Intervistato dal direttore Carlo Alberto Tregua e dal vice presidente Filippo Anastasi, il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, risponde alle domande del QdS
Intervistato dal direttore Carlo Alberto Tregua e dal vice presidente Filippo Anastasi, il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, risponde alle domande del QdS.
Non sono passati neanche cinque mesi dalla sua elezione, eppure sono numerose le difficoltà con cui lei e la sua squadra avete dovuto fare i conti. Che situazione ha ereditato dalla precedente Amministrazione?
“Stiamo cercando di lavorare, rivoluzionando un metodo di lavoro che ho trovato particolarmente carente. I dipendenti del comune sono 5.400, poi ci sono le partecipate che ne comprendono altrettanti, per cui si ha che fare diecimila persone circa. Manca un’organizzazione efficace della macchina comunale e le partecipate, che dalla macchina comunale dipendono, sono eccessivamente emancipate rispetto al Comune. Non sempre questo è positivo, per cui vanno riportate a un principio di efficienza ed efficacia del servizio perché la comunità misura la capacità del Comune sulla base della qualità dei servizi che sono erogati all’80% dalle partecipate. Un’incapacità o un’insufficienza di risposta è vissuta come un’inefficienza del Comune. Un esempio è dato, di recente, dagli 11 milioni di euro dei fondi del Pnrr destinati a ristrutturare sia la piscina interna sia quella esterna. Il rischio di perdere queste somme è elevatissimo, perché il Pnrr prevede scadenze estremamente contingentate. A brevissimo, c’è la possibilità di aderire a una convenzione con Sport e Salute, che è un’agenzia del ministero dello Sport nazionale che, fatti gli atti propedeutici dei Comuni, può accollarsi le gare di aggiudicazione. Le garanzie offerte sono il rispetto dei termini, ma la certezza del contraente e la responsabilità della gara non dipendono dal comune. Eppure, in una riunione recente, i funzionari ancora dibattevano sui cavilli, per cui ho tagliato corto e darò l’autorizzazione”.
Capitolo Bilancio comunale: in che condizioni sono i conti pubblici e a che punto è il processo di risanamento economico-finanziario dell’Ente?
“Il Comune ha 515 milioni di euro di disavanzo ed è chiaro che è stato ereditato un Bilancio bloccato da due anni. È toccato a noi chiudere il Consuntivo del 2020 e il Rendiconto 2021. Adesso approveremo il Bilancio 2022/2024 prima della fine dell’anno per riportare tutto in linea e si potrà stipulare il patto con lo Stato, a condizioni diverse da quelle imposte alla precedente Amministrazione. A quest’ultima erano stati offerti 187 milioni in venti anni, mentre Palermo merita lo stesso trattamento di altre grandi città italiane come Napoli e Torino che hanno ottenuto un miliardo per lo stesso periodo di tempo. Ciò significa che, modulando opportunamente le rate annue, si potrà rientrare del deficit anche grazia a una maggiore efficienza nella riscossione, a una valorizzazione degli immobili e alla cessione di alcune quote della società aereoportuale, che l’unica rimasta pubblica in Italia. La strada tecnico-amministrativa è chiara: occorre, però, riprendere l’interlocuzione politica con il Governo. Del resto, il Comune ha già rapporti con il ministero degli Interni, dove c’è la Direzione degli Enti locali, e con il ministero dell’Economia e delle Finanze. Nella nostra Giunta, l’assessore al Bilancio è il vice sindaco Carolina Varchi che ha le deleghe a Bilancio, Tributi, Partecipate e Avvocatura. Si tratta di deleghe complete, poiché ho preferito per i miei assessori che avessero capaci di comprendere materie omogenee per evitare frazionamenti, riorganizzando la macchina comunale. Le aree dirigenziali saranno coerenti con le deleghe degli assessori, come accade negli Assessorati regionali e nei Ministeri”.
In che tempi pensate di attuare questa riorganizzazione così ambiziosa?
“Ho già presentato in Giunta il nuovo organigramma e a breve lo approveremo definitivamente realizzando la rotazione dei dirigenti entro il 20 dicembre, quando scadrà la possibilità dello spoil system. A gennaio 2023 vorremmo partire con il nuovo organigramma e, entro agosto, avere ridistribuiti tutti gli assessorati negli immobili di proprietà del Comune, secondo le funzioni coerenti. Così diminuiremo anche tutti i fitti passivi e si cambierà mentalità passando dalla gestione della pratica alla gestione del processo, che è quello che conta”.
Professionalità tecniche esterne a supporto della progettazione necessaria per i fondi del Pnrr
Anche i beni confiscati alla criminalità organizzata rientrano nel patrimonio comunale. Come pensate di comportarvi per favorire la valorizzazione di questi immobili?
“La questione spetta al vice sindaco ed è molto complicata, anche perché c’è una differenza vistosa tra l’elenco dell’Agenzia dei Beni confiscati e l’elenco non aggiornato del Comune di Palermo di circa 1.400 beni. Sarà un tema che affronteremo quando la riorganizzazione degli uffici sarà messa a punto”.
Quali progetti ha in mente per aumentare il Pil di Palermo?
“Porrò degli obiettivi di mandato ai miei assessori, perciò ognuno avrà i suoi risultati da raggiungere entro il 31 gennaio 2023. È chiaro che, prima di poter formulare obiettivi specifici e tematici, occorre mettere al riparo la macchina amministrativa e il Bilancio, che spero di poter realizzare entro il mese di aprile 2023. Poi, occorre attivare tutte quelle operazioni che potenzino le infrastrutture in particolare quelle viarie, mettendo a regime i sevizi forniti dalle partecipate e assecondando i principali vettori produttivi ed economici della città. In questo modo, si vuole restituire piena sicurezza alla città e valorizzare i progetti culturali per questa città”.
Un punto sul Pnrr: il Comune ha le risorse professionali per elaborare i progetti necessari a intercettare i fondi messi a disposizione dall’Ue?
“Assolutamente sì, poiché abbiamo già individuato, con le risorse di assistenza tecnica dei programmi operativi, 86 professionalità tecniche esterne, il cui processo di reclutamento si concluderà entro il 31 dicembre 2022. Queste nuove forze serviranno a creare una cabina di regia dei fondi extra-comunali e a supportare tecnicamente il lavoro degli uffici in materia di utilizzo degli stessi fondi. In più, sto analizzando lo stato di avanzamento di tutti gli interventi finanziati con questi fondi, trovando ritardi e rischi di perdita dei finanziamenti. Perciò, stiamo provvedendo alla rimodulazione dei fondi per limitare l’eventuale perdita di risorse, facendo un controllo di gestione che affiderò a una cabina di regia”.
Infrastrutture in primo piano: collegare tutta la città
Quali sono le principali opere pubbliche che la sua Amministrazione punta a recuperare, soprattutto sul fronte della viabilità? Per esempio, a che punto sono il passante ferroviario e il sistema tramviario che dovrebbe rivoluzionare il traffico in città?
“La prima opera da completare è proprio il passante ferroviario, per cui sono in contatto con le Ferrovie dello Stato. Del resto, i fondi sono trasferiti dal Comune a Rfi e appartengono al Po-Fesr, dunque spettano per legge alla stazione appaltante. Sulla metro, per esempio, la stazione appaltante è il Comune di Palermo, sul passante è Rfi. In realtà, manca poco alla chiusura del passante e manca anche poco alla chiusura del primo anello della metropolitana, quello che passa dal porto e arriva al Politeama. Ciò favorirebbe l’integrazione con la linea tramviaria, ma striamo lavorando per collegare sistemi di tram che al momento non sono messi in comunicazione. Vogliamo estendere la linea tramviaria fino alla stazione centrale, passando per viale Regione siciliana e per via Basile, in modo da interconnettere tutto il perimetro del tram, così che si possa raggiungere qualsiasi stazione di metropolitana. Vogliamo infine riservare il bus gommato elettrico, di cui stiamo acquistando una flotta, ai collegamenti dei singoli quartieri, lasciando le comunicazioni principali della città ai tram e alla metro”.
Qual è invece la vostra visione per la fruizione del centro storico della città?
“Stiamo pensando di non introdurre il tram all’interno del centro storico, che faremo invece servire proprio dai bus navetta elettrici. La Ztl resterà, ma ci sarà una revisione parziale, così come le zone pedonali, che sono, al momento, poco più che strade chiuse al traffico. Per renderle strade vivibili, occorrono arredi urbani e segnaletiche diverse”.
Un quadro complesso. Per seguire tutti questi passaggi, un sindaco deve interessarsi in prima persona con l’obiettivo di seguire al meglio tutti gli iter in corso…
“Un sindaco deve conoscere le pratiche che gli passano davanti e deve sapere di cosa si sta parlando. Per far questo deve studiare i fascicoli. Ci vuole molta visione, come sosteneva il filosofo Max Weber, e molta esperienza per governare i processi amministrativi, altrimenti non si otterranno risultati”.
Riqualificare i beni comunali per ridistribuire tutti gli uffici
I Comuni possono avere accesso ai fondi della Banca europea degli investimenti che hanno un tasso d’interesse bassissimo. Palermo potrebbe accedervi?
“Sì, i Comuni possono accedervi, ma possono ottenere anche i fondi della Cassa depositi e prestiti. Non escludo di contrarre un mutuo con uno dei due per riqualificare i beni comunali e per sistemare uffici, così da eliminare progressivamente le locazioni, pagando il mutuo al posto dell’affitto”.
Quali altri progetti sono in cantiere o in fase di partenza per rilanciare la città?
“Ci sono 50 milioni di euro per valorizzare la zona che va dalla foce del fiume Oreto alla Bandita. Occorre considerare che solo la bonifica del Parco Libero Grassi sta venendo a costare undici milioni di euro. Il parco Ninni Cassarà, invece, è ancora sotto sequestro giudiziario e stiamo lavorando per far dissequestrare almeno le due aree non contaminate dall’amianto, mentre resterà sequestrata la zona rossa dove resistono residui pericolosi”.