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Energia, al via l’iter per l’impianto di produzione di idrogeno verde: progetto, scadenze e dibattito a Bruxelles

Energia, al via l’iter per l’impianto di produzione di idrogeno verde: progetto, scadenze e dibattito a Bruxelles
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Finanziato col Pnrr, verde solo in parte, il progetto Hydrogen Valley Giammoro Messina è uno dei cinque piazzatisi in posizione utile nella graduatoria stilata dalla Regione

Produrre idrogeno verde (almeno in parte) per poi immagazzinarlo in bombole da distribuire con i normali mezzi di trasporto. È il cuore del progetto giunto in primo in graduatoria nell’ambito dei fondi del Pnrr che la Sicilia ha avuto a disposizione in tema di realizzazione della Hydrogen Valley. A presentarlo è la Duferco Energia, società liguire capofila di un gruppo di aziende di cui fanno parte anche la Nippon Gases Industrial – a propria volta controllata dalla Taiyo Nippon Sanso Corporation del giapponese Kenji Nagata –, Duferco Travi e Profilati, Duferco Solar Giammoro e Caronte Spa, la società.

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Il progetto gode per circa tre quarti di un finanziamento pubblico, ma anche in questo caso tutto è vincolato al rispetto dei termini previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. A oggi il traguardo ultimo è il 2026, ma a Bruxelles si è già aperto il dibattito per persuadere la Commissione europea – al momento non disponibile – a rivedere le scadenze.

Cosa è previsto

Il progetto Hydrogen Valley Giammoro Messina è uno dei cinque piazzatisi in posizione utile nella graduatoria stilata dalla Regione. Il valore dichiarato delle opere previste in progetto è di quasi 12,2 milioni di euro. Di questi 7.486.500 dovrebbero essere messi a disposizione tramite il Pnrr. Il condizionale è collegato al rispetto delle tempistiche: al momento il progetto è appena approdato alla commissione tecnica-specialistica della Regione per l’avvio dell’iter per il rilascio dell’autorizzazione integrata ambientale.

L’impianto di produzione dell’idrogeno è previsto nel territorio di Pace del Mela, in provincia di Messina, in un’area che ricade nella zona industriale e che è stata concessa in comodato d’uso dalla Nippon Gases.

“Il progetto oggetto si inquadra nel campo energetico ed ambientale poiché ha lo scopo di implementare tecnologie avanzate per la decarbonizzazione dei processi industriali. L’iniziativa è volta alla produzione di idrogeno rinnovabile, ovvero idrogeno con un’impronta di carbonio inferiore a 3 tCO2/tH2”, si legge nella relazione tecnica. Il riferimento è al rapporto di tre tonnellate di anidride carbonica per tonnellata di idrogeno, ovvero il limite previsto per accedere ai fondi del Pnrr.

L’attività di produzione di idrogeno avverrà tramite l’utilizzo di un elettrolizzatore e partendo dall’acqua demineralizzata. In merito a quest’ultima, nel progetto si dice che “l’impianto di demineralizzazione, al massimo delle sue capacità e in condizioni di produzione nominale, ammette dalla rete in ingresso 400 chilogrammo all’ora e produce 220 chilogrammi all’ora di acqua demineralizzata, scaricando 180 chilogrammi all’ora di acqua di scarto a temperatura ambiente”.

Successivamente alle fasi di purificazione e compressione dell’idrogeno, l’impianto prevede “un’area dedicata al carico dell’idrogeno gassoso prodotto su carri bombolai”.

La questione energetica

In tema di idrogeno, uno dei temi che tiene banco è quello riguardante la qualità del processo di produzione. In altre parole: quanto è green l’approvvigionamento dell’energia necessaria ad alimentare le macchine.

Il progetto prevede una produzione effettiva annuale di circa 161 tonnellate di idrogeno. Di queste non tutte saranno al cento per cento frutto di energia rinnovabile. “Il progetto Hydrogen Valley di Giammoro prevede l’installazione di un impianto fotovoltaico da 4 megawatt per alimentare l’elettrolizzatore, consentendo la produzione di circa 100 tonnellate di idrogeno verde all’anno”, si legge in una nota stampa diffusa in primavera dalla stessa Duferco.

A riguardo nella relazione tecnica, viene specificato che l’approvvigionamento elettrico per far funzionare l’impianto per 320 giorni all’anno può avvenire in tre modi diversi: energia prodotta dall’impianto fotovoltaico, energia prelevata dalla rete elettrica nazionale, a patto di rispettare l’impronta di carbonio prevista dal Pnrr e infine l’acquisto di fornitura tramite Ppa. L’acronimo sta per power purchase agreement, cioè accordi commerciali con cui un’azienda garantisce l’acquisto di energia elettrica certificata con fonti rinnovabili. Nella relazione presentata da Duferco alla Regione non è esplicitato in che misura si farà ricorso alle tre forme di approvvigionamento.