L’ex capo politico pentastellato, Luigi Di Maio, ha fatto un passo indietro, sembra con l’intenzione di farne tre avanti. Intanto, ha fatto nominare capo provvisorio Vito Crimi, un palermitano cresciuto a Brescia, quindi un uomo tutto d’un pezzo.
Il Movimento Cinquestelle sta tentando di farsi accreditare come una realtà diversa dai tradizionali partiti, spiegando che Destra e Sinistra non esistono più (neanche il Centro), per cui esso cerca di raccogliere i consensi sul programma, sugli obiettivi da realizzare che non vogliono più essere collocati con gli aggettivi fatti propri da un giornalismo d’accatto.
Anche gli altri partiti dovrebbero seguire questa smilitarizzazione geografica della propria collocazione nell’agone politico e, più modernamente, invece, denominarsi conservatori, liberali, progressisti, riformatori, senza più questa stupida denominazione di Destra, Sinistra o Centro.
È vero che si tratta di una semplificazione della comunicazione, che vuole colpire l’opinione pubblica, ma proprio le eccessive semplificazioni ammorbano l’atmosfera.
Vogliamo ricordare che la denominazione Destra e Sinistra fu inventata nell’Assemblea francese nel 1789, ai tempi della Rivoluzione. A destra si collocavano aristocrazia e borghesia, a sinistra i radicali poi diventati, qualche secolo dopo, socialisti e comunisti.
A distanza di duecentotrenta anni, l’ignoranza e la stupidità informativa continuano a mantenere in vita queste parole come se avessero un senso. Ma esse non hanno senso, perché ai nostri giorni, con la fine del secondo decennio del terzo millennio (con la data palindroma del giorno 02-02-2020), bisognerebbe, mettere in campo progetti poliennali da attuare indipendentemente dalle formule governative e da chi è al governo.
Ciò perché l’interesse del Popolo italiano è condensato in pochi ma sostanziosi obiettivi: l’aumento del Pil con la crescita economica, l’aumento dell’occupazione, la perequazione sociale e, soprattutto, i progetti per migliorare l’ambiente, in uno agli altri progetti per togliere il cappio dell’energia prodotta con carburante fossile.
Questi obiettivi non hanno collocazione politica, qualunque governo dovrebbe perseguirli senza tentennamenti. Questa è vera politica.
S’elli è meglio essere amato che temuto, sosteneva Niccolò Machiavelli (1469-1527) nel suo Principe. Oggi il Popolo italiano ama i suoi governanti? A noi non sembra. Anzi, li guarda con un certo disgusto. Teme i suoi governanti? Neanche. Perché in buona misura e salvo eccellenti eccezioni, li considera dei quaquaraqua.
E allora, che rapporto c’è fra gli attuali rappresentanti delle istituzioni e la gente comune? Semplicemente, non c’è rapporto. Tra le due parti vi è una distanza siderale, esattamente il contrario di quello che sosteneva Jean-Jacques Rousseau (1712-1778) nel suo Contrat Social.
L’economista e sociologo francese, infatti, indicava la delega da parte del Popolo alla classe dirigente, per cui questa aveva il dovere di governare facendo gli interessi del Popolo stesso e non i propri.
Ma voi osservate la nostra classe dirigente che fa gli interessi del Popolo? A noi non sembra.
Dunque, i Pentastellati predicano l’uscita da queste denominazioni formali del tutto superate. Questo è stato un bene. Purtroppo, la loro inesperienza li ha portati a fare approvare provvedimenti demagogici ed incompleti come il Reddito di cittadinanza, propria bandiera, o come Quota 100, bandiera dell’allora alleato leghista, Matteo Salvini.
Ha poi fatto approvare la riforma della prescrizione, commettendo l’errore di non riformare i riti penale e civile, per riportare l’effettiva durata dei processi a quella ragionevole, prevista dalla Costituzione e più volte indicata dall’Unione europea, che è di tre anni in primo grado, di due nel secondo, di uno nel giudizio di legittimità.
La riforma della prescrizione senza quella dei riti è un obbrobrio e, quindi, nonostante la legge sia entrata in vigore l’1 gennaio di quest’anno, seppure con effetti visibili tra circa tre anni, va sospesa e riformulata insieme alla citata riforma dei riti.
Dispiace che il M5s abbia perso tanti consensi, seguendo obiettivi velleitari, inconsistenti ed inutili. Oggi forse viaggia intorno al 15%.
Però, chi è causa dei suoi mali pianga se stesso.
