“Ci sono due storie parallele, due campi temporali molto divisi – ha spiegato Grasso -. C’è una storia di grande amicizia tra un tenente siciliano di complemento costretto a far la guerra sulle Dolomiti e un fante di Tivoli, totalmente analfabeta ma dotato di grande saggezza. E’ il rapporto tra due personalità diverse, un intellettuale e un semianalfabeta, che si consolida alla ricerca di un senso di umanità in una guerra che di umano ha molto poco”.
Ma la trama del romanzo si dipana anche attraverso un piano temporale contemporaneo, in cui i discendenti dei due militari finiscono per conoscersi: “Su altro piano temporale troviamo la bisnipote del fante Antonio e il nipote del tenente Giardina. Luce è una giovane architetta che si è fatta da sola e ha vissuto con la nonna, trasferendosi poi in Francia – ha raccontato Grasso -. Viene avvisata dalla sorella che sua nonna è morta e dopo i funerali scopre una lettera-testamento in cui le viene chiesto di scoprire che fine ha fatto il bisnonno, di cui non si sa nemmeno dove sia la tomba, e di portare lì un fiore. Così, Luce va negli archivi militari e poi negli archivi di Stato, ma non trova nulla come se una mano invisibile avesse fatto sparire i documenti. Comincia qui un certo mistero, alla fine c’è l’incontro con Marco, giornalista, che è il nipote del tenente e ha un diario del nonno – ha aggiunto introducendo i temi principali del libro -. Qui, quando si arriva al periodo della morte del fante le pagine sono tagliate. Inizierà un viaggio in Sicilia dei due, una piccola odissea moderna in cui si incontrano tanti personaggi”. Un racconto in cui alla fine il passato e il presente si mescolano e in cui i due protagonisti rifletteranno sulla propria vita: “In questo viaggio in Sicilia si scoprirà il segreto della morte del fante e anche Marco scoprirà dei tasselli mancanti, perchè suo padre si era suicidato e non aveva capito il motivo. In uno dei capitoli ci sono le pagine del diario del tenente, si racconta la guerra, l’amicizia con Antonio, ci sono considerazioni sul conflitto, sul destino dell’uomo, su Dio, sul fato – ha anticipato -. Con il loro viaggio, assisteremo a una ricomposizione nelle loro storie tra passato, presente e forse il futuro”. Grasso, che ha rivelato come tra sè e il personaggio di Marco ci siano dei tratti in comune, pur non essendo un alter-ego dello scrittore, si è anche soffermato sull’attualità della guerra in Ucraina, dove si assiste a un ripetersi ciclico e tragico degli orrori raccontati nel suo romanzo: “Gli errori della guerra sono sempre uguali, anche se le dinamiche cambiano. La Prima Guerra Mondiale era una guerra di trincea, si moriva per le pallottole ma anche per infezioni, fame e malattie – ha ricordato Grasso -. Sembrava che la tecnologia applicata alle armi potesse rendere inutili le trincee. Tornare alla guerra di trincea come vediamo in Ucraina fa impressione, c’è un dato strategico di fatto, le forze e le risorse si sono consumate e sta diventando una guerra crudele con il corpo a corpo – ha concluso -. Una guerra dove a morire sono i giovani e le conseguenze le pagano le donne che rimangono a casa”.
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(ITALPRESS).