La diga Jato di Partinico è strapiena ma le condotte restano un colabrodo - QdS

La diga Jato di Partinico è strapiena ma le condotte restano un colabrodo

La diga Jato di Partinico è strapiena ma le condotte restano un colabrodo

giovedì 16 Maggio 2019

Intere zone non sono servite dalla distribuzione idrica, l’agricoltura continua a boccheggiare. Da tempo si parla di due progetti da 5 e 10 milioni di euro, ma si attendono i finanziamenti

PARTINICO (PA) – Diga Jato di Partinico strapiena, quindi la grande sete degli ultimi due anni è soltanto un brutto ricordo. Semmai ora il problema è un altro: come distribuire l’acqua all’agricoltura del comprensorio, nei 7 mila ettari di territorio tra Partinico, Balestrate e Trappeto? A dire il vero i 7 mila ettari sono solo sulla carta ma da oltre un decennio oramai.

La vetustà della rete di distribuzione per uso irriguo da tempo è accertata: una recente stima del Consorzio di Bonifica Palermo 2, ente che gestisce gli impianti per la distribuzione dell’acqua per le campagne, parla di almeno un 50 per cento di territorio coltivato non servito proprio a causa delle falle nelle condotte. Addirittura un intero lotto, il I a sollevamento, è stato del tutto chiuso: stiamo parlando di un territorio di circa 1,3 ettari che si estende dal potabilizzatore Cicala sino ad arrivare a ridosso della costa, passando per le contrade Margi e Garofalo. In quest’area si era arrivati a perdite per oltre il 70 per cento e dai qui è arrivata la decisione del Consorzio di Bonifica di interrompere del tutto l’erogazione.

Lo scorso anno, secondo quanto aveva certificato Gigi Tomasino in qualità di direttore generale dei Consorzi di Bonifica per la Sicilia occidentale che comprende anche la gestione per uso irriguo della diga Jato di Partinico, si è riusciti a ridurre in tutti gli altri lotti le varie perdite del 17 per cento con interventi di ordinaria e straordinaria manutenzione. Quest’anno ancora, con la stagione irrigua che di fatto dovrebbe essere già partita, ancora non si è mossa foglia.

La grande preoccupazione è che nel frattempo le condotte, con un anno di vecchiaia in più, possano ulteriormente collassare. Nel frattempo sono partiti i primi interventi di manutenzione ordinaria nei due lotti a gravità, il III e il II. Però la struttura tecnica è deficitaria di mezzi ed attrezzature, e per di più c’è pochissimo materiale a disposizione degli operai.

Su questo argomento si è svolta a Trappeto una riunione del Comitato invaso Poma: “L’importante risultato ottenuto al tavolo per la distribuzione dell’acqua del Poma, sia per la città che per le campagne – commenta Antonio Lo Baido, portavoce del comitato – è una prima e concreta risposta anche al nostro impegno ed al lavoro svolto dalle storiche organizzazioni delle categorie dei coltivatori che operano nel nostro territorio. La seconda risposta, inspiegabilmente a oggi non pervenuta seppur spinta e sollecitata da tempo dal nostro comitato, è quella dell’impegno del Consorzio di Bonifica di Palermo per gli interventi sulla rete di distribuzione dell’acqua che hanno bisogno di azioni esecutive immediate e mirate. Tali interventi non possono più essere rinviati. Ne va dello sviluppo della nostra agricoltura e dell’economia di migliaia di produttori”.

Da tempo si parla poi di due progetti del valore di 10 e 5 milioni di euro che però attendono ancora un finanziamento. Se mai dovessero sbloccarsi in questo modo sì che gran parte della fatiscenza delle condotte potrebbe essere eliminata.

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