Infrastrutture e Meridione, i grandi progetti nei porti di Augusta e Catania - QdS

Infrastrutture e Meridione, i grandi progetti nei porti di Augusta e Catania

redazione

Infrastrutture e Meridione, i grandi progetti nei porti di Augusta e Catania

venerdì 25 Settembre 2020

Dal raccordo ferroviario nello scalo siracusano alla nuova stazione etnea. I due scali marittimi saranno inoltre i primi ad adeguarsi al Cyber security act. Il nodo dello snellimento delle procedure per le Zes

CATANIA – Siamo oggi ad un cambio di passo decisivo! Dopo il periodo del lockdown, dovuto alla pandemia da Covid-19, in cui gli scali di Augusta e Catania hanno continuato ad operare, contribuendo in modo essenziale al rifornimento dei generi di prima necessità della catena di distribuzione nazionale, sono riprese le attività degli uffici atti a ricevere tutte quelle autorizzazioni necessarie per portare avanti le opere infrastrutturali dell’AdSP del Mare di Sicilia Orientale.

È soprattutto la Regione Siciliana a dover rilasciare numerose autorizzazioni tramite i vari Assessorati con cui esiste da sempre un prezioso e cordiale dialogo, in primis l’Assessorato alle Infrastrutture, con il suo Assessore Marco Falcone sempre presente e disponibile al confronto ed al dialogo costruttivo con i vertici dell’AdSP. È proprio grazie a questa sinergica collaborazione ed all’interessamento del Vice Ministro ai Trasporti Giancarlo Cancelleri, che siamo giunti alla firma, il mese scorso, di una convenzione con Rfi per la redazione del progetto di Raccordo ferroviario al porto di Augusta, requisito essenziale quale porto della Core Ten-T, e collegamento di ultimo miglio, che permetterà di raccordare lo scalo di Augusta con la stazione merci di Catania Bicocca e di conseguenza con l’Interporto di Catania, nell’ottica di un’intermodalità concreta, efficiente ed a sistema con le infrastrutture presenti nella Sicilia Orientale.

Dopo il primo intervento sulla diga foranea del Porto di Augusta, di 12 milioni di euro, l’Autorità è riuscita ad avere l’ulteriore lavoro di completamento, per 54, 626 milioni di euro, finanziato dal Mit, giusto DM 353 del 12.08.2020. A breve, dopo il fallimento della società Condotte e l’affidamento dell’appalto alla seconda classificata, la Rti composta da Consorzio Infrastrutture e Sidra, riprenderanno i lavori del nuovo terminal Container di Augusta.

Nello Scalo di Catania stanno per essere completati i lavori di rifacimento del sedime portuale. Senza sosta gli uffici stanno cercando di risolvere le problematiche legate alla ripresa dei lavori della Nuova Darsena Traghetti, oggi il vero freno per un grande e ordinato sviluppo dei traffici nello Scalo Etneo.

Grande attenzione, per lo scalo di Catania, al traffico passeggeri e soprattutto crocieristico. Con il Concessionario Catania Cruise Terminal, è stato firmato un accordo procedimentale al fine di definire gli aspetti per la costruzione di una nuova e moderna stazione marittima, seppur transitoria, in attesa della definizione del concorso di idee. Sta per essere bandita la gara per il nuovo impianto di videosorveglianza dello scalo etneo, che, a sistema con i progetti in itinere già finanziati, Isyport (bando Miur), Si Move (Regione siciliana e Mise) e digitalizzazione dell’Agenzia delle dogane (Pon 2014-2020) renderà le operazioni di sbarco ed imbarco merci e passeggeri, più veloce e sicuro.

E sono i primi due scali marittimi
ad adeguarsi al Cyber security act

I Porti sono ambienti strutturalmente complessi, caratterizzati da perimetri estesi e dalla gestione quotidiana e in tempi stretti di flussi rilevanti di persone, merci, e mezzi. Oltre a essere un contesto articolato, il porto è una infrastruttura critica e strategica, sinapsi dell’economia territoriale e nazionale e per questo diventa un contesto ove la sicurezza assume un aspetto molto rilevante per le attività che vi si svolgono. Sicurezza vuol dire garanzia di continuità e livello dei servizi, salvaguardia delle persone che vi lavorano o utilizzano il Porto, protezione dei dati e delle informazioni che i sistemi informativi e operativi portuali scambiano per ottimizzare e rendere efficiente e competitiva una realtà portuale.

Sicurezza è aderenza alle stringenti linee guida ed alle normative che a livello nazionale ed internazionale la regolamentano in ambito portuale con particolare attenzione alle nuove reali minacce della sicurezza informatica (Normative e linee guida Imo, Direttiva Nis e aspetti inerenti la privacy del Gdpr, Decreti legislativi nazionali). A complicare ulteriormente questo quadro ha contribuito l’emergenza sanitaria del Coronavirus che di fatto ha costretto una realtà così complessa a ripensare ed adattare in tempi rapidissimi i propri processi operativi e gestionali.

L’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Orientale ha focalizzato l’importanza degli aspetti di sicurezza fisica e logica nell’ottica di garantire sia la conformità alle normative nazionali ed internazionali, sia soprattutto la qualità, efficacia e continuità dei servizi. La nostra volontà e conoscenza unita alla competenza ed al livello tecnologico di una azienda come Leonardo importante per il nostro Paese, ha fatto sì che venisse iniziato per tempo un percorso che da un lato ci fornisse strumenti all’avanguardia per adeguare procedure ed infrastrutture per rendere sicuri i nostri sistemi informativi, e dall’altro creasse i presupposti per affrontare l’imprevisto, ovvero l’emergenza sanitaria.

Il lavoro fatto insieme ha consentito in particolare di:
• Dotare l’AdSP di un Sistema di Gestione della sicurezza cibernetica ovvero definire i processi, le politiche e le procedure operative di gestione dei rischi creando così una struttura in grado di governare il sistema;
• Effettuare una analisi e valutazione dei rischi per la sicurezza informatica e definire un “Piano di cyber security dell’area portuale ” (Port Cyber Security Plan).

A fronte dei risultati dell’analisi si è provveduto a valutare con opportuni assessment la situazione e ad implementare le necessarie contromisure indirizzate nel “Piano di cyber security dell’area portuale” con particolare riferimento a:
• Raccomandazioni in adempimento ad obblighi di legge;
• Gestione delle minacce e gestione degli incidenti;
• Messa in sicurezza delle infrastrutture Ict.

Queste attività preliminari hanno fatto sì che l’AdSP sia ora in grado di gestire in modo efficace la sicurezza cyber sia da un punto d vista procedurale che operativo. Naturalmente le nostre risorse sono supportate da personale specializzato di Leonardo e la nostra infrastruttura viene supervisionata h24 dal loro Security operation center, una struttura di nuova generazione ed all’avanguardia in grado di configurare e monitorare le nostre risorse ed intercettare per tempo eventuali minacce adottando le contromisure.

Qual è il collegamento tra queste attività e la capacità di saper rispondere alle problematiche che l’avvento del coronavirus ha portato in merito alle attività dell’Adsp? Nel momento in cui abbiamo dovuto affrontare l’emergenza sanitaria, grazie alla sicurezza del nostro ambiente abbiamo potuto rendere velocemente praticabile la possibilità del lavoro da remoto per il nostro personale, dando loro accesso alle loro postazioni come se si trovassero in ufficio, avendo la completa disponibilità delle loro risorse abituali con la garanzia della massima sicurezza dei dati sensibili che per lavoro trattano. Abbiamo sfruttato i servizi offerti da Leonardo senza dover effettuare ulteriori interventi sui nostri sistemi.

I nostri dipendenti aprono dal proprio PC una sessione remota sui propri desktop aziendali grazie ad un meccanismo di autenticazione e ad un canale di comunicazione verso i nostri sistemi estremamente sicuri, gestiti e garantiti dal servizio offerto dall’infrastruttura Leonardo costantemente aggiornata alle più recenti policy di sicurezza. Per consentire ciò non è stato necessario nessun intervento sulla nostra infrastruttura. In questo modo in tempi brevi abbiamo potuto garantire operatività e continuità di servizio sia internamente che, soprattutto, verso i nostri clienti.

Quest’ultimo aspetto serve ad evidenziare un ulteriore concetto fondamentale per noi: rendere sicura la nostra infrastruttura ha voluto dire garantire la sicurezza anche per i nostri clienti. Le realtà imprenditoriali che si devono interfacciare con i nostri sistemi lo fanno con massima garanzia di sicurezza, sapendo che i loro dati sono protetti così come le informazioni che dai nostri operatori arrivano a loro.

La questione meridionale è anzitutto
una questione infrastrutturale irrisolta

Quando sarà terminata la pandemia, molte attività torneranno alla normalità. Molte, che hanno dimostrato il loro potenziale, proseguiranno. La situazione momentanea può quindi essere vista sotto certi aspetti come un’opportunità. Ma anche come un pericoloso banco di prova, che farà emergere l’importanza della sicurezza cyber.

Esiste una questione infrastrutturale irrisolta nel Mezzogiorno, che è anche la metafora della perifericità economica del nostro sistema produttivo, perché meno pesa l’economia del Sud, meno le sue infrastrutture saranno oggetto delle attenzioni che meritano in un paese moderno. L’ analisi dei mercati la cui piattaforma logistica naturale è il sistema portuale della sponda Sud del Mediterraneo è il piano sul quale fondare le scelte infrastrutturali per il Sud. Sono infatti i Paesi dell’Africa subsahariana ad essere destinati, nel medio periodo, a diventare dei player fondamentali nel contesto euromediterraneo. Per spingerli a diventare nostri partner stabili, bisogna costruire un’offerta logistica che provi ad anticipare le loro esigenze.
Lo snellimento delle procedure autorizzative previste all’interno delle Zes, che porti ad un sostanziale abbattimento dei tempi di conclusione, è quindi la condicio sine qua non perché i territori del Mezzogiorno possano risultare appetibili a grandi investitori. Il rischio, o il problema che dir si voglia, è quello di avvitarsi in una spirale senza fine di inefficienze e scarsa competitività. È necessario quindi operare scelte che sappiano, nell’ immediato, dare quel sostegno di cui il comparto ha bisogno per poter sopportare il disagio determinato dalla scarsa competitività del sistema infrastrutturale.

Il Recovery Plan è, in questo senso, una leva straordinaria da attivare senza indugio. L’ innovazione tecnologica e la digitalizzazione sono i pilastri su cui deve poggiare una nuova visione della mobilità e i piani sui quali è necessario indirizzare lo sviluppo delle aziende del sistema logistico. È inoltre imprescindibile avviare scelte che dimostrino di avere una visione. Su quali infrastrutture investire, come e quando farlo, è una scelta che non può essere fatta a prescindere dal contesto economico euro-mediterraneo e dalle sue prospettive di crescita. Quello che più preoccupa, al di là della attuale situazione infrastrutturale, è infatti percepire la storica debolezza di una strategia di pianificazione degli investimenti.

La vicenda del viadotto Himera sulla autostrada Catania-Palermo, per la cui ricostruzione dopo il parziale crollo sono stati necessari cinque anni, è il simbolo, qualora ci fosse ancora bisogno di evidenziarlo, dell’esistenza di un Paese che continua a viaggiare a due velocità. È prioritario ripensare quindi i modelli di realizzazione delle infrastrutture in una logica di condivisione con quei soggetti, come gli imprenditori e le associazioni, che possono contribuire alla costruzione di una vera politica industriale della logistica. Senza questo presupposto sarà difficile porre le basi per uno sviluppo del Mezzogiorno e provare a colmarne il divario infrastrutturale.

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