Carissime festività per gli italiani - QdS

Carissime festività per gli italiani

Vincenza Grimaudo

Carissime festività per gli italiani

venerdì 23 Dicembre 2022

Rispetto allo scorso anno, a parità di soldi utilizzati, il carrello della spesa è decisamente più vuoto. In tanti in occasione di Natale e Capodanno dovranno stringere la cinghia

ROMA – Un Natale con meno regali sotto l’albero per molti italiani e siciliani, che arrivano a fine mese con difficoltà, e quasi nulla da dedicare alle Feste. L’inflazione continua a salire e anche la tradizionale cesta con i prodotti alimentari viene messa da parte perché è quella che ha subito i maggiori rincari. Il Codacons parla di un’inflazione media dell’11,8%, in Sicilia addirittura l’Istat fa superare questa media che arriva al 14%.

“A causa dei rincari dei prezzi – ha spiegato il presidente dell’associazione dei consumatori, Carlo Rienzi – una famiglia tipo, considerata la spesa totale per consumi, si ritrova a spendere oggi 3.625 euro in più su base annua. Una vera e propria mazzata che si ripercuote anche sulle spese degli italiani legate alle festività di fine anno”.

In base alle stime del Codacons, infatti, con i prezzi a questi livelli e il caro-bollette che ancora investe il Paese, una famiglia su tre ridurrà i consumi durante il Natale, tagliando soprattutto le spese non primarie come regali, viaggi, ristorazione, con un grave danno per il commercio e l’economia nazionale.

La Sicilia, come sempre, si trova in cima alla classifica negativa: l’Isola, secondo il Codacons, è la regione in cui i prezzi crescono di più, perché a novembre registra un tasso del +14,3%, equivalente a una maggiore spesa per famiglia residente pari a +3.462 euro su base annua. La regione con la crescita dei listini al dettaglio più contenuta è invece la Valle d’Aosta (+8,7%) con un aggravio di circa +2.929 euro annui a famiglia residente.

Anche Confcommercio ha realizzato un’indagine sui consumi di Natale, in collaborazione con Format Research: secondo la ricerca, tre italiani su quattro faranno i regali di Natale, ma c’è un 27,3% che non farà acquisti principalmente per risparmiare, per il peggioramento della propria condizione economica o per l’aumento dei prezzi a causa dell’inflazione. In cima alla lista dei regali più diffusi si confermano comunque i prodotti enogastronomici (70%), seguiti da giocattoli (49%), libri ed ebook (48%), abbigliamento (47%), prodotti per la cura della persona (41%); tra i regali che registrano l’incremento maggiore rispetto all’anno scorso si segnalano i prodotti per animali (+8,4%). Al di là dei regali rivolti al proprio nucleo familiare, il 50,3% degli italiani farà regali ad amici e conoscenti e ad acquistarli saranno prevalentemente i coniugi in coppia.

Quanto al budget di spesa stanziato per gli acquisti, il 64% spenderà tra 100 e 300 euro, mentre un consumatore su tre non supererà i 100 euro; della tredicesima, comunque, solo una piccola parte sarà destinata ai regali, mentre il grosso se ne andrà per spese per la casa, tasse e bollette. Secondo i dati raccolti, tra coloro che percepiscono la tredicesima, quasi un terzo la userà per affrontare spese per la casa e la famiglia, il 24% la metterà da parte, il 19,2% la userà per pagare tasse e bollette e solo il 14,5% la utilizzerà per acquistare i regali di Natale.

In questo quadro, aumentano gli acquisti presso i negozi di vicinato passati dal 42,5 al 45%, segno che gli italiani stanno riscoprendo il piacere di vivere il proprio quartiere e le vie dello shopping, anche se Internet si conferma al primo posto (64,6%), in calo per la prima volta dal 2009.

Anche l’Unione nazionale consumatori ha condotto il tradizionale studio sulle spese di Natale, stimando la top ten delle vendite natalizie 2022, non in base ai soliti sondaggi ma elaborando i dati Istat sulle vendite al dettaglio. Una curiosità: “La buona notizia – ha affermato il presidente Massimo Dona – è che la crisi e il caro cartone, le cartiere sono aziende energivore, hanno risolto, almeno per quest’anno, il fenomeno dell’overpackaging, ossia gli imballaggi appositamente abbondanti per ingannare il cliente sulle reali dimensioni del prodotto. Le confezioni di pandori e panettoni hanno fatto una drastica cura dimagrante e si sono finalmente rimpicciolite, tornando a valori normali”.

Nella classifica stilata da Unc dei prodotti acquistati per Natale, al primo posto i giocattoli, come tradizione vuole, a dimostrazione del fatto che spesso si rinuncia per gli adulti ma si cerca sempre di regalare gioia ai bambini. Al secondo posto gli elettrodomestici come tv, macchine da caffè elettriche, tostapane, rasoi elettrici, aspirapolveri; i primi regali, quindi, sono “utili”, pensati per un uso che vada al di là del periodo natalizio. In terza posizione i prodotti per la cura della persona come profumi, dopobarba, cosmetici, creme viso-corpo. Solo in undicesima posizione, fuori dalla top ten, alimentari e bevande. La voce include sia l’aumento di spesa che si verifica per il pranzo di Natale sia i regali a base di cibo, come panettoni, pandori, dolciumi, spumanti.

Basta incetta di pandori e panettoni, insomma, che persino se in offerta promozionale si vendono a non meno di 4,99 euro, +25% rispetto ai 3,99 euro dello scorso anno. Il prezzo medio più praticato nella grande distribuzione, però, resta a 6,99 al chilo. “La nostra è una classifica dei regali più graditi – ha concluso Dona – ma di quelli che vengono normalmente fatti, sulla base dei rialzi percentuali delle loro vendite. Si assiste a uno spostamento verso i prodotti più necessari oppure quelli meno cari, in attesa di tempi migliori e della prossima bolletta”.

Strategie e inventiva sono fondamentali per affrontare questa crisi

Lillo Vizzini, presidente Federconsumatori Palermo

Carrello vuoto, tendenza all’acquisto di gift card, la rinuncia addirittura al regalo stesso. Questo lo scenario tracciato dal presidente di Federconsumatori Palermo, Lillo Vizzini, che ha parlato anche degli scenari nazionali.

Qual è l’attuale situazione del consumatore medio italiano per quanto riguarda i consumi in questo periodo natalizio? Si parla grosso modo della stessa spesa dello scorso anno ma ovviamente, a causa dell’inflazione galoppante, con un carrello nettamente più vuoto. È così?
“Nonostante i prezzi di molti prodotti e servizi siano cresciuti notevolmente rispetto allo scorso anno, e malgrado molte famiglie siano in difficoltà economica, gli italiani non rinunceranno del tutto ai regali di Natale, anche se con una maggiore attenzione al risparmio e all’ambiente. Oltre 12 milioni di italiani, circa il 27% in più rispetto allo scorso anno, hanno deciso di anticipare lo shopping natalizio nella settimana del Black Friday approfittando degli sconti, specialmente per i regali più costosi. Secondo le prime stime effettuate dall’osservatorio nazionale Federconsumatori, la spesa media a persona, tra chi effettuerà acquisti, sarà di 168 euro. I regali saranno effettuati online (canale privilegiato dal 70% degli acquirenti più giovani) e presso i negozi della propria città. È interessante notare, però, che rispetto al 2021 la percentuale di cittadini che non farà alcun regalo cresce del +6%. Sono molto in voga questo Natale i regali nel settore alimentare (+7% rispetto al 2021), a tal proposito si privilegeranno gli acquisti presso negozi di vicinato o punti vendita che commercializzano prodotti tipici e a km 0. Dando uno sguardo ai rincari emerge un aumento medio dei prezzi del 17%. Per quanto riguarda gli orientamenti degli italiani in tema di regali, la scelta si basa principalmente sul criterio del costo. Tra i doni più richiesti sono presenti gli articoli tecnologici, piccoli viaggi, libri, soldi o gift card da spendere in centri commerciali o singoli negozi, oltre ai classici vestiti. Semplice, ma sempre molto richiesto resta il buono o la gift card per accedere a piattaforme di streaming per vedere film, serie tv o ascoltare musica”.

Cosa significa, in termini concreti, una contrazione della spesa dei consumi per un territorio?
“L’inflazione stabile intorno al 12% influirà concretamente per la contrazione dei consumi, sia in termini di quantità, sia in termini di qualità sulla base dell’indagine dell’osservatorio Ismea NielsenIq sui consumi alimentari, nel 2022. Il carrello della spesa diventa, a causa dell’inflazione, più leggero e cambiano le principali tendenze dei consumatori. aumenta il consumo delle uova, diminuiscono drasticamente i consumi di pesce e cibi pronti”.

Quali le misure che a suo avviso dovrebbero essere adottate per frenare questa corsa al rialzo dei prezzi?
“Sin quando la bolla speculativa sui prodotti energetici continuerà l’inflazione rimarrà stabilmente sugli attuali valori. Le famiglie continueranno ad arrancare per riuscire a pagare le bollette, a discapito dei consumi. Le famiglie risparmiano sui consumi, ma non solo. Rinunciano a curarsi, ad andare dal dentista o a fare quella visita specialistica di cui avrebbero tanto bisogno. Gli sportelli di Federconsumatori continueranno ad avere la fila di famiglie che chiedono assistenza per avere rateizzata la bolletta della luce e del gas, o per cercare di essere cancellati dalle famigerate black list”.

Quale potrebbe essere invece lo scenario del 2023 se il trend di prezzi e consumi dovesse restare lo stesso?
“Se il Governo non interverrà con una politica di concreto aiuto alle famiglie il 2023 sarà peggio del 2022”.

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