Non si placano le polemiche per le grandi “amnesie” emerse nei riguardi della Sicilia per quanto riguarda il contenuto del Def (Documento di economia e finanza) presentato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e approvato a inizio aprile 2023 dal Governo Meloni.
Dopo la mancata copertura finanziaria per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina – uno dei cavalli di battaglia dell’esecutivo e, in particolare, del ministro per le Infrastrutture e i Trasporti, Matteo Salvini – all’interno del Documento non vi è infatti traccia di passaggi che riguardano il tema dell’insularità per la Sicilia.
Il caso è stato sollevato recentemente dall’ex assessore all’Economia della Regione Siciliana, Gaetano Armao (tra i principali promotori del disegno di legge che riconosceva la condizione dell’insularità per la Sicilia e la Sardegna) attraverso un post pubblicato sui propri canali social.
Così come sottolineato dall’ex braccio destro all’economia di Nello Musumeci, le pagine del documento non prevedono “alcun nuovo intervento per introdurre misure di riequilibrio in favore degli oltre 6,5 milioni di italiani che vivono il divario insulare, il costo dei trasporti, delle esportazioni, del turismo, dello sport, dell’energia, degli investimenti per le infrastrutture”.
Armao, nel suo sfogo social, ricorda come i costi, solo per i cittadini siciliani “valgono 6 miliardi di euro annui” a partire dai voli a euro tratta. Per Gaetano Armao, il Governo e il Parlamento devono necessariamente integrare un emendamento al Def con l’intenso di “restare coerenti al giuramento di fedeltà”.
Sempre nei giorni scorsi anche i sindacati di Cgil e Uil Sicilia avevano denunciato la negligenza di Roma a riguardo, rimarcando come “nel Documento di Economia e Finanza appena approvato dal Governo non si vede l’ombra di un euro sull’insularità“.
“Chi troppo vuole nulla stringe”, potrebbe obiettare qualcuno. E invece no, perché quella dell’insularità è una condizione già avallata dal Parlamento e inserita negli scorsi mesi in Costituzione.
L’approvazione del disegno di legge costituzionale che riconosce alla Sicilia gli svantaggi della condizione di insularità era avvenuta nel luglio 2022, durante le ultime settimane di “vita” del Governo Draghi. Il disco verde era giunto dall’Aula della Camera dei deputati con 412 voti favorevoli, nessun contrario e un solo astenuto. In precedenza la riforma era stata approvata anche dal Senato.
La modifica prevede l’inserimento di un nuovo comma all’interno dell’articolo 119 della Costituzione italiana: “la Repubblica riconosce le peculiarità delle Isole e promuove le misure necessarie a rimuovere gli svantaggi derivanti dall’insularità”.
In base ai calcoli effettuati nel 2022 dalla Regione Siciliana, comprensivi dei costi dei trasporti e del loro impatto sugli operatori economici, è stato stimato un ammontare di circa 6,04 miliardi di euro, pari al 6,8% del Pil complessivo regionale.