L’obiettivo 9 dell’Agenda 2030 punta a promuovere un’industrializzazione inclusiva con opere infrastrutturali affidabili e sostenibili, capaci di migliorare la qualità della vita
L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un piano d’azione globale adottato dalle Nazioni Unite nel 2015, con l’obiettivo di promuovere la prosperità e proteggere il pianeta. Questo programma si articola in 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile che mirano a sradicare la povertà, proteggere l’ambiente e garantire la pace e la prosperità entro il 2030.
Tra questi, l’Obiettivo 9 riconosce l’importanza cruciale delle infrastrutture nel migliorare la qualità della vita e sostenere lo sviluppo economico e, in particolare, si concentra su: – Sviluppare infrastrutture di qualità, affidabili e sostenibili, inclusi i sistemi di trasporto, energia e telecomunicazioni, con un’attenzione particolare all’accesso equo e conveniente per tutti. – Promuovere un’industrializzazione inclusiva e sostenibile, aumentando la quota dell’occupazione industriale. – Potenziare l’accesso delle piccole imprese ai servizi finanziari, compresi i prestiti a condizioni favorevoli, e integrare tali imprese nelle catene del valore e nei mercati.
L’Obiettivo 9 dell’Agenda 2030, in sintesi, sottolinea l’importanza di costruire infrastrutture solide e resilienti e di promuovere l’industrializzazione diffusa e sostenibile, per migliorare la qualità della vita e favorire uno sviluppo economico inclusivo a livello globale. La sostenibilità, quindi, è la chiave della risoluzione e del raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 e lo sviluppo sostenibile è la sola strada percorribile se si vuole realmente progredire.
Ma se si sottovalutano o si ignorano le conseguenze, dal punto di vista ambientale e sociale, che l’evoluzione umana ha causato, allora non è più possibile parlare di progresso. Accanto allo sviluppo e al progresso, l’umanità, pertanto, non dovrà perdere mai di vista la centralità della sostenibilità nelle scelte che verranno effettuate. L’industrializzazione, oltre ad essere sostenibile, dovrà essere anche inclusiva.
Attualmente, molti paesi in via di sviluppo affrontano gravi carenze: circa 2,6 miliardi di persone non hanno un accesso continuo all’elettricità, 2,5 miliardi mancano di servizi sanitari adeguati, e 800 milioni non hanno accesso all’acqua potabile. Inoltre, le infrastrutture inadeguate limitano l’accesso ai mercati, all’istruzione e alle cure mediche, impedendo una crescita economica sostenuta. I paesi meno sviluppati, di conseguenza, dovranno accelerare lo sviluppo del loro settore manifatturiero se vorranno raggiungere l’obiettivo del 2030 e aumentare gli investimenti nella ricerca scientifica e nell’innovazione. Anche nel nostro Paese, come viene sottolineato dal Rapporto ASviS 2023 (Alleanza Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile), le infrastrutture risultano inadeguate alle sfide della sostenibilità ed è necessario intervenire con urgenza.
Le criticità che emergono dai dati ASviS riguardano la sicurezza stradale, la rete di distribuzione idrica carente ed obsoleta, i livelli di competenza dei lavoratori nel settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione e i ritardi strutturali nelle imprese per ciò che concerne le innovazioni. In ambito di ricerca e sviluppo, inoltre, l’Italia risulta ancora molto indietro rispetto all’obiettivo europeo di destinare il 3% del Pil entro il 2030. Tali scenari dimostrano l’urgenza della messa in atto di politiche adeguate ed efficienti finalizzate al raggiungimento dell’obiettivo proposto.
Controversio, Santamaria, Marrali, Bonvissuto V., Federico
III A “Biotecnologie ambientali” e III D “Biotecnologie sanitarie”
Istituto tecnico tecnologico Enrico Fermi di Licata