Novità rassicuranti per l’italo argentino Fernando Eduardo Artese e il siciliano Gaetano Cateno Mirabella Costa, detenuti ad Alligator Alcatraz: il consolato italiano a Miami ha ottenuto che i due siano trasferiti in una seconda struttura, il centro Ice di Krome (Miami).
Lo ha comunicato nelle scorse ore la Farnesina, poche ore dopo la visita consolare ai due detenuti, che negli scorsi giorni avevano denunciato le difficili condizioni nel centro detentivo potenziato da Trump contro l’immigrazione irregolare.
Italiani detenuti ad Alligator Alcatraz trasferiti
Su richiesta del consolato, Artese e Mirabella Costa sono stati trasferiti nel centro Ice, con buone possibilità di poter tornare presto in Italia e con l’ausilio delle autorità italiane per accelerare le procedure previste per il rimpatrio.
Il siciliano potrà partire per l’Italia non appena ottenuto il permesso dal giudice dell’immigrazione, davanti al quale dovrà presentarsi “per questioni procedurali”. Ancora prima potrebbe avvenire invece la partenza del signor Artese per l’Italia, dato che pare che la sua condizione preveda solo la violazione delle leggi sull’immigrazione. A uno dei due ex detenuti di Alligator Alcatraz hanno consegnato un nuovo passaporto temporaneo, riconosciuto dalle autorità della Florida, per sostituire il precedente scaduto. Il documento – spiega la Farnesina – potrà accelerare l’espulsione e il successivo rimpatrio.
Il racconto
Negli scorsi giorni, la vicenda dei due italiani detenuti ad Alligator Alcatraz aveva fatto discutere e non poco. Nelle ore precedenti alla notizia del trasferimento di Artese e Mirabella Costa, infatti, le opposizioni avevano presentato delle interrogazioni parlamentari (una delle quali all’Ars, visto il coinvolgimento di un cittadino siciliano) per richiedere un intervento rapido delle autorità italiane. Intervento arrivato poche ore dopo con le prime buone notizie sui due connazionali detenuti.
Entrambi avevano denunciato le condizioni disumane del centro Alligator Alcatraz, così come tanti altri detenuti – di diverse nazionalità – che si sono trovati a vivere “come in gabbia” all’interno del centro immerso nelle paludi della Florida. Al TG2 Mirabella Costa aveva raccontato: “Siamo in gabbia come in un pollaio (…). Siamo in 32 per ogni gabbia, tre bagni all’aperto, vedono tutti quello che fai”.
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