Economia

L’inflazione colpisce ancora l’economia, +5,8% atteso nei prossimi 12 mesi: il report

Le aspettative sull’inflazione non promettono nulla di buono per famiglie e imprese: secondo l’ultimo report di Banca d’Italia, si attende un +5,8% sui 12 mesi e il 5 e il 4,5% sugli orizzonti di 2, 3 e 5 anni.

La crescita di tassi e prezzi, quindi, non sembra vicina al punto di stop. Ma se “i giudizi sulla situazione economica generale restano complessivamente sfavorevoli“, d’altra parte Bankitalia sottolinea come le attese sull’inflazione si siano complessivamente ridotte su tutti gli orizzonti temporali. Una buona notizia a metà, si potrebbe dire, anche se il momento storico attuale rimane senza dubbio difficile.

Attese sull’Inflazione, report Bankitalia del secondo trimestre 2023. Dal sito Banca d’Italia.

Le attese sull’inflazione nei prossimi 12 mesi

L’indagine appena pubblicata da Banca d’Italia – condotta nel periodo compreso tra il 22 maggio e il 12 giugno sulle imprese con almeno 50 addetti dei settori industria e servizi – rivela i retroscena di una crescita “frenata” e di un miglioramento economico ancora debole. La ripresa c’è – soprattutto nel settore dei servizi – ma l’impulso della domanda continua ad affievolirsi e le prospettive per l’industria si fanno sempre più preoccupanti (un dato, questo, recentemente sottolineato da Bankitalia nel report “Economie Regionali”).

“Nel complesso, le aziende si attendono un tasso annuo di inflazione pari, in media, al 6,9% tra 6 mesi (da 7,8 nella precedente rilevazione), al 5,8% tra 12 mesi (da 6,4), al 5% tra 2 anni (da 5,3) e al 4,5% (da 4,8) su un orizzonte compreso tra i 3 e i 5 anni”, comunica la Banca d’Italia nella nuova pubblicazione.

L’andamento dei prezzi e della domanda

Secondo Banca d’Italia, rispetto a un anno fa i prezzi di vendita sono stati rivisti al rialzo del 6,9% nell’industria (in calo rispetto al 7,6 della precedente rilevazione), del 5% nei servizi (prima al 4,3%) e del 5,9 nelle costruzioni (da 6,4%). Nei prossimi 12 mesi le imprese si attendono una crescita dei prezzi attenuata (5,2% per le costruzioni, 1,9% per l’industria e 3% circa per i servizi).

Continua a pesare sul prezzo finale al consumatore, anche se in maniera meno marcata rispetto al primo trimestre del 2023, il costo delle materie prime. Incidono sui prezzi di vendita anche il maggior costo del lavoro e degli input intermedi.

Inflazione e crescita economica, pessimismo ancora dominante

I giudizi positivi sulla situazione economica generale da parte delle imprese scendono (dal 14,9% della precedente rilevazione al 12,6%), quelli che segnalano un peggioramento in atto sono più o meno gli stessi (23,2%) e provengono in buona parte dal settore industriale.

Proprio l’industria sembra essere diventato “l’anello debole” della ripresa economica post-pandemia, il settore lavorativo che ha subìto maggiormente i contraccolpi dell’inflazione galoppante, dei tassi in crescita e dei prezzi in rialzo. Va meglio – anche sul fronte dell’occupazione – per il settore edile e per i servizi.

Come si legge nel report di Bankitalia, “i principali fattori che frenano le prospettive di crescita continuano a essere l’incertezza economica e politica e, seppur in misura nettamente minore rispetto al 2022, l’andamento del prezzo del petrolio”. Tutti elementi che riducono la fiducia negli investimenti, anche se da parte delle imprese sembra esserci la volontà di tornare a spendere e di cambiare davvero le sorti dell’economia nonostante il peso dell’inflazione e dei rincari.

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