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Inps, cassa integrazione se si superano i 35 gradi: ecco come funziona

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Inps, cassa integrazione se si superano i 35 gradi: ecco come funziona

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martedì 26 Luglio 2022

Il richiamo è di Inps e Inail dopo la morte di alcuni lavoratori a causa del caldo estremo di questi giorni: due sono deceduti solo giovedì scorso

Le imprese possono chiedere la cassa integrazione per coloro che si fermano, anche temporaneamente nel corso della giornata, a causa delle temperature troppo elevate.

Il richiamo è di Inps e Inail dopo la morte di alcuni lavoratori a causa del caldo estremo di questi giorni: due sono deceduti solo giovedì scorso.

La misura

La misura è già in vigore da tempo, è stato ribadito in una nota pubblicata sul sito dell’istituto previdenziale in cui si indicano le linee guida per prevenire le patologia da stress termico sui luoghi di lavoro. «I fenomeni climatici estremi aumentano il rischio di infortuni sul lavoro e abbiamo dato una pronta, urgente e necessaria risposta», ha affermato il ministro del Lavoro Andrea Orlando.

«Le imprese potranno chiedere all’Inps il riconoscimento della Cigo quando il termometro supera i 35 gradi centigradi. Ai fini dell’integrazione salariale, però, possono essere considerate idonee anche le temperature «percepite», precisa il ministro.

I sindacati

Soddisfatti i sindacati, in particolare il sindacato degli edili della Cgil. «Con questo intervento di Inps ed Inail – scrive Fillea – ci auguriamo che venga anche superata la scarsa propensione delle aziende ad utilizzare questo strumento, dovuta in parte anche all’incertezza del riconoscimento dell’ammortizzatore da parte dell’Inps.

Ora non ci sono più scuse – prosegue il sindacato – le informazioni a disposizione dei consulenti e delle imprese sono chiare e precise. Il lavoro va fermato in presenza di temperature che superano i 35 gradi o percepite come tali, permettendo così di proteggere la salute e la vita dei lavoratori nei cantieri, nelle cave, nelle fabbriche».

Come funziona

Per quanto riguarda le prestazioni Cigo erogate, fanno sapere dalla stessa Inps, va indicata la causale «eventi meteo» anche in caso di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa a causa delle temperature elevate. In merito alle temperature “percepite”, queste sono più elevate rispetto a quelle reali, tenuto conto della particolare tipologia di lavorazione in atto.

Ne sono esempio i lavori di stesura del manto stradale, i lavori di rifacimento di facciate e tetti di costruzioni, le lavorazioni all’aperto che richiedono indumenti di protezione, ma anche tutte le fasi lavorative che, in generale, avvengono in luoghi non proteggibili dal sole o che comportino l’utilizzo di materiali o lo svolgimento di lavorazioni che non sopportano il forte calore.

L’Inps precisa che l’azienda, nella domanda di Cigo e nella relazione tecnica, deve solo indicare le giornate di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa e specificare il tipo di lavorazione in atto nelle giornate medesime, mentre non è tenuta a produrre dichiarazioni che attestino l’entità della temperatura, né a produrre i bollettini meteo.

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