Istruzione Professionale in Sicilia, è rischio "oligopolio" - QdS

Istruzione Professionale in Sicilia, l’allarme: “Rischio di abuso di posizione dominante e oligopolio”

Istruzione Professionale in Sicilia, l’allarme: “Rischio di abuso di posizione dominante e oligopolio”

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lunedì 04 Luglio 2022

Le Associazioni Datoriali della Formazione Professionale affrontano un problema molto importante, chiedendo una riforma del sistema della formazione in Sicilia a tutela degli interessi dei giovani.

Le organizzazioni datoriali, che congiuntamente rappresentano oltre il 90% delle strutture impegnate nel settore dei percorsi di Istruzione e Formazione Professionale in Sicilia, ritengono che il tavolo di programmazione dei percorsi destinati ai giovani minorenni siciliani abbia solo parzialmente affrontato le questioni che riguardano l’imprescindibile necessità di riordinare il sistema dell’istruzione e della formazione professionale in Sicilia (IeFP).

Si tratta – spiegano le organizzazione- di un settore “molto delicato, che offre concrete opportunità ai nostri giovani, preparandoli ad affrontare il futuro attraverso l’acquisizione di mestieri spendibili nel mondo del lavoro”. Eppure esistono tante sperequazioni da colmare nell’ambito dell’offerta formativa regionale.

“Il sistema di formazione professionale in Sicilia ha bisogno di una riforma”

Il sistema attualmente vede concentrato il finanziamento dell’offerta formativa in capo a pochissimi soggetti in grado di influenzare la tipologia dell’offerta stessa, i profili professionali e le modalità di gestione delle commesse. Questo è quello che pensano le Associazioni Datoriali della Formazione Professionale.

“Il rischio che il sostanziale regime di oligopolio si trasformi in abuso di posizione dominante, da parte di
alcuni Enti di formazione non solo mina l’interesse generale, quello di offrire agli studenti la massima pluralità nell’offerta formativa, a garanzia della qualità e diversificazione della stessa, ma evita
anche che un pubblico servizio, come l’istruzione, diventi un vero e proprio business”.

“L’abuso da parte di una o più imprese di una posizione dominante all’interno del mercato nazionale o in
una sua parte rilevante, per la legge italiana è considerato atto vietato”, si legge nella nota delle associazioni.

Tale principio è stabilito non solo da diverse direttive europee in materia ma anche dall’art.3 comma 1 lettera q) della nuova legge regionale n. 23/019 sulla formazione professionale che recita: ”la Regione, in coerenza con i criteri ispiratori dell’azione formativa professionalizzante, persegue i seguenti obiettivi: (…) “q) applicare i principi di parità di trattamento, di trasparenza, di proporzionalità, di mutuo riconoscimento nella selezione degli enti attuatori e la relativa assegnazione dei finanziamenti;”.

“Riteniamo, quindi, che l’abuso di posizione dominante è pericoloso perché assegna a pochi un potere economico/politico che trasforma il settore in un oligopolio“.

“Rimaniamo disponibili ancora al confronto ma non accettiamo che un’associazioni di categoria minacci il
ricorso amministrativo per favorire un sistema oligarchico. Noi, per cultura, siamo per la più ampia
partecipazione al sistema di istruzione pubblica, e consci che la legge vieta tutto ciò che implementi un
sistema atto a precostituire una posizione dominante, siamo disponibili ad adire le vie legali per
salvaguardare un settore importante della formazione professionale”. Così si conclude la nota.

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