La favola bella - QdS

La favola bella

Pino Grimaldi

La favola bella

sabato 03 Luglio 2021

D’Annunzio, il “vate”, appunto perché tale, non è da escludere che nella sua magnifica “Pioggia nel pineto” abbia intravisto profeticamente quello che un secolo dopo si sarebbe verificato.

Italiani che vanno in estasi per un’idea di un comico, danno al movimento da lui creato tanti voti quanti manco il fascismo ne ebbe nella prime elezioni anni Venti, sbarco in Parlamento di centinaia di gente comune con qualche piccola eccezione a far notare la differenza, conquistano la maggioranza relativa e da qual momento persone, per carità buone e care, ma ignoranti a dismisura di amministrazione, gestione e politica cominciano a combinare guai.

Anche per aver avuto assegnato come leader un tale avvocato in uno studio legale e che neanche Padre Pio di cui è devoto gli aveva mai disvelato quel futuro che lo avvince, lo trasforma, lo ridisegna, con il popolo che lo porta in palmo di mano perché finalmente ha visto un “unus ex quibus”- come tutti in quanto elettori – elevato alla ennesima potenza, presiedere due governi di opposto colore,attribuirsi meriti inesistenti (miliardi dati all’Italia dall’EU a prescindere da chi fosse premier) ma che bucando, quando cade precipitevolissimevolmente, rimane nei sondaggi il più amato!
E li, il vate che conclude, quasi a parlar dell’inventore e del mistificatore del movimento: “la favola bella che ieri mi illuse ed oggi ti illude”: alias Grillo e Conte.
Tout casse, tout passe, tout lasse.

Il problema sarebbe da Grand Guignol se non facesse rischiare qualcosa alla vita del governo che ha nelle aule parlamentari ben il 32% di quel movimento che volendo può fare il bello e cattivo tempo e fra appena più di un semestre ha da eleggere il nuovo capo dello stato: capirai!
E preoccupati sono i Pd: i pochi rimasti all’esule rientrato dalla Francia (ma perché non è rimasto colà?) temono che l’ex avvocato del popolo casalineggiando, casalineggiando formi un partito e li freghi con una possibile aspirazione di parlamentari, già peraltro iniziata.
Il resto della sinistra non ha problemi: meno di quanti sono non è possibile.
Mentre la destra gongola, ma non riesce a capire,causa il grande caldo che offusca le menti, che o si danno una dritta,esempio una “alleanza” senza parlare di federare,unire,ricreare, o rischiano di non utilizzare un momento che è aureo.

L’ex primo ministro pare rivoglia un piccolo tavolino in piazza Colonna – già fatto – e raccogliere tutti i parlamentari ed amministratori 5stellati dicendo loro con voce stentorea, ma accattivante il nucleo del suo programma: “Se l’ipotiposi del sentimento personale postergando i prolegomeni della coscienza politica fosse capace di reintegrarsi col proprio subiettivismo alla genesi delle concomitanze, noi rappresenteremmo l’autofrasi della sintomatica contemporanea che sarebbe trasformazione esopolomaniaca del nostro io politico”. Nessuno ne capirebbe niente ed appunto per questo verrebbe osannato e seguito.
Certo, tanfo di plagio (Petrolini). Ma uno più, uno meno, nell’interesse del popolo……

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