Prosegue la vertenza per il rientro in Sicilia degli ispettori del lavoro che prestano servizio in altre regioni
Prosegue la vertenza per il rientro in Sicilia degli ispettori del lavoro che prestano servizio in altre regioni. “Non c’è più tempo da perdere se non vogliamo perdere altre vite umane. Nella interlocuzione con Inl di qualche giorno fa – dice Monica Genovese, segretaria regionale della Fp Cgil Sicilia – abbiamo chiesto di avere maggiori informazioni rispetto alla realizzazione di un primo presidio di vigilanza in Sicilia, sollecitando la convocazione di un apposito tavolo sindacale per un confronto, che riteniamo doveroso, per comprendere come si intenda sviluppare l’attività di controllo nei luoghi di lavoro nella nostra regione. All’assunzione di responsabilità, espressa qualche settimana dal governatore Schifani in merito all’attuazione del protocollo siglato tra Inl e Regione nell’agosto 2022, non è seguita alcuna azione concreta, con il risultato che salute e sicurezza rimangono ancora diritti negati”.
Per Genovese è arrivato il momento di agire e di “agire subito” perché “il bilancio è drammatico: 11 morti sul lavoro negli ultimi 6 mesi e un aumento delle malattie professionali superiore al 30% rendono inqualificabili i ritardi che la Regione sta accumulando. Tutto questo mentre scorrono le graduatorie degli ultimi concorsi e i vincitori stanno già scegliendo le sedi fuori dalla Sicilia. Abbiamo appreso anche – prosegue Genovese – che Inl ha inviato a Ripam richiesta di scorrimento per ulteriori 465 posizioni nel profilo di ispettore del lavoro e di 54 posizioni nel profilo di funzionario amministrativo. Anche per questo – conclude Genovese – la vertenza sarà al centro della mobilitazione nazionale sulla sanità pubblica prevista a Roma per il 24 giugno”.