PALERMO – Nella sala Carapezza di Palazzo Steri, sede dell’Università, è stato presentato l’accordo di collaborazione tra la stessa Università e l’Ebas, l’ente bilaterale artigiano siciliano. L’accordo prosegue la strada intrapresa dal rettore Massimo Midiri, per far dialogare l’ente con il territorio, costituendone un motore di sviluppo. È stato lo stesso rettore a spiegarlo: “L’Università segue uno schema organizzativo che vede una collaborazione attiva con la classe degli artigiani, perché noi abbiamo gli scienziati, il sapere e la ricerca che deve diventare qualcosa di fruibile non soltanto per i nostri studenti, ma anche dagli operatori professionali. In questo senso, quest’accordo mira a vedere attività di tirocinio dentro le imprese artigiane che presentano un terreno assolutamente fertile nel nostro territorio. Quest’attività mira anche alla organizzazione che avrà luogo nel 2026, del primo corso di laurea di Scienza dell’Artigianato fortemente voluto dal ministro Bernini che ha supporto di Confartigianato su scala nazionale”.
“Palermo diventerà un modello virtuoso – ha aggiunto il rettore – un simbolo e un primo esperimento, in cui tenteremo di realizzare una cultura universitaria dell’impresa artigiana che servirà ai nostri ragazzi per fare impresa e che servirà ai nostri artigiani per crescere. Essere artigiani, oggi, non significa essere in possesso solo di una grandissima capacità individuale, ma deve diventare anche una capacità manageriale, logistica, di marketing e di posizionamento nel mercato italiano ed europeo. Dovremo sviluppare insieme tutti questi temi e quest’accordo va visto in una chiave positiva, perché servirà ad amplificare le capacità di un ateneo come il nostro di rendere servizi al proprio territorio”.
Artigianato siciliano e nuove opportunità
L’artigianato siciliano che comprende moltissime microimprese ha così la possibilità di sviluppare nuove possibilità che gli permettano di rilanciarsi nel prossimo futuro. Ne è convinto il presidente dell’Ebas Orazio Platania che ha confermato il pensiero del rettore: “Per l’Ebas è un’opportunità, ma anche per l’università, perché stanno per nascere nuove prospettive per quanto riguarda i settori dell’artigianato e ci saranno nuovi manager per quanto riguarda le attività che cresceranno e che porteranno ad avere più sviluppi nel mondo lavorativo. Oggi, gli artigiani in Sicilia si agirano sui settantamila con meno di due, tre dipendenti per ognuno e c’è una prospettiva di poter rivitalizzare il settore con questo tipo di accordi anche con le scuole superiori. Secondo me, si può anche fare e rinnovare il nuovo artigiano che nascerà perché, oggi, bisogna tornare indietro e rimettere l’apprendistato per offrire al giovane un futuro per lavorativo e uno sbocco”.
Tirocini, placement e terza missione
La prorettrice dell’Università di Palermo al benessere organizzativo, alla vivibilità e alla terza missione, Ada Maria Florena, ha aggiunto: “Quest’accordo dà all’Ebas la possibilità di organizzare eventi all’interno dell’Università, che è sempre un posto aperto a tutte le manifestazioni sul territorio. Per l’Università, ha una valenza particolare perché dà la possibilità di far fare ai nostri studenti dei tirocini, cioè tutta quella che è l’attività di placement. Noi siamo ben consapevoli che la possibilità di seguire i ragazzi nella fase degli studi superiori significa anche avere la responsabilità e il dovere di cercare di avviarli verso il mondo del lavoro. Riteniamo uno scopo e un obiettivo assolutamente di particolare valore la possibilità di un’interlocuzione con chi lavora in questo territorio ed è disposto ad ospitare i tirocinanti, a farli crescere e a fargli conoscere delle attività che è importante non fare morire in un mondo che si sta globalizzando”.
Borse di studio e bilateralità artigiana
In cosa consisterà l’accordo? A questa domanda, ha risposto il vice presidente dell’Ebas, Gaetano Agliozzo: “Oggi, è una giornata importante, perché abbiamo messo in campo un protocollo come Sicilia assieme all’Università di Palermo e al rettore, che ci permette di dare la possibilità a tre studenti di ottenere una borsa di studio a testa. Quindi, noi finanziamo tre borse di studio proprio per rilanciare il tema della bilateralità artigiana, perché vogliamo che il sistema artigianale nella nostra regione sia anche un punto di snodo e di svolta per gli studenti che si avvicinano all’artigianato”.
Start up e futuro dei giovani
La domanda che ci si pone, però, è se accordi come questo possano consentire la nascita di nuove imprese giovanili come start up. In questo senso, ha risposto la prorettrice Florena: “Anche questo è assolutamente vero ed è così che le attività della terza missione vanno dalla valorizzazione delle conoscenze in campo tecnologico alla possibilità di attivare start up con coinvolgimento naturalmente da protagonisti dei laureandi col supporto di tutto quello che può essere il know how dell’Università dei ricercatori. Laddove, effettivamente, le start up possono essere un trampolino di lancio per attività che poi arricchiscono il nostro territorio, c’è la possibilità per chi vuole restare di non essere obbligato a partire. C’è un’area amministrativa di istituzione relativamente recente, deputata a far crescere tutto questo tutto questo lavoro”.

