Interporti Siciliani, anche l'ex deputato D'Asero in arresto - QdS

Interporti Siciliani, tra gli arrestati l’ex deputato D’Asero: le sue “richieste” a Falcone e Armao

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Interporti Siciliani, tra gli arrestati l’ex deputato D’Asero: le sue “richieste” a Falcone e Armao

Redazione  |
lunedì 16 Gennaio 2023

L'ex deputato Antonino D'Asero si sarebbe reso protagonista di diverse "interferenze" illecite per garantire una posizione lavorativa.

Nelle prime ore del mattino, su delega della Procura Distrettuale di Catania, i carabinieri del Comando Provinciale di Catania hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari, emessa dal Gip del Tribunale di Catania, nei confronti di quattro soggetti, indicati successivamente, per i reati di induzione indebita a dare o promettere utilità, peculato, corruzione per un atto contrario ai propri doveri d’ufficio e contraffazione e uso di pubblici sigilli.

L’indagine, coordinata da questa Procura Distrettuale e condotta dai militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Catania dal settembre 2019 al marzo 2021, attraverso attività tecniche, ulteriormente riscontrate da escussioni testimoniali ed acquisizioni documentali, prendeva le mosse da un esposto, redatto da diversi dipendenti con funzioni apicali dell’azienda a totale partecipazione pubblica “Società degli Interporti Siciliani S.p.a.”, circa le false attestazioni e dichiarazioni prodotte da una dipendente, Cristina Sangiorgi, in merito al possesso di un titolo di laurea.

Interporti siciliani, le “interferenze” di D’Asero

Nell’attuale fase del procedimento, in cui non è stato ancora instaurato il contraddittorio tra le parti, le attività investigative di natura tecnica hanno inoltre disvelato le interferenze illecite che avrebbe esercitato Antonino D’Asero, ex deputato regionale, su Rosario Rigano Torrisi, Amministratore Unico della SIS, per il tramite di alcuni politici regionali, finalizzate dapprima alla revoca del licenziamento per giusta causa della Sangiorgi, poi a garantirle una posizione lavorativa alla stessa gradita nell’ambito dell’azienda e, infine, ad omettere l’avvio di doverose procedure disciplinari, con l’irrogazione delle relative eventuali sanzioni per il rifiuto di svolgere gli incarichi affidatile, così come per il rifiuto della donna di lavorare in smart-working durante la prima fase della pandemia da Covid-19.

Le richieste a Falcone e Armao, indagati dalla Procura

Nel merito, gli esponenti regionali cui D’Asero si è rivolto al fine di intercedere in favore della donna sarebbero Marco Falcone, attuale Assessore regionale all’Economia e all’epoca dei fatti assessore regionale delle infrastrutture e della mobilità, Gaetano Armao, ex Assessore regionale all’Economia e Vicepresidente della Regione Sicilia, nonché Giuseppe Li volti, ex assistente parlamentare e Coordinatore della segreteria particolare del citato assessore regionale delle infrastrutture Falcone, i quali avrebbero esercitato pressioni sull’amministratore Unico della SIS, al fine di far revocare il licenziamento della dipendente.

L’attuale assessore all’Economia e l’ex vicepresidente della Regione Siciliana risultano adesso essere indagati dalla Procura di Catania in merito alla vicenda.

L’accordo corruttivo per la gestione dell’Interporto di Catania

L’attività investigativa ha inoltre fatto emergere un accordo corruttivo che sarebbe intercorso tra l’Amministratore Unico della “Società degli Interporti Siciliani S.p.a.”, Rosario Rigano Torrisi, e Luigi Cozza, titolare della “LCT S.p.a.”, società operante nel settore dei trasporti titolare dell’affidamento in concessione della gestione funzionale, operativa ed economica oltreché della manutenzione ordinaria per nove anni del Polo Logistico dell’Interporto di Catania.

In particolare, Rigano Torrisi avrebbe concesso l’area in questione alla “LCT S.p.a.” in uso gratuito per svariati mesi prima che venisse formalizzato il contratto, avvisando altresì Cozza e altri manger e dipendenti della predetta socetà dei controlli che la medesima avrebbe potuto subire da parte dell’Ispettorato del Lavoro e dei vigili del fuoco e della necessità di ottenere le varie certificazioni essenziali per poter occupare gli spazi e i locali del Polo Logistico e stipulare il contratto di concessione.

Rigano Torrisi, inoltre, avrebbe omesso o comunque ritardato l’invio di diffide ufficiali alla “LCT S.p.a.” concernenti la liberazione e sgombero o la regolarizzazione della documentazione prima della stipula del contratto di concessione, e avrebbe consentito alla predetta società di concludere un contratto con una terza società in violazione della concessione stessa. In cambio di quanto fatto, Rigano Torrisi avrebbe ottenuto da Cozza l’assunzione della propria nuora presso l’azienda LCT, nonché accettato la promessa di ulteriori utilità al fine di ottenere vantaggi per l’azienda e mantenere la carica di Amministratore Unico.

Il denaro sottratto alla società

Sempre allo stato degli atti, le investigazioni avrebbero, altresì, fatto emergere come, mediante bonifici effettuati dal conto intestato alla “Società degli Interporti Siciliani S.p.a.” in suo favore, Rigano Torrisi si sarebbe appropriato di € 2.850 di proprietà della società e di cui l’Amministratore Unico aveva la disponibilità in ragione del suo pubblico servizio.

L’ipotesi investigativa prospettata dalla Procura Distrettuale è stata condivisa dal Gip in sede che ha emesso le misure cautelari appresso specificate. Ecco le persone destinatarie della misura degli arresti domiciliari:

  • Salvatore Luigi Cozza, nato a Catania il 27.3.1953.
  • Antonino D’Asero, nato a Biancavilla il 15.7.1952;
  • Cristina Debora Sangiorgi, nata a Catania l’1.3.1971;
  • Rosario Rigano Torrisi, nato a Catania il 5.1.1954.

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