L’influenza di stagione, caratterizzata da una febbre molto alta, sintomi respiratori e qualche volta gastroenterici, sta mettendo sotto pressione i medici di famiglia
“Mai negli ultimi 15 anni abbiamo dovuto confrontarci con un picco influenzale paragonabile a quello che stiamo registrando in queste settimane. È vitale che i soggetti a rischio scelgano al più presto di vaccinarsi, altrimenti rischiamo di dover vivere mesi drammatici”. E’ l’appello rivolto da Silvestro Scotti, segretario generale Fimmg, la Federazione dei medici di famiglia, preoccupato per un’influenza di stagione che si sta rivelando ben più aggressiva e pericolosa di quanto si potesse prevedere.
Ad allarmare i medici di medicina generale della Fimmg sono i dati della curva dell’epidemia influenzale, che mostrano una diffusione del virus enorme ed estremamente precoce. Tanto che gli stessi camici bianchi prevedono che di questo passo si raggiungerà il picco addirittura prima di Natale. “Se il Covid ci ha insegnato che la fase di picco è quella oltre la quale inizia poi la discesa – prosegue Scotti – è anche da considerare che scavallare la ‘vetta’, se non ci si protegge con il vaccino, potrebbe avere un prezzo molto alto in termini di vite. Guardando ai dati attuali, infatti, l’andamento fa pensare ad un picco assai superiore a quello delle epidemie passate – avverte – Per usare un’immagine che possa rendere l’idea, è come se ci stesse per travolgere uno tsunami. Infatti, l’aumento dei casi, come abbiamo imparato per il Covid, comporta conseguentemente aumento di complicanze e di mortalità”.
L’appello lanciato dalla Fimmg è anche legato a un “pericoloso effetto psicologico” generato dalla pandemia: “Molti cittadini credono ormai che l’influenza non sia più un rischio, ritenendo che solo il Covid possa mettere in pericolo la salute e considerando l’influenza con grande sufficienza. Non è così”, rimarca. E, infatti, l’influenza di stagione, caratterizzata da una febbre molto alta, sintomi respiratori e qualche volta gastroenterici, sta mettendo sotto pressione i medici di famiglia, che sono subissati da telefonate e messaggi, ma anche gli ospedali, dove si registra un aumento dei ricoveri.