Di anno in anno, di mese in mese,l’ascesa dell’inflazione sembra essere ormai incontrollabile. E se l’intera penisola soffre una continua rivisitazione al rialzo dei prezzi, la Sicilia registra numeri ancora più alti che il resto delle regioni.
La media nazionale
Se la media nazionale registrata dall’Istat nel mese di febbraio appena trascorso si ferma al +1,6%, la Regione sale al +1,7%. Ciò significa che il rincaro medio annuo per la famiglia media siciliana è pari a 351 euro.
Non solo, Siracusa, che si trova al quinto posto della classifica nazionale delle province, arriva addirittura al 2,8%, con una spesa aggiuntiva pari a 600 euro; si tratta del valore percentuale più alto dell’intera penisola. Sempre sopra la media nazionale, Messina e Catania, all’1,7%, con un rincaro rispettivamente di 364 e 376 euro. Poco sotto, invece, Palermo, all’1,5%, e 331 euro di spesa in più per famiglia.
Bolzano la città più costosa d’Italia, Trapani tra le più economiche
In testa alla graduatoria, Bolzano dove l’inflazione tendenziale pari a +2,6%, pur essendo “solo” la terza più alta d’Italia dopo Siracusa e Rimini, si traduce nella maggior spesa aggiuntiva annua, equivalente a 753 euro per una famiglia media. Medaglia d’argento per Rimini, al +2,7%, che registra un incremento di spesa annuo pari a 734 euro a famiglia.
Sul gradino più basso del podio Siena, che con +2,6% ha una spesa supplementare pari a 663 euro annui per una famiglia tipo. Sull’altro fronte della classifica, purtroppo non c’è più nessuna città in deflazione.
La città più virtuosa d’Italia è Lodi, dove con +0,8%, l’inflazione più bassa d’Italia, si ha un aumento annuo di 210 euro. Al secondo posto Caserta, +1% e un maggior costo di 214 euro. Medaglia di bronzo per Catanzaro,+1,3% e +230 euro. Trapani è poco sopra, all’1,3% e un rincaro di 279 euro.
L’andamento dei prezzi è cronicamente in salita
“Dati allarmanti! Prosegue la corsa dei prezzi, una impennata che, su base tendenziale, prosegue ininterrottamente da settembre 2024, passando da 0,7% a 1,6%, più del doppio in appena 5 mesi – afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori, commentando i dati Istat sull’inflazione – Una fiammata dovuta anche al caro bollette, contro le quali, purtroppo, il Governo è intervenuto tardivamente, non impedendo gli effetti nefasti sull’inflazione”.
Allarmano i prodotti alimentari
L’inflazione pari a +1,6% significa, per una coppia con due figli, un aumento del costo della vita complessivamente pari a 578 euro su base annua. Di questi, ben 219 euro in più se ne vanno solo per i prodotti alimentari e le bevande analcoliche, e addirittura 239 per il carrello della spesa. Per una coppia con un figlio, la spesa aggiuntiva annua è pari a 528 euro, di cui 194 euro sono soltanto per cibo e bevande.

