Una macchia blu nelle campagne ha fatto scattare le indagini. La Guardia di finanza, su provvedimento del Gip, ha messo i sigilli alla Cartograf di Misterbianco per violazione delle norme sullo smaltimento di rifiuti chimici pericolosi
La Guardia di finanza di Catania ha sequestrato per violazione delle norme sullo smaltimento di rifiuti chimici pericolosi la Cartograf di Misterbianco, azienda per la “lavorazione di prodotti di carta e cartone”.
Il provvedimento è stato emesso dal Gip su richiesta della Procura etnea.
A dare il via alle indagini era stata la scoperta di una vasta chiazza di colore blu nel vallone sottostante lo stabilimento, al confine tra Misterbianco e il territorio del vicino comune di Motta Sant’Anastasia.
Accertamenti eseguiti dall’Arpa – l’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente – e all’Asp, hanno dimostrato che l’inquinamento ambientale era determinato dallo sversamento degli inchiostri di lavorazione smaltiti illecitamente.
Secondo l’accusa, il materiale di scarto della lavorazione industriale, rifiuti solidi speciali e inchiostri chimici, era irregolarmente stoccato nell’azienda e riversato nei canali di scolo delle acque piovane dei propri piazzali.
Gli sversamenti si perdevano a cielo aperto e inquinavano i terreni limitrofi, anche quelli adibiti a pascolo, con grave rischio per l’ambiente e per la salute pubblica. L’illecito smaltimento dei rifiuti speciali avrebbe permesso all’azienda la vendita del prodotto finale a un costo inferiore a quello di mercato.
L’Asp di Catania ha anche riscontrato violazioni in materia di sicurezza sul lavoro.
Cartograf è un’azienda di Misterbianco, in provincia di Catania, specializzata nel settore grafico e cartotecnico che, in un’azienda estesa per diecimila metri quadrati, da venticinque anni produce carte per dolci, vassoi, scatole e ogni tipo di prodotto per il settore della ristorazione “con certificato di qualità”.
L’azienda, che ha una ventina di dipendenti, fabbrica inoltre prodotti igienico-sanitari e per uso domestico in carta e ovatta di cellulosa. E pubblicizzava in rete anche la produzione di “mascherine personalizzabili lavabili in lavatrice a sessanta gradi centigradi”.