6%), gpl e metano (+27,2%), macchine fotografiche (+25%). Chiudono i combustibili solidi con +24,7%.

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