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La Colombera: storia, presente e futuro di un grande Timorasso

La Colombera: storia, presente e futuro di un grande Timorasso

La Cantina di Elisa Semino tra ricerca, territorio e grandi bianchi

Milano, 5 dic. (askanews) – La storia de “La Colombera”, Cantina adagiata sulle colline di Vho, frazione di Tortona (Alessandria), attraversa quasi novant’anni e restituisce il percorso di una famiglia che ha accompagnato la trasformazione dei Colli Tortonesi da territorio agricolo misto ad area di riferimento per il Timorasso. La cascina viene affittata nel 1937 dai bisnonni Pietro e Maria, che coltivano grano, ceci, erba medica e allevano qualche animale e pochi filari di vigna destinati a diventare “vino del contadino” da consumarsi a casa. Dopo la guerra, con Renato e Giuliana, arrivano i primi investimenti in meccanizzazione e nuovi impianti, ma l’impronta cerealicola rimane predominante fino agli anni Ottanta, quando il figlio Piercarlo decide di non conferire più le uve e inizia a vinificarle e imbottigliarle.

L’ingresso di Elisa Semino, enologa e allieva di Attilio Scienza, apre una fase nuova per La Colombera: negli anni Novanta entra nel gruppo di viticoltori (tra cui ci sono Walter Massa, Claudio Mariotto, Luigi Boveri e Francesco Ferrari) che decide di ridare vita ai pochi ettari rimasti di Timorasso, varietà bianca originaria del Piemonte Sud Orientale e storicamente coltivata nel tortonese, quasi abbandonata nel Novecento in favore di uve più produttive. In quegli anni prende forma anche la convinzione che i Colli Tortonesi avessero bisogno di un vitigno capace di rappresentarne l’identità, spingendo i produttori a un lavoro condiviso in vigna e in cantina che diventa il motore della rinascita del Timorasso. La Colombera e gli altri tornano a impiantarlo nelle parcelle più adatte e contribuiscono a dimostrarne il valore come bianco strutturato (o rosso mancato) dalla straordinaria capacità evolutiva, dove i sentori di fiori bianchi, note di agrume e accenti sia dolci che sapidi inquadrati in una verticalità, acidità e freschezza marcate, lasciano spazio a sensazioni minerali, di pietra focaia, gessose, tra accenni di idrocarburo e di resina sostenute da una struttura che si è fatta accogliente e molto intrigante.

All’interno di questo percorso il primo Timorasso de La Colombera è il “Derthona”, in commercio dal 2000. Nasce da uve provenienti da vigne situate tra Vho, Cascina Macchetta e Sarezzano, su suoli argillosi chiari e scuri che riflettono la complessità del territorio tortoniano, con vinificazione e affinamento in acciaio. Negli anni successivi prende forma il progetto dei cru. Prima il “Montino” che viene impiantato nel 1997 su una collina a circa 250 metri di altitudine, di fronte alla cascina storica, su terreni argillosi chiari calcareo marnosi con intrusioni di arenarie e tufi. È uno dei siti più vocati della proprietà e dà vita a un Timorasso in purezza vinificato e affinato in acciaio, pensato per lunghi affinamenti in bottiglia. Poi nel 2016 Elisa individua un altro vigneto particolarmente adatto al Timorasso nella collina di Santa Croce, nel comune di Sarezzano, dove un’antica cava di calce ha lasciato in eredità suoli molto chiari, ricchi di carbonati e di sassi bianchi intrecciati con argille del Tortoniano. A 250 metri viene così impiantata la vigna da cui nasce il “SantaCroce”, vinificato anch’esso in purezza con una parte in acciaio e una in tonneaux di acacia. Le differenze tra i due cru affondano nelle caratteristiche dei suoli: a Vho le argille con venature calcaree sostengono struttura ed equilibrio, mentre a Santa Croce i terreni più calcarei e tufacei spingono verticalità, tensione e una mineralità più incisiva.

Il lavoro in vigna segue da anni un’impostazione organica (non certificata), con uso di solo rame e zolfo, l’assenza di diserbanti e una gestione manuale delle principali operazioni, dalla potatura alla raccolta. In Cantina l’unico intervento sistematico è l’aggiunta di solforosa prima dell’imbottigliamento. Dal punto di vista agronomico il Timorasso è un vitigno impegnativo che ha vigoria elevata, richiede potature attente e rese contenute per esprimersi al meglio. Predilige i suoli calcareo argillosi delle colline tortonesi e una maturazione tardiva, che impone esposizioni soleggiate e una gestione accorta della parete fogliare. Negli ultimi anni estati più asciutte e temperature più alte hanno ridotto in parte la pressione delle malattie fungine, ma la sanità del grappolo e la gestione della chioma restano punti delicati, soprattutto nelle annate più umide. I grappoli sono medi, compatti e di forma piramidale; gli acini tondi, con buccia spessa e consistente. In cantina dà mosti ricchi di estratto, con buon tenore zuccherino, acidità marcata e contenuto minerale elevato. La Colombera fa una vinificazione con pressature soffici, estrazioni delicate e fermentazioni in acciaio a temperature controllate, evitando la malolattica per preservare l’acidità, mentre l’affinamento sulle fecce fini amplifica la componente tattile mantenendo l’identità varietale.

La ricostruzione dell’identità del Timorasso passa anche attraverso il lavoro del Consorzio Tutela Vini Colli Tortonesi, che oggi riunisce oltre 115 soci e rappresenta la quasi totalità della produzione locale. La Doc Colli Tortonesi, nata nel 1973, copre circa 1.250 ettari in 47 Comuni della provincia di Alessandria e tutela una gamma ampia di vitigni, tra cui Barbera, Cortese, Dolcetto, Croatina e altre varietà autoctone che crescono su suoli di origine marina ricchi di marne calcaree, con un clima che alterna influenze padane e appenniniche. La culla del Timorasso è invece la sottozona Derthona, riconosciuta nel 2011.

Negli ultimi anni la crescita del Timorasso è diventata uno dei segnali più evidenti della vitalità dei Colli Tortonesi. La produzione di Timorasso Derthona si avvicina oggi al milione di bottiglie, e solo nel 2023 ha registrato un incremento del 59% rispetto all’anno precedente. La superficie vitata ha raggiunto circa 400 ettari, con una crescita che ha inciso fortemente anche sul valore dei terreni. In questo contesto il Consorzio sta lavorando a un progetto di evoluzione della Denominazione che riguarda direttamente il Timorasso. L’idea è quella di trasformare l’attuale Colli Tortonesi Timorasso in una Denominazione autonoma centrata sul nome Derthona. L’ipotesi prevede tre tipologie: un Piccolo Derthona pensato come versione giovane, in uscita dal primo marzo successivo alla vendemmia; un Derthona disponibile dal primo settembre dell’anno dopo; e una Riserva con immissione sul mercato dal terzo anno. La futura area della Denominazione dovrebbe interessare circa 400 chilometri quadrati, con 440 ettari di Timorasso complessivi, di cui 330 destinati alle tre tipologie.

Accanto ai Timorasso, La Colombera coltiva Barbera, Cortese, Croatina e Nibio. Dai vigneti storici nascono “Elisa”, Barbera affinata in legno, “Vegia Rampana”, Barbera vinificata in acciaio, “Suciaja” da Nibio, “Romba” e “Archè” da Croatina, il bianco “Bricco Bartolomeo” da Cortese e “Alice” da Malvasia Moscata e Moscato bianco. Dal 2019 si aggiunge il “Monleale”, Barbera che prende il nome dalla sottozona della Doc e che nasce da vigne degli anni Cinquanta situate a Cascina Macchetta, con rese contenute e affinamento in botte grande, a sottolineare il legame con una delle aree più tradizionali del territorio. Oltre ai vigneti, La Colombera comprende ettari destinati a grano e ceci, oltre a ciliegi, albicocchi, prugni e peschi da cui nascono le pesche di Volpedo sciroppate e le marmellate vendute in Cantina. L’enoturismo è diventato uno strumento di dialogo con il territorio, così come le degustazioni in uno spazio pensato per raccontare il lavoro in vigna e in Cantina a chi arriva sui Colli Tortonesi per conoscere da vicino il paesaggio e grandi vini, a partire proprio dal Timorasso. (Alessandro Pestalozza)