La Commissione tecnica-specialistica ha spiegato che occorre intervenire se, mentre si realizza l’opera, emerge un impatto non previsto inizialmente, anche chiedendo delle modifiche alle misure di mitigazione
PALERMO – “I poteri valutativi della Cts e delle autorità ambientali, durante la verifica di ottemperanza, sono ampi e vanno oltre il mero accertamento relativo all’adempimento delle condizioni ambientali contenute nel provvedimento di Via”. Se qualcuno avesse ancora dubbi sulla divergenza di vedute tra l’assessorato al Territorio e la Commissione tecnica-specialistica di cui la Regione si avvale per le valutazioni ambientali, adesso sono dipanati.
Il caso, di cui il Quotidiano di Sicilia ha dato notizia in esclusiva, riguarda una nota con cui il dipartimento regionale a marzo ha bacchettato la commissione guidata dall’avvocato Gaetano Armao, già assessore del governo Musumeci, per le modalità con cui gestisce le verifiche di ottemperanza, cioè le fasi in cui la Cts è chiamata a verificare che le prescrizioni impartite come condizioni per superare la valutazione d’impatto ambientale vengano realmente rispettate.
L’assessorato, con una nota a firma del dirigente generale Calogero Beringheli, ha richiamato al rispetto del Codice dell’ambiente e nello specifico a evitare di formulare nuove richieste progettuali o imporre ulteriori prescrizioni in fase di verifica di ottemperanza, per evitare “aggravi dei costi per gli operatori economici e nuovi oneri burocratici per l’amministrazione”. In sostanza…