Ricordate la favola di Hans Christian Andersen “I vestiti nuovi dell’Imperatore”?
L’Imperatore amava vestirsi di abiti ricchi e costosi. Chiamò alla Corte due tizi che passavano per essere bravissimi sarti, ma che in effetti erano truffatori che non sapevano nulla di tessuti, ago e fili. La loro capacità fu quella di far credere all’Imperatore che stessero tessendo vestiti meravigliosi. Questi, per non apparire stupido, confermò di vedere ciò che non esisteva. I truffatori vestirono il Re del nulla e questi camminava pavoneggiandosi di fronte ai cortigiani, declamando la bellezza di quanto indossava. Ma a un certo punto un bambino urlò: “Ma l’Imperatore non ha nulla addosso. L’Imperatore è nudo”. E così tutti scoprirono l’inganno.
La morte politica del Governo Conte ha declinato la propria falsità e con essa la pochezza di una classe politica incompetente, improvvisata e incapace di affrontare i problemi del Paese, che sono gravissimi e diventano sempre più onerosi per i cittadini.
Renzi, che abbiamo apprezzato quando fece il rottamatore e batté gli sfidanti Cuperlo e Civati alle primarie Pd del 2013 con quasi il 70% dei voti, è stato sempre vivace, anche se qualche volta “truffaldino”, come quando esclamò al suo collega presidente del Consiglio in carica, Enrico Letta: “Enrico stai sereno”. Poi lo defenestrò in quattro e quattr’otto, prendendone il posto.
In questa vicenda, avere demolito un’insana compagine di governo e un presidente del Consiglio buono per tutte le stagioni, è certamente un merito perché la conseguenza è stata l’affidamento dell’incarico a Mario Draghi, l’unico che è in condizione di redigere un serio PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) da consegnare alla Commissione europea entro il 30 aprile, affinché venga convalidato entro il 30 giugno.
Non sappiamo se Draghi riuscirà a far capire a politici improvvisati l’urgenza e la necessità che il Paese ha del suo Governo, ma l’alternativa di elezioni ad aprile o maggio, con l’entrata in funzione del Parlamento forse a fine giugno, sarebbe un disastro.
L’interesse generale è che il Governo Draghi decolli e faccia quelle riforme che questi parlamentari e le loro diramazioni non sono in condizione di fare.
Se il governo Draghi decollerà, possiamo pronosticare che il prossimo titolare del Mef sarà Carlo Cottarelli e la titolare della Giustizia sarà Marta Cartabia, mentre altri ministri saranno scelti fra personalità capaci e di grande onestà intellettuale.
In questo disastroso momento, in cui l’epidemia non è stata ancora sconfitta, in cui la campagna di vaccinazione stenta a decollare – anche per l’incapacità di chi poteva trattare direttamente con le case farmaceutiche -, in cui il Pil è sottoterra, mentre il debito pubblico è alle stelle, occorre un direttore d’orchestra capace, forte, prestigioso, che abbia conoscenze in tutto il mondo, per tirare fuori l’Italia dalla palude in cui gli incompetenti l’hanno gettata.
È inutile girarci intorno: i mediocri generano mediocrità; gli stupidi producono stupidità. Ecco lo stato in cui versa la popolazione italiana, e in particolare quella meridionale, che sta soffrendo fame, disoccupazione e retrocede giorno dopo giorno fino ad arrivare sull’orlo del burrone.
“La politica è nuda”. Sarebbe meglio rettificare: “La politica di basso rango, quella degli incapaci è nuda”, mentre la Politica è nobile, ma deve essere esercitata da persone che hanno carisma e professionalità, non da senatori e deputati improvvisati o da ministri incapaci di gestire anche un piccolo bar.
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, con poche ed efficaci frasi ha delineato, la sera di martedì 2 febbraio, le gravi conseguenze che ci sarebbero da un’elezione immediata, dal che ha dedotto che si rende indispensabile un Governo istituzionale per il quale a poco serve discettare se sia tecnico o politico. Il Presidente del Consiglio deve, comunque, avere il supporto della maggioranza di deputati e senatori.
Ci vogliamo augurare, nell’interesse del popolo italiano, che un momento di resipiscenza voglia aiutare i parlamentari, a prescindere dalla loro appartenenza politica, a supportare Mario Draghi, che saprà, con mano sicura, riportare l’Italia sulla retta via della crescita, dell’occupazione e della capacità sociale di un popolo unito come se stesse uscendo dalla Terza Guerra mondiale.
