Questo il tema della X edizione del Libro bianco della Fondazione Onda, tra potenzialità e criticità nell’uso dell’Ia
L’introduzione dell’intelligenza artificiale nella pratica clinica e nella ricerca, e in particolare il suo possibile contributo, tra potenzialità e criticità, per una medicina sempre più personalizzata.
È questo il tema su cui si focalizza la decima edizione del Libro bianco sulla salute della donna, realizzato da Fondazione Onda Ets grazie al sostegno incondizionato di Farmindustria, presentato nei giorni scorsi in una conferenza stampa a Roma. Il volume, intitolato quest’anno ‘Dalla medicina di genere alla medicina personalizzata. Il ruolo dell’Intelligenza Artificiale’, vuole offrire numerosi spunti sul nesso fra un approccio genere-specifico, la personalizzazione delle cure e l’innovazione tecnologica.
“Come ogni anno il Libro bianco, ha spiegato Francesca Merzagora, Presidente Fondazione Onda Ets – offre uno scenario ampio sulla salute della donna, si focalizza su un tema chiave, che in questa edizione è in particolare quello dell’impiego dell’Intelligenza artificiale nell’ambito della salute. Siamo di fronte a una grande sfida, perché l’Ia offre l’opportunità di elaborare un’eccezionale quantità di dati, con grandi vantaggi, non solo in chiave di salute di genere, ma anche nel processo di sempre maggiore personalizzazione della cura. Tuttavia, questa è, appunto, anche una grande sfida, perché non sono poche e trascurabili le criticità che emergono su più fronti, sul piano della tutela della privacy, per esempio, o del divario digitale di genere e ancora di più nell’ambito dell’intelligenza emotiva, che ci richiama a quelle competenze specifiche dell’essere umano che la tecnologia non può sostituire. È importante quindi accompagnare questo processo con un’umanizzazione della tecnologia che consenta ai professionisti di ottimizzare il loro lavoro, anche in termini di miglioramento della qualità e quantità del rapporto col paziente”.
Nel Libro Bianco lo scenario della salute della donna, come evidenziato da Fondazione Onda: “Nel 2023 nuovo record di minore natalità registrato in Italia, il numero medio di figli per donna è sceso da 1,24 nel 2022 a 1,20 nel 2023. Gli uomini hanno recuperato i livelli di sopravvivenza ante pandemia, mentre le donne presentano ancora margini di recupero (85,2 anni nel 2023 contro gli 85,4 anni nel 2019). Una donna su quattro è in sovrappeso, mentre l’obesità riguarda una su dieci”.
L’Ia, “consentendo di elaborare un’eccezionale quantità di dati, offre grandi vantaggi in chiave di salute di genere e di sempre maggiore personalizzazione della cura. Ma è anche una grande sfida con diverse criticità: tutela della privacy, divario digitale di genere, ruolo dell’intelligenza emotiva – ha proseguito la Fondazione Onda -. È importante accompagnarne l’implementazione con un’umanizzazione della tecnologia che consenta ai professionisti di ottimizzare il loro lavoro, anche in termini di miglioramento della qualità e quantità del rapporto col paziente”.
Sfruttare le enormi potenzialità dell’intelligenza artificiale
“Competenze, collaborazione e ‘ambiente aperto’ – ha sottolineato Marcello Cattani, presidente Farmindustria nel suo intervento alla presentazione del Libro Bianco -. Sono le tre direttrici su cui puntare per sfruttare appieno le enormi potenzialità dell’intelligenza artificiale. Competenze, perché la tecnologia corre veloce con ricadute significative non solo nella ricerca e sviluppo, ed è necessario formare le nuove figure professionali e aggiornare in maniera continuativa gli attuali professionisti. Collaborazione fin dalle scuole, perché ormai i team sono multidisciplinari: medici, matematici, ingegneri, data scientist, bioinformatici, specialisti di nanomateriali, esperti di robotica.
“‘Ambiente aperto’, – ha proseguito Cattani – perché solo in un contesto di open e network innovation che offra la possibilità di condividere e utilizzare in modo semplificato i dati sanitari nella ricerca pubblica e privata, l’Italia e l’Europa saranno in grado di attrarre una parte degli ingenti investimenti in R&S dell’industria farmaceutica previsti tra il 2024 e il 2029: 2.000 miliardi di dollari a livello globale”.
Le traiettorie di intervento e sviluppo della Medicina di genere, definite dal Piano attuativo del 2019 e rappresentate da percorsi clinici, ricerca, formazione e comunicazione, costituiscono il focus della seconda parte del volume. “Nella definizione degli interventi di prevenzione, includere in modo sistematico e coerente gli aspetti di genere ne può aumentare l’efficacia, riducendo non solo i fattori di rischio individuali ma anche rimuovendo le cause che impediscono l’adozione di uno stile di vita sano. Alcuni fattori rendono difficile tale inclusione: l’assenza o la scarsità di dati correlati al genere nel contesto dei sistemi informativi sanitari, e l’esiguità delle best practice, limitate a pochi esempi non sempre facilmente trasferibili alle diverse realtà locali”, si legge nel Libro Bianco.
Dall’approccio di genere alla medicina personalizzata
Dall’approccio di genere si passa poi alla medicina personalizzata, ambito in cui l’intelligenza artificiale trova diverse applicazioni, grazie alla sua capacità di elaborare una grande mole di dati. “Questo è il tema fulcro della terza parte del libro che, partendo dallo stato dell’arte dell’Ia nella pratica clinica e passando attraverso alcuni ambiti di applicazione – prevenzione, ricerca farmacologica, imaging, cardiologia, medicina della riproduzione, gerontologia – delinea le sfide etiche e sociali per una Ia equa, sicura e inclusiva, che possa sostenere una medicina sempre più a misura di persona – rimarca la Fondazione Onda -. L’Ia contribuisce a una più rapida identificazione delle diagnosi e una maggiore personalizzazione dei trattamenti, confrontando i dati del paziente con quelli disponibili nella letteratura scientifica. Le Ia possono eccellere nei compiti analitici, ma esistono delle competenze uniche dell’essere umano difficilmente sostituibili dalle entità artificiali e che acquistano grande rilevanza nell’assistenza e nella definizione della relazione medico-paziente, come per esempio l’intelligenza emotiva”.
“I professionisti sanitari dovrebbero impiegare l’Ia – ha concluso la Fondazione Onda – per facilitare il proprio operato, esaltando le proprie componenti umane per favorire una migliore interazione con la persona malata. L’introduzione delle nuove tecnologie potrà rappresentare una rivoluzione positiva per la salute se sarà in grado di supportare i professionisti sanitari nei compiti tecnici, dando loro la possibilità di dedicare più tempo alla relazione con i loro assistiti”.