“Al contrario, potrebbe essere ascritta, almeno in parte, all’attuale fase di emergenza la ricomposizione osservata nel mese di marzo fra disoccupati e inattivi in età lavorativa (15-64 anni) che ha visto, in un solo mese, il tasso di disoccupazione scendere di 0,9 punti percentuali (raggiungendo l’8,4% della forza lavoro) e il tasso di inattività salire in modo sostanzialmente corrispondente (+0,8%, raggiungendo quota 35,7%)”, ha aggiunto.
“L’impatto del lockdown, in base d’anno, avrebbe riguardato circa 385 mila occupati, di cui quasi 46 mila non regolari (il 2,2% dell’occupazione totale). Il risultato complessivo – ha sottolineato Monducci – mostra una forte eterogeneità settoriale. I comparti maggiormente coinvolti sarebbero quelli dell’alloggio e ristorazione (11,3%, pari a 139 mila occupati, di cui 22 mila non regolari), commercio, trasporti e logistica (2,7%, 92 mila occupati, di cui poco più di 5 mila non regolari) e i servizi alla persona (1,2%, 45 mila occupati, di cui più di 8 mila non regolari). Un minore impatto si registrerebbe invece per la produzione manifatturiera e le costruzioni”.
(ITALPRESS).