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Italia disastrata governanti incapaci

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giovedì 08 Dicembre 2022

Assicurare tutto il territorio

L’Italia è fragile per la sua composizione morfologica e orografica: un lembo di terra che penetra nel Mediterraneo, circondato da circa ottomila chilometri di coste.
La dorsale appenninica che divide in due il Paese è causa dei grandi problemi di smottamenti che hanno provocato disastri in questo secolo e anche nel precedente.
Questa descritta è responsabilità della natura, contro cui non possiamo fare nulla. Mentre è molto più grave la colpa dei cittadini/e e dei loro governanti, che hanno raddoppiato o triplicato i pericoli conseguenti al proprio insano comportamento.

In primo luogo i cittadini/e hanno due responsabilità. La prima riguarda l’incapacità di scegliere una classe istituzionale capace di governare con buonsenso, con lo sguardo verso il futuro, per emettere provvedimenti impopolari e perciò stesso giusti.
La seconda è una responsabilità diretta perché hanno “consumato” il territorio costruendo dove non si doveva e non si poteva, contribuendo ai disastri cui prima si accennava.

In secondo luogo la responsabilità è dei governanti dei tre livelli: centrale, regionale e comunale.
Chi ha avuto in questi settant’anni responsabilità di governo non ha mai provveduto a mappare, aggiornando continuamente, le debolezze del territorio e non ha mai provveduto a intervenire tempestivamente per porre rimedio a tali debolezze.

Le Giunte regionali e i loro presidenti, più vicini ai territori, hanno chiuso gli occhi sulle nefandezze che si andavano commettendo, anche quando esse venivano segnalate dai cittadini/e e dalle organizzazioni ambientaliste. Non solo, ma hanno assecondato i condoni nazionali con dei condoni regionali, seppur mimetizzati.
E infine i sindaci, i quali conoscono (o dovrebbero conoscere) il territorio loro affidato palmo a palmo. Ci riferiamo non solo ai sindaci dei piccoli comuni, ma anche a quelli dei medi e dei grandi comuni.
Tutte le amministrazioni civiche hanno il corpo dei Vigili urbani, i quali avrebbero il dovere di controllare tutto il loro territorio ma, stando dietro le scrivanie, è difficile farlo.

Non ci rendiamo conto di come sia stata possibile l’edificazione di immobili abusivi nei territori dei comuni, ove tutti sanno, tutti segnalano e nessuno vede o fa finta di non vedere.
Si comprende questo comportamento con un lassismo istituzionale non consono al dovere dei sindaci. Chi chiude gli occhi per non vedere si comporta come le tre scimmiette, ma ha enormi responsabilità.
Poi, quando sono accertati gli immobili abusivi, dovrebbero intervenire i rimedi, cioè l’abbattimento degli stessi; immobili costruiti sui letti dei fiumi, sul bordo di dirupi e così via, per cui le tragedie verificate erano annunciate.

Demolirli è diventato impossibile perché – diceva il presidente dell’Anci (Associazione nazionale dei Comuni italiani), Antonio Decaro – che per abbattere un immobile ci vogliono ben 250mila euro. Se ne dovrebbero abbattere alcune decine di migliaia: fate voi il conto.
Perché non vi è stata un’azione preventiva e neanche vi è un’azione che metta rimedio? Probabilmente perché anche gli abusivi votano e molti sindaci ritengono che è meglio non disturbare il manovratore.

La situazione è chiara, bisogna trovarvi rimedio, seppure difficile, costosissimo e impopolare. I sindaci non hanno risorse sufficienti per demolire gli immobili abusivi, ma possono evitare che altri ne vengano edificati o che si formino altri abusi intollerabili. Le Regioni, anch’esse non hanno sufficienti mezzi o voglia.

Dunque, chi dovrebbe provvedere? Ovviamente il Governo in carica che ha davanti a sé le due questioni prima indicate: provvedere a risanare il territorio e a eliminare gli abusi; evitare che il “consumo” di territorio e le sue debolezze non creino ulteriori disastri.

Per la prima questione ci vogliono risorse, che ci sono, ma anche una capacità organizzativa ed amministrativa che le spenda bene e in tempi rapidi. Per la seconda vi è una soluzione drastica, ma forse irrealizzabile: assicurare tutto il territorio attraverso le compagnie mondiali di assicurazioni che lo verificherebbero e stenderebbero le relative polizze.
Un’idea pazzesca e visionaria? Ai posteri l’ardua sentenza.

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