Home » Influenza, un inverno da record: “Poche le vaccinazioni”

Influenza, un inverno da record: “Poche le vaccinazioni”

Influenza, un inverno da record: “Poche le vaccinazioni”
influenza

Si stima che la malattia abbia colpito oltre 16 milioni di italiani: numeri mai visti prima, e si teme un peggioramento per il futuro. Gli infettivologi al QdS: “C’è stata una maggiore circolazione dei virus. Evento frutto di una contingenza anomala”

CATANIA – In Italia, durante tutta la durata dell’inverno 2024-2025, i casi stimati di sindromi influenzali e similinfluenzali, rapportati alla popolazione, sono stati 16 milioni 129 mila, numeri mai raggiunti nelle precedenti stagioni. In Sicilia la stima parla di oltre un milione e mezzo di casi. Secondo alcuni infettivologi l’anno prossimo andrà addirittura peggio e i casi potrebbero superare i 20 milioni.

Abbiamo chiesto agli infettivologi siciliani Carmelo Iacobello, direttore del Dipartimento Malattie infettive del Cannizzaro e Bruno Cacopardo, ordinario di Infettivologia all’Università di Catania e responsabile del dipartimento Malattie infettive del Garibaldi Nesima, cosa pensano di queste cifre e soprattutto se temono un prossimo inverno ancora peggiore di quello appena passato. “Innanzitutto questi numeri mi lasciano perplesso perché non capisco attraverso quali stime si possa dire che 16 milioni di cittadini sono stati colpiti da sindromi influenzali – si chiede Iacobello -. In realtà l’influenza ormai non viene, in linea generale, quasi mai notificata alle autorità sanitarie. Sono soltanto i casi che finiscono in ospedale a poter essere registrati, non tutti quelli che riguardano cittadini che smaltiscono la sindrome tra le mura domestiche. Se partiamo da questo principio allora le milioni di persone colpite questo inverno, più o meno con febbre e non, potrebbero essere molte di più, a meno che oggi la diagnostica con i tamponi abbia fornito un dato molto più aggiornato. Fatta questa premessa devo aggiungere che quest’anno l’andamento di queste sindromi influenzali e parainfluenzali ha preoccupato non poco”.

Cambiamento nell’andamento delle malattie influenzali

Il direttore del dipartimento del grande ospedale delle emergenze aggiunge che si è notato un cambiamento nell’andamento delle malattie influenzali che suscita qualche preoccupazione per il futuro. “Sicuramente – aggiunge – abbiamo riscontrato una mutazione degli andamenti. Quest’anno è stato riscontrato, sospetto come effetto post Covid, in tantissime persone che sono state infettate dal Covid negli anni passati, un indebolimento del sistema immunitario, dovuto anche a un consumo eccessivo e non giustificato di cortisonici, che ha modificato anche il loro microbioma polmonare. Per cui questo inverno abbiamo registrato un incremento di casi di influenza stagionale, probabilmente legato anche a una diminuzione delle persone che si sono vaccinate, ma anche una maggiore circolazione di virus parainflenzali, come il metapneumovirus, l’adenovirus, il virus sinciziale che è stato particolarmente aggressivo. Abbiamo anche riscontrato un incremento di polmoniti da micoplasma, un dato assolutamente nuovo. Prima del Covid noi infettivologi registravamo polmoniti da micoplasma in maniera saltuaria. Adesso, invece, abbiamo avuto un numero enorme di polmoniti da micoplasma e anche un incremento dei casi di tubercolosi, dati che evidentemente meritano di essere studiati dalle autorità sanitarie, dai clinici, ma soprattutto dagli epidemiologi”.

Cosa potrebbe accadere negli inverni futuri

Iacobello si sofferma anche su quello che potrebbe accadere negli inverni futuri: “Non sappiamo, ma potrebbero esserci inverni ancora difficili in cui le persone dovranno difendersi cercando di recuperare il loro sistema immunitario, messo a rischio da troppi cortisonici prescritti a tappeto. Bisognerà far ricorso a profilassi adeguate e soprattutto spingendo le persone ad aderire alle campagne vaccinali”.

Più fatalista l’approccio del professor Cacopardo che, però, si sofferma sul dato della percentuale in negativo delle vaccinazioni che quest’anno è stata molto più bassa rispetto agli scorsi anni. “L’aumento dei casi di influenze e parainfluenze è dovuto soprattutto al tasso bassissimo di vaccinazioni che si sono registrate quest’anno in tutta la penisola, legate evidentemente al retaggio del Covid e alla diffusione dell’idea che qualunque vaccino, anche uno collaudato come quello dell’influenza stagionale possa determinare seri problemi alla salute. Poi abbiamo avuto una circolazione di svariati virus che sono circolati tra la popolazione contemporaneamente al virus influenzale, come se uno avesse aperto la strada agli altri. È una cosa che può capitare ma finora era capitato molto raramente. Così questo inverno hanno circolato con carattere epidemico il virus sinciziale, il metapneumovirus, l’influenza A e B”. Ma in futuro cosa accadrà? “Per me – conclude Cacopardo – questo evento che ha caratterizzato l’inverno 2024-2025 è il frutto di una contingenza anomala. Quindi non mi aspetto che si ripeta un periodo simile anche se non escludo apriori che possa ancora accadere”.