Regione, la follia delle nuove assunzioni - QdS

Regione, la follia delle nuove assunzioni

Carlo Alberto Tregua

Regione, la follia delle nuove assunzioni

mercoledì 28 Ottobre 2020

La Regione strombazza il bando di concorso per l’assunzione di 1.340 nuovi dipendenti, perché sostiene che vi siano buchi nella pianta organica.
È vero, ma una pianta organica redatta decenni prima, con mestieri che oggi non servono più, quale senso può avere e, soprattutto, come può essere allineata ad un futuro che prevede nuovi lavori sostituiti da altri che non si faranno più?
L’assessore al ramo, se avesse buon senso, dovrebbe prospettare al Presidente della Regione la revisione completa della pianta organica, aggiornando dipartimenti, aree e servizi in relazione al vero fabbisogno.
Inoltre, la nuova pianta organica dovrebbe tener conto dell’integrale digitalizzazione dei servizi regionali. Non solo, ma in conseguenza dell’eliminazione di cartacce di ogni genere, una funzionalità in tempo reale fra Palermo e centinaia di uffici periferici dislocati nelle nove province. Cosicché documenti e fascicoli viaggerebbero in tempo reale e non più con la diligenza, come accade oggi.

Formuliamo una pressante e ineludibile richiesta a nome del buon senso generale e dell’obbligo del rispetto del denaro che i cittadini versano alla Regione affinché il Presidente Musumeci disponga, prima del bando, la su richiamata revisione della pianta organica, in funzione di un’organizzazione efficiente che preveda i quattro step, noti in tutto il mondo: programmazione, esecuzione, controllo, premi-sanzioni. Ovviamente tale nuova e moderna organizzazione dovrebbe prevedere la richiesta di soddisfazione o meno ai cittadini, come si fa per tanti altri servizi, con le faccette colorate da mettere sul sito.
Non sappiamo se il Presidente Musumeci accoglierà questo invito, che non è contro di lui, bensì per aiutarlo a percorrere la strada della modernità, tanto necessaria alla Sicilia, in cui la Regione è – purtroppo – il motore principale.
Che la pianta organica sia obsoleta, pur prevedendo circa tredici mila dirigenti, funzionari e dipendenti, lo ha certificato lo stesso Presidente Musumeci con la sua esclamazione (voce dal sen fuggita): “Il settanta per cento dei dipendenti regionali è inutile”.
Le proteste e le minacce di querele da parte dei sindacati sembrano fuori luogo perché tale fotografia non può essere contraddetta.
La Regione non può essere uno stipendificio ed un erogatore di pensioni a babbo morto. Nel 2020 i pensionati che prendono l’assegno regolarmente, virus o non virus, sono 18.527 e costeranno intorno a 640 milioni di euro. Un importo che non ci possiamo permettere. L’esodo è continuo, per cui tale numero e tale costo aumenteranno cospicuamente.
Pazienza, ma almeno la Regione non paghi stipendi a chi non fa nulla e meno che mai assuma nuovi dipendenti o funzionari o dirigenti.
Sentiamo l’osservazione che il personale è invecchiato, occorrono risorse nuove per mettere in campo le nuove tecnologie. Ci dispiace sottolineare che questo non è il modo idoneo a risolvere il problema.
Invece, si dovrebbero fare concorsi interni cui potrebbero partecipare dipendenti con buona volontà, anche all’interno di corsi formativi di nuove attività.
Siamo convinti che fra migliaia e migliaia di persone che prendono lo stipendio ve n’è una grande quantità capace, che ha voglia di progredire tecnicamente e professionalmente. Bisogna dar loro spazio, non assumere nuovi dipendenti.

Uno dei punti più negativi di questa Regione è l’incapacità di spendere i fondi europei. Sembra che ancora nel Po 2014-20 vi siano circa cinque miliardi disponibili. è un delitto non spenderli e non immetterli nel circuito finanziario di un’economia isolana asfittica.
Questo accade perché i progetti non sono conformi ai regolamenti europei ed anche perché non vi è un numero di progetti sufficiente che possa intraprendere la strada di Bruxelles.
Dobbiamo sottolineare anche l’insufficienza dei Comuni, che, nonostante abbiano bisogno di ristrutturazioni di ogni genere, non provvedono ad inviare i relativi progetti alla Regione.
L’epidemia che ha colpito il Paese e, per fortuna, meno la Sicilia, moltiplica le difficoltà di un tessuto economico asfittico, difficoltà per altro esistenti prima che tale epidemia arrivasse. Ma è proprio nel momento di difficoltà che emergono quei soggetti dotati di adeguati attributi mentali, e non solo. Lo dimostrino.

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