La tecnologia per creare la super arancia rossa - QdS

La tecnologia per creare la super arancia rossa

redazione

La tecnologia per creare la super arancia rossa

Biagio Tinghino  |
martedì 18 Ottobre 2022

Il progetto NovArancia punta a introdurre innovazioni per migliorare il frutto. All’Unict illustrata l’esperienza del Sudadrica sulla strategia per ottenere un prodotto “pulito” da qualsiasi patogeno

CATANIA – Le arance a polpa rossa concorrono per il 70% alla produzione arancicola siciliana. La rimozione di alcuni fattori di stress (biotici e abiotici) consentirebbe di migliorare ulteriormente l’omogeneità e la qualità delle produzioni, e di accrescere la competitività del settore. Implementare la disponibilità di materiale di propagazione controllato sotto il profilo genetico e fitosanitario, unitamente all’introduzione di alcune innovazioni agronomiche nel vivaismo, sono condizione indispensabile per il raggiungimento dell’obiettivo.

Questo è l’intento del progetto NovArancia, un progetto di trasferimento tecnologico finanziato dal PSR Sicilia 2014-2022 (bando 10/08/2018), che mira a introdurre “Innovazioni tecnologiche per la valorizzazione e la tracciabilità dell’Arancia rossa”. Fra esse, il sequenziamento ad elevata processività (High Throughput Sequencing, HTS) del genoma della pianta e di tutti i virus e viroidi eventualmente presenti, e l’analisi bioinformatica dei rispettivi genomi.

Il progetto mira ad incrementare la disponibilità del materiale di moltiplicazione delle principali selezioni di arance rosse, con l’obiettivo ultimo di favorire il rinnovamento dell’agrumicoltura ove necessario. Obiettivo perseguito attraverso alcune innovazioni tecnologiche che afferiscono alla genetica, all’agronomia e all’aspetto fitosanitario. Obiettivi, modalità sperimentali, protocolli di gestione agronomica e risultati vengono discussi fra i partner e altri produttori e operatori della filiera attraverso incontri tecnici nei campi dimostrativi, seminari e conferenze. I risultati saranno divulgati su riviste tecniche e il portale web e, al termine, saranno riversati nel manuale di progetto.

“Nel settore fitosanitario – ha detto Antonino Catara, Innovation broker del progetto – i risultati più avanzati sull’uso dell’HTS sono stati ottenuti dal professore Hans J Maree e dalla dottoressa Rachelle Bester, che operano presso il Citrus Research International (Cri) e l’Università di Stellenbosch del Sudafrica. Entrambi hanno messo a punto procedure di validazione a vantaggio della robustezza della tecnica, delle quali abbiamo discusso nel corso di incontri avvenuti nei giorni scorsi”.

Presso il Dipartimento Di3A dell’Università di Catania, i due esperti hanno illustrato a ricercatori, rappresentanti del Servizio Fitosanitario regionale e studenti, l’esperienza del Sudafrica relativamente alla gestione di Tristeza e Huanglongbing e, più in generale, alla strategia in atto per ottenere materiale di propagazione “pulito” da qualsiasi patogeno.

Rachelle Bester ha ricordato che HTS ha contribuito in modo determinante alla scoperta di numerosi virus e viroidi in molte colture, e che molti paesi stanno studiando come applicarla nei programmi fitosanitari di routine. Nel caso degli agrumi, in Sudafrica, sono stati esaminati diversi protocolli a confronto con il saggio molecolare RT-PCR, risultando affidabile e comparabile. In entrambi i casi, la concentrazione del patogeno e il metodo di estrazione dal campione possono influenzare il risultato; ostacoli più facilmente superabili con HTS, aumentando la profondità di sequenziamento. Attraverso la metodologia Illumina hanno ottenuto un profilo accurato del viroma e la validazione del processo.

Presso il Crea di Acireale, è stata già messa a punto una procedura di analisi HTS applicata agli agrumi, funzionale alle attività di sorveglianza fitosanitaria e di controllo di prodotti a rischio. “Nel progetto NovArancia, Agrobiotech e Crea stanno procedendo alla validazione del metodo anche per l’applicazione alla certificazione del materiale di propagazione di categoria ‘base’ – ha detto dal canto suo Grazia Licciardello, ricercatrice del Crea -, il cui processo di accertamento fitosanitario richiede lunghi tempi di analisi (6-12 mesi). In NovArancia però, oltre al confronto HTS/RT-PCR grande attenzione è posta al raffronto con i saggi biologici su piante indicatrici, in quanto ufficialmente riconosciuti a livello internazionale. L’obiettivo finale è quello di definire i possibili ambiti di adozione nel sistema normativo italiano e Ue”.

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