''Sei miliardi e mezzo di euro all’anno: è l’impatto negativo sul Pil regionale della Sicilia per la mancata realizzazione del Ponte".
”Sei miliardi e mezzo di euro all’anno: è l’impatto negativo sul Pil regionale della Sicilia per la mancata realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina; 370 milioni di euro, su base annua, è il danno economico subito dall’Italia per ogni ora di ritardo nell’attraversamento del valico del Brennero”. Così il presidente di Fai Conftrasporto-Confcommercio Paolo Uggè, nel suo intervento di oggi, sabato 27 maggio, a Taormina, al 60° anniversario della Federazione nazionale degli Autotrasportatori Italiani, organizzato con il patrocinio del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, alla presenza del ministro Matteo Salvini.
Presenti esponenti del mondo politico-istituzionale, rappresentanti di tutte le federazioni territoriali d’Italia aderenti alla Fai, il segretario generale di Conftrasporto Pasquale Russo, il segretario nazionale Fai Carlotta Caponi e il presidente di Fai-Service Fabrizio Palenzona.
La Federazione, la più grande associazione imprenditoriale del settore Trasporto merci per conto di terzi su strada, conta circa 10mila associati con 70.000 veicoli, e 36 associazioni territoriali. Portavoce della categoria nelle questioni normative del settore, si occupa della contrattazione collettiva nazionale di lavoro, della formazione di mprenditori e addetti, del fisco e della contabilità delle imprese, dei costi di esercizio e sviluppo delle attività di trasporto nazionale e internazionale. Recente l’ingresso di Conftrasporto (cui Fai aderisce) nel Cnel. Uggè ha evidenziato come il mancato collegamento stabile sia un ostacolo per lo sviluppo agricolo, industriale, turistico e commerciale della Sicilia, e impedisca di fatto lo sviluppo di un sistema portuale insulare come hub mediterraneo, da cui avviare su rotaia merci in tutta Europa. “Da sempre promuoviamo la realizzazione del Ponte, e crediamo che le dichiarazioni polemiche di taluni ambientalisti di mestiere permeati solo della cultura del No siano dannose per tutti – afferma Uggè – Siamo sostenitori delle reti Ten europee, delle quali il Ponte sarà un anello importante, anche se occorreranno soluzioni per favorire i collegamenti tra la Sicilia e il Continente. In questo senso, le autostrade del mare vanno rifinanziate”.
Connessione del Belpaese
Connettere l’Italia è un’urgenza che riguarda anche la permeabilità dei valichi alpini (Brennero e Monte Bianco). Fai continuerà a battersi per ristabilire la libera circolazione nella Ue chiedendo di rimuovere gli ostacoli imposti dall’Austria al transito dei nostri Tir al Brennero, dove – per i maggiori tempi di percorrenza legati al passaggio su rotaia (sistema ancora inadeguato) – il danno per la nostra economia è stimato in 100 milioni di euro all’anno. “La Fai e i suoi imprenditori sono favorevoli alla transizione green, ma la strada da percorrere è quella della neutralità. Bisognerà coniugare l’economia e i problemi sociali”, precisa Uggè.
La digitalizzazione, la carenza di autisti (in Italia ne mancano 20mila), la sostituzione dei mezzi obsoleti, la sicurezza, l’ambiente e il ricorso a terziarizzazioni che talvolta si traducono in episodi di sfruttamento, sono altri temi toccati nel 60ennale. “Li affronteremo sulla base di un principio imprescindibile: la dignità dell’uomo e la tutela della nostra attività”, assicura Uggè. Infine, ma non ultimo, un richiamo alla Politica: “Il Consiglio dei Ministri del 1° maggio, con il Decreto Lavoro, ha segnato un passo importante per l’autotrasporto: vigileremo sul rispetto delle intese politiche siglate con il Governo”, conclude il presidente di Fai-Conftrasporto.