Otto strutture ospedaliere e tre differenti regioni
coinvolte per dare una speranza ad una paziente siciliana. La donna affetta da
una rara malattia ematologica causa di una cirrosi epatica ed un carcinoma
al fegato, aveva una sola speranza di vita: il trapianto.
Una donazione ancora più straordinaria perché effettuata da
un donatore Covid positivo. Per salvarle la vita è stato mobilitato il reparto
di Ematologia dell’Ospedale Cervello, ben 4 Banche del Sangue
(Centro Trasfusionale di Cefalù, Ospedale Civico, Ospedale Maggiore di Ragusa,
Banca del Sangue Raro di Milano), la rianimazione del Policlinico di Bari
dove è avvenuto il prelievo ed appunto l’Ismett di Palermo dove è
stato eseguito il trapianto.
Un vero e proprio circuito di sinergia e collaborazione
ancora più straordinario in periodo pandemico. “La paziente era affetta
fin dalla nascita da una rara malattia che la costringeva a ripetute e
frequenti sedute di eritroexchange, – afferma un nota – una procedura
che consiste nella rimozione, mediante un apparecchio denominato separatore
cellulare, dei globuli rossi malati del paziente che vengono sostituiti con
globuli rossi di un donatore.
A causa della frequenza con cui è stata sottoposta a questa
procedura, la donna aveva sviluppato degli anticorpi resistenti che prevedono
per la stessa la possibilità di aver trasfuso un solo ed unico tipo di sangue.
Un evento molto raro che rende il trapianto ancora più difficile e
complicato”.
“La donna – sottolinea Salvatore Gruttadauria, direttore
del Dipartimento per la Cura e lo Studio delle Patologie Addominali e dei
Trapianti di Ismett – è stata sottoposta a trapianto di fegato alcune settimane
fa grazie ad una donazione di organi che si è resa disponibile presso il
Policlinico di Bari. Le sue attuali condizioni sono buone ed ha già potuto
lasciare l’ospedale e tornare a casa”.