ROMA – Ne abbiamo già parlato dalle pagine di questo Quotidiano per segnalare il grosso problema dell’enorme magazzino dei crediti affidati all’agente della riscossione tramite iscrizione a ruolo e di difficilissimo recupero. Lo scorso 27 marzo, il direttore dell’Agenzia delle Entrate e di Agenzia delle Entrate-Riscossione, Vincenzo Carbone, intervenendo presso la VI Commissione Finanze e Tesoro del Senato, ha fatto sapere che le somme che costituiscono l’anzidetto “magazzino” ammontano a 1.279,8 miliardi di euro, registrando, pertanto, un incremento di circa 70 milioni di euro rispetto al dato che aveva rilevato l’anno prima l’allora direttore Ernesto Maria Ruffini.
Per la verità gli interventi non sono mancati
Con il Decreto legislativo n. 110 del 29 luglio 2024, emanato in attuazione della Legge delega sulla riforma tributaria, sono state introdotte diverse novità, tra cui la rivisitazione del sistema della rateizzazione dei crediti erariali, e la previsione di un’apposita Commissione per trovare una soluzione per lo smaltimento del grosso arretrato (il famoso “magazzino”) riguardante le cartelle di pagamento per la maggior parte inesigibili. Intanto, come abbiamo detto in precedenza, l’ammontare dei crediti di difficile riscossione è aumentato nel corso di un solo anno.
Si torna a parlare di “rottamazione”
Ecco, quindi, che si torna a parlare di “rottamazione”, allo scopo di alleggerire l’enorme carico esistente, facendo affluire le risorse disponibili verso quella parte di crediti che si ritiene di più facile recupero. Una misura che potrebbe trovare spazio nella prossima Legge di Bilancio, quella del 2026.
Sulla portata di tale provvedimento sarà decisiva la copertura finanziaria che si riuscirà a trovare. Il vice ministro, Maurizio Leo, comunque, ritiene che la nuova definizione agevolata dovrebbe essere riservata esclusivamente a coloro che si trovano in una situazione di obiettiva difficoltà economica, escludendo, quindi, i “furbetti”, quelli, cioè, che finora si sono avvalsi delle varie forme di definizione, al solo scopo di rallentare le azioni esecutive del fisco, pagando una sola rata e poi tornando tra i debitori incalliti, come prima.
La nuova rottamazione “quinquies”
A oggi, comunque, pare che la nuova rottamazione “quinquies”, sempre col pagamento del tributo, senza sanzioni e interessi, riguarderà le somme affidate all’agente della riscossione nel periodo che va dall’1 gennaio 2000 al 31 dicembre 2023. Si sta inoltre valutando l’inclusione delle cartelle notificate nel 2024, purché relative ad annualità passate. L’importo dovuto dovrebbe potere essere pagato anche in dieci anni, ossia con una dilazione fino a 120 rate mensili. Per i contribuenti con un debito iscritto a ruolo superiore a 50.000 euro, potrebbe essere previsto un pagamento immediato del 5% dell’intero debito. Non dovrebbe comportare la decadenza dall’agevolazione il mancato pagamento delle rate per un numero non superiore a otto.
Insomma, si cerca in tutti i modi di incrementare l’adesione spontanea, visto che finora gli altri mezzi a disposizione del Fisco non hanno dato i risultati sperati.

