È da poco uscita un’attendibile stima del Fondo monetario internazionale sul Pil dell’anno corrente. Essa prevede che la media di crescita nel mondo sia del 5,5 per cento, in Europa del 4,2 per cento, negli Stati Uniti del 5,1 per cento, ma poi ci sono i due dati delle nazioni orientali che fanno il botto: Cina +8,1 per cento e India +11,5 per cento.
Da questi dati, nudi e crudi, si evince la prospettiva della crescita mondiale nel 2021. Di fronte a essi, abbiamo una previsione per l’Italia di uno striminzito +3 per cento, ma a giudicare dall’andamento della situazione politica, si può cominciare a pensare che esso si ridurrà. La Germania è accreditata di un +4,2 per cento, la Spagna di un +5,9 per cento e il Regno Unito, ormai fuori dall’Europa, di un +4 per cento.
Scusate la sfilza di numeri che vi ho elencato, ma essi parlano da soli, per cui ogni commento può ritenersi anche superfluo.
Sarà opportuno, invece, fare alcune valutazioni per capire le cause di questo scenario.
L’indice più sorprendente è quello dell’India, considerato che in quel Paese vi sono 1,4 miliardi di abitanti, ma, per chiarezza, va aggiunto che la soglia del Pil è piuttosto bassa.
Contrasta con questa situazione il Pil della Cina, perché è leggermente più ridotto dello standard, ma su una soglia in termini di valore assoluto molto più alta, essendo valutato in circa quindicimila miliardi di dollari.
L’incremento del Pil Usa è ancora più basso, ma parte su una soglia più elevata di circa ventunomila miliardi di dollari. Continuando con questo andamento, entro gli anni 28-30 vi sarà il sorpasso del colosso cinese rispetto a quello nordamericano.
Ma veniamo al nostro Paese. Dopo la crisi finanziaria del 2008, la classe politica inetta ha dimostrato la sua incompetenza, non riuscendo in ben dieci anni a riportare il livello del Pil ante quella data. A questo si aggiunga il crollo del Pil del 2020, stimato fra il nove e il dieci per cento, il che significa che ci vorranno forse altri dieci anni per ritornare alla soglia antecedente a questo anno sciagurato.
Questo accade anche perché il Paese è spaccato a metà, con un Sud in maggiore decrescita, che straccia il dato medio nazionale.
L’incapacità del ceto politico di dare un governo stabile al nostro Paese mediante una legge elettorale maggioritaria come quella francese, non consente di approntare piani pluriennali e non consente di cominciare quel livellamento fra Sud e Nord che è l’unica strada per fare crescere i dati economici di tutta l’Italia.
Le differenze fra Settentrione e Meridione sono macroscopiche: in termini di Pil pro capite, reddito pro capite, tasso infrastrutturale, sistema della depurazione, organizzazione dei rifiuti solidi urbani, tasso di fognature, reti idriche, tasso di disoccupazione (soprattutto quella giovanile), rete della fibra ottica.
Questi politici nullafacenti e in parte senza mestiere, bullonati alle loro poltrone, stanno facendo un danno enorme a tutto il Paese. Ma, nel loro egoismo, fanno finta di non accorgersene, tanto i loro emolumenti, il loro vitalizio, il loro rimborso spese, arrivano comunque, senza alcuna fatica e senza alcuna apprensione.
Il precipitare del Pil, il mantenimento delle macroscopiche differenze fra Nord e Sud, l’inefficienza complessiva della Pubblica amministrazione (che rema contro lo sviluppo), l’incapacità di formulare progetti di crescita a medio e lungo termine, dipingono un quadro a tinte fosche di una classe dirigente politica che avrà molte difficoltà a stendere il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, necessario a mettere in moto la ruota dello sviluppo.
Tutti continuano a strombazzare i 209 miliardi della Next Generation Ue, che in effetti sono 222, con i 13 miliardi aggiuntivi. Ma per il momento il Piano è solo un’accozzaglia di ipotesi, di manifestazione di desideri, di accaparramenti, ma niente che possa ricordare un vero e proprio progetto d’assieme formato da tanti progetti settoriali.
Qui, da noi, nessuno progetta, ma tutti sparano parole vuote e senza senso, per cercare il consenso di una popolazione parzialmente ignorante che si beve quasi tutte le nefandezze che vengono propalate ogni giorno su giornali, televisioni e web.
