Nell’ultima rilevazione dell’Autorità di bacino dell’Isola il livello dell’acqua è sceso ancora. Restano gli ultimi 55 milioni di metri cubi da poter utilizzare per scopi idropotabili
PALERMO – Mese per mese, la situazione in Sicilia si fa sempre più drammatica: l’acqua negli invasi è sempre meno e le piogge così rare che è difficile pensare che si possa in qualche modo recuperare la situazione di per sé già allarmante oggi. Secondo i dati forniti dall’Autorità di bacino del distretto idrografico della Sicilia aggiornati allo scorso 7 ottobre, in un solo mese è stato utilizzato il 10% del totale delle riserve disponibili, che si riducono ad appena 180 milioni di metri cubi d’acqua, contro un volume autorizzato (il tetto massimo dell’acqua che può essere contenuta sommando tutte le dighe siciliane, ndr) di oltre 700 milioni di metri cubi.
Invasi siciliani, si salvano solo Comunelli, Desueri e Gorgo lago
A perdere sono praticamente tutti gli invasi tranne Comunelli, Desueri e Gorgo Lago, che rimangono sostanzialmente inalterati. Al contrario, gli invasi che hanno perso di più sono Poma sul fiume Jato, Rosamarina sul fiume San Leonardo e Garcia sul fiume Belice sinistro. Nel Poma restano gli ultimi 20 milioni di metri cubi, di cui però solo 10 sono effettivamente prelevabili al netto quindi di fanghi e della quantità minima da garantire per la sopravvivenza di flora e fauna; il Rosamarina ne conta 13 milioni di metri cubi ma effettivamente poco meno di 4 prelevabili; nel Garcia rimasti 12,6 milioni di metri cubi di cui 6,6 prelevabili.
In Sicilia restano gli ultimi 55 milioni di metri cubi di acqua
Facendo quindi la conta di tutti gli invasi siciliani e dell’acqua effettivamente prelevabile, in Sicilia restano gli ultimi 55 milioni di metri cubi da poter utilizzare per scopi idropotabili contro i 66 che erano contenuti sino allo scorso settembre. Purtroppo le attuali condizioni climatiche non permettono di guardare ai prossimi mesi con serenità, dopo una estate estremamente calda e con pochissime piogge. Il mese di luglio, in continuità ai mesi precedenti, è stato caratterizzato da temperature al di sopra della media stagionale di lungo periodo. In particolare, quasi tutto il mese ha fatto registrare temperature massime ben al di sopra dei 35 gradi centigradi, e in molti casi anche superiori ai 40 gradi.
Lo stesso andamento è stato registrato nel mese di agosto e stesso trend si è registrato nel corso del mese di settembre, con poche piogge. In particolare, tranne che nelle località più dell’entroterra, si registra una bassa escursione termica, con le temperature che si sono mantenute alte anche la notte, con una media che si avvicina ai 20 gradi.
In base agli ultimi bollettini climatici che sono stati resi noti dall’Autorità di bacino che riguardano luglio e agosto scorsi, se il mese di agosto si è mantenuto appena sotto la media registrata nel periodo che va dal 1990 al 2020, il mese di luglio ha piovuto veramente pochissimo, andamento che rispecchia i risultati degli ultimi tre anni. Unico modo per tamponare alla mancanza di acqua, condizione peggiorata dalle vetuste strutture degli impianti che causano una importante dispersione della risorsa, il razionamento dell’acqua in moltissime città. Effetto che sta proseguendo anche nei primi mesi autunnali, per scongiurare la possibilità che le risorse si esauriscano.
Invasi siciliani, problemi anche per le imprese
Gravi problemi e disagi non solo per i cittadini, ma anche per le imprese agricole e zootecniche che hanno necessità di quantitativi minimi di acqua che permetta la sussistenza degli allevamenti e l’irrigazione di soccorso che garantisca la vita degli impianti. Per cercare di andare incontro alle imprese, il dipartimento regionale dell’Autorità di bacino del distretto idrografico Sicilia ha deciso di intervenire adottando misure urgenti di semplificazione per il superamento dell’aggravamento della severità idrica.