Favignana, Levanzo e Marettimo si preparano alle prossime Comunali con i partiti che, però, giocano ancora a carte coperte. Si voterà con il sistema maggioritario: chi prenderà un voto in più, vincerà
FAVIGNANA – Che si fa nelle Egadi? Si fa uno dei giochi preferito della politica, quello delle carte coperte. Le Comunali sono datate 2025. Ed è così il tempo delle mezze verità che portano a mezze frasi. Vige la regola del messaggio. Che arriverà in porto? Chissà? Spesso è cifrato e va decodificato. Sta tuttavia nelle cose che l’attenzione sia puntata sul sindaco Francesco Forgione, eletto dopo il finimondo giudiziario che aveva azzerato l’Amministrazione in carica.
L’ex parlamentare nazionale e regionale doveva salvare la “patria” egadina. Ma l’entusiasmo si è progressivamente affievolito, la maggioranza si è spezzata e lui ha dovuto giocare con i numeri per evitare di finire sotto quando s’è trovato di fronte una mozione di sfiducia che portava, in quota parte, le firme di alcuni consiglieri della sua coalizione. Per dire: la presidente del consiglio Emanuela Serra e la vice presidente Antonella Armetta erano pronte a mandarlo a casa. Forgione ha resistito, anche alla defezioni in giunta post mozione. Due assessori in uscita, due assessori in entrata. Va comunque avanti. Ha un buon ufficio stampa e ha sempre qualcosa da comunicare o un video da far vedere. Ha con sé pure mezza ex maggioranza. Troppo poco per affrontare un nuovo turno elettorale. Ma ha ancora tempo per decidere e soprattutto potrà essere l’ultimo a scegliere. Potrà così muoversi di rimessa. è di sinistra: “comunista”, l’hanno additato amici e avversari.
Ma per amministrare le Egadi le linee politiche e culturali sono insufficienti. È necessario conoscere il territorio e saper dialogare con le istituzioni regionali e nazionali, perché queste tre Isole sono davvero isolate. Vedi trasporto marittimo, vedi porto, vedi approvvigionamento idrico. Con Forgione nelle retrovie sono necessariamente gli altri a dover fare almeno qualche mossa. Come il neo Movimento per Le Egadi. Ha un presidente, Giampaolo Sciacca, e uno slogan che è già un manifesto elettorale: “Orgoglio, tradizione, identità”. Ha soprattutto osservatori attenti come l’ex vicesindaco Francesco Sammartano – uno degli “scissionisti”, se così si può dire – che è pronto al dialogo. Il Movimento ha pure una bozza di programma: tassa di sbarco da utilizzare in un altro modo, recupero delle quote tonno per fare la mattanza, rilancio della Riserva Marina, tanto per cominciare.
Fa invece “melina” Forza Italia. Ha un leader forte, l’ex sindaco Gaspare Ernandez, un gruppo consiliare battagliero e una leadership politica nel centrodestra che va però coltivata. I suoi consiglieri avevano firmato la sfiducia. Ma non è mai nata un’intesa con gli altri firmatari, quelli dell’ex maggioranza. I forzisti devono necessariamente guardarsi intorno per capire cosa vuole fare il resto del centrodestra, in particolare Fratelli d’Italia. Ernandez ha sparato a palle incatenate contro l’Amministrazione Forgione, di conseguenza non ci sono margini di dialogo. Sarebbe una contraddizione che gli egadini non riuscirebbero a comprendere. Da qui la necessità di puntare su un progetto alternativo. Le idee e le proposte progettuali sono già in campo, ma il coordinatore Ernandez sa bene – perché l’ha vissuta sulla sua pelle – che la sfida a Favignana, Levanzo e Marettimo passa dal nome del candidato sindaco, che finisce per fare la differenza. è dunque una scelta che non si può sbagliare e che non può essere recuperata dalla forza della coalizione.
Si vota con il sistema maggioritario, chi prende un voto in più vince. Altri ancora? Il Partito democratico ha annunciato l’adesione – ne aveva già fatto parte – del consigliere Pietro Giangrasso, fedelissimo del primo cittadino, ma nello stesso tempo il suo deputato regionale, sponsor del ritorno consiliare, ha sottolineato l’impegno dei dem ad aprire una nuova fase politica, che sembrerebbe ridurre i margini di confronto con l’uscente Forgione. C’è anche da dire che il Pd egadino ha qualche problema interno che dovrà superare prima dell’avvio delle trattative ufficiali con le altre forze politiche.
Le tre Isole, in questi anni, sono cresciute. Forgione dice per merito della sua Amministrazione. I suoi oppositori replicano: nonostante la sua Amministrazione. Una questione di punti di vista. Sta di fatto che qualche concessione al toto-candidati va fatta. Oltre l’incognita Forgione, ci sono tre “margherite” da svogliare – mi candido o non mi candido – da parte di Serra, Armetta e Sammartano. Come in ogni competizione – meglio nella fase pre-elettorale – emerge l’ex presidente del consiglio Nicola Torrente. Ed emerge da destra. Ernandez è sempre un papabile perché guida Forza Italia. E c’è poi una voce, che rimane tale, con tanto di nome e cognome, perché è condizionata dalle sue vicende giudiziarie, che si vanno chiarendo ma che non si sono ancora concluse. è la voce che dice Giuseppe Pagoto, l’ex sindaco che si è dimesso e che ha aperto le porte all’elezione di Forgione. Lo avevano dimenticato in tanti. Ora, sempre in tanti lo cercano. Si sa, sono le dinamiche della politica. E lui? Parla poco, è anche fatto così. Ascolta, a volte sorride amaro. Tempo al tempo. Del resto si vota l’anno prossimo.