I dati sono contenuti nel Rapporto Migrantes sul diritto d'asilo. La pandemia ci ha reso meno solidali. “Migranti in fuga, Europa avara di protezione”. Ma i contagi sono minimi e quella dei migranti-untori è solo propaganda di certi partiti
ROMA – Negli ultimi cinque anni sono entrati irregolarmente nel territorio dell’Unione europea circa due milioni di persone, gran parte delle quali in fuga da Paesi coinvolti in conflitti interni o internazionali. Lo registra il Rapporto Migrantes presentato ieri sul diritto d’asilo.
Nello stesso periodo – registra ancora il Report – gli arrivi attraverso una forma di ammissione umanitaria sono stati circa 100 mila, appena il 5%. “Pochi ma significativi, perché incarnano la speranza di un’alternativa. Ciascun ingresso autorizzato per motivi umanitari è un atto di eccezione, e di opposizione, alla regola proibizionista. “Un gesto di dissenso” per riaffermare la dignità dell’essere umano”, rileva il Rapporto.
La pandemia ci ha reso meno solidali
Sono sempre di più le persone in fuga dai Paesi di origine ma sempre meno trovano protezione in Italia e nel resto d’Europa. In base al rapporto, “tra il 2019 e il 2020 si sono visti tutti gli effetti di politiche poco solidali verso questi movimenti di persone, sia nell’Ue che nel nostro Paese, mentre quest’anno la pandemia ha indotto a serrare ancora di più le frontiere e ha frapposto, se possibile, ostacoli e difficoltà ancora maggiori a chi si trovava comunque nella situazione di dover lasciare la propria casa e la propria terra”.
A giugno, quando sono stati resi pubblici i nuovi dati dell’Unchr su sfollati e rifugiati nel mondo, si è avuta la conferma di quello che molti temevano, cioè che il loro numero non è mai stato così alto dopo la Seconda guerra mondiale: quasi 80 milioni di persone in situazione di “sradicamento forzato”, fra cui quasi 46 milioni di sfollati interni, mentre i rimanenti, rifugiati e richiedenti asilo, continuavano a trovarsi soprattutto nei Paesi vicini alle stesse zone di conflitto o di forti tensioni da cui erano fuggiti.
Contagi, stop alla retorica migranti-untori, contagi minimi
Basta con la retorica dei ‘migranti-untori’. Lo sottolinea il Rapporto della fondazione Migrantes. “Nel contesto dell’emergenza Covid-19 in Italia si è diffusa la retorica dei “migranti untori”. I dati scientifici, tuttavia, – annota il Report – dimostrano come il contributo dei migranti ai contagi sia in realtà minimale”.
“Piuttosto,- il ragionamento – dovrebbero destare preoccupazione i modi con cui viene effettuata la quarantena, in centri di prima accoglienza o in hotspot gravemente sovraffollati, o sulle “navi quarantena” o addirittura su “pullman quarantena”. I migranti, inoltre, sono di fatto trattenuti, diversamente da quanto previsto per i cittadini italiani e senza le garanzie previste dall’art. 13 della Costituzione”.
In Italia 82mila richiedenti asilo a fine settembre 2020
A fine settembre 2020, il totale di migranti, richiedenti asilo e rifugiati nei servizi di accoglienza italiani circa 82.100 persone, ha toccato il minimo dell’ultimo periodo: per trovare un valore più basso occorre risalire al 2014 (66.066 persone accolte a fine anno), subito prima della grande “emergenza migranti” europea del 2015. Rispetto al valore massimo difine 2017 (quasi 184.000persone), oggi l’accoglienza si è più che dimezzata.
Quelli che dovevano essere i centri di accoglienza “straordinaria” (Cas) sono rimasti il tipo di struttura di gran lunga più adoperato: nell’autunno del 2019 accoglievano quasi 70.000 persone, contro le appena 25.000 nei progetti della rete di enti locali del Siproimi (l’ex Sprar).
In contrazione anche le dimensioni della rete del Siproimi: dagli 877 progetti con quasi 27.000 ospiti di fine ‘18 ai 795 progetti con 24.000 ospiti di oggi (luglio 2020). La rete, sembra, continua a coinvolgere circa 1.800 Comuni (come titolari di progetto o anche solo come sede di una struttura), meno di un quarto del totale nazionale. Ma in un solo anno, fra l’estate 2019 e l’estate 2020, ha perso una trentina di enti titolari. Fra i “luoghi di accoglienza” nel 2020 si potrebbero anche inserire le discusse navi quarantena anti-Covid-19 per i migranti. Verso la fine di settembre erano già cinque, con oltre 2.200 migranti a bordo.