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La Juve Stabia in amministrazione giudiziaria, le (possibili) ripercussioni sul campionato di Serie B

La Juve Stabia in amministrazione giudiziaria, le (possibili) ripercussioni sul campionato di Serie B

Il provvedimento arriva a seguito di un’inchiesta che ipotizza infiltrazioni della criminalità organizzata nelle attività economiche della società sportiva

Terremoto Juve Stabia. Il club campano che milita in Serie B è stato posto sotto amministrazione giudiziaria su disposizione della direzione nazionale antimafia e della procura di Napoli.

Il provvedimento arriva a seguito di un’inchiesta in cui si parla di infiltrazioni della criminalità organizzata nelle attività economiche della società sportiva.

Le indagini, le parole del procuratore di Napoli Nicola Gratteri

Secondo quanto dichiarato dal procuratore della Repubblica di Napoli Nicola Gratteri: “Un intero comparto dei servizi legati alla Juve Stabia era nelle mani della camorra stabiese. Oggi la Juve Stabia è in amministrazione giudiziaria”. Per gli inquirenti, in particolare: “La compagine calcistica, nel suo attuale assetto societario e proprietario, è subentrata in relazioni economiche di antica data, che sin dall’origine si sono rivelate sottoposte al condizionamento di presenze e interessi mafiosi e rispetto alle quali non si è dotata di adeguati meccanismi di controllo e prevenzione”.

“I calciatori devono solo giocare, al resto pensava la camorra”

Il procuratore Gratteri ha aggiunto che “la Juve Stabia era mezzo della camorra per farsi pubblicità e gestire potere. Uomini del clan erano presenti in diversi servizi: dallo spostamento degli autobus alle ambulanze, dalla vendita di bibite a quella dei biglietti e controllo sicurezza nello stadio (gli steward, ndr). Pacchetto completo, i calciatori dovevano solo giocare, al resto pensava la camorra”

Verrà dunque emanato un decreto applicativo della misura di prevenzione prevista dall’articolo 34 del Codice Antimafia. L’articolo in questione disciplina la misura di amministrazione giudiziaria dei beni connessi ad attività economiche quando dalle indagini emergano indizi di rischio d’infiltrazione mafiosa. La misura può essere adottata per un periodo limitato, un anno prorogabile di ulteriori sei mesi. Questo per garantire la continuità delle attività in modo trasparente.

Il procuratore nazionale Melillo: “Il suocero del boss fu presidente della Juve Stabia”

“In passato, anche il consuocero del boss D’Alessandro ha ricoperto la carica di presidente della società sportiva Juve Stabia”. È quanto riferito dal procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo, nel corso di una conferenza stampa in Procura a Napoli, per illustrare il provvedimento di amministrazione giudiziaria emesso nei confronti del club campano.

“Il mio ufficio – ha detto ancora Melillo – ha la convinzione profonda che analoghi provvedimenti riguarderanno anche altre società in futuro: il quadro è davvero allarmante e non riguarda solo le regioni dove tipicamente sono radicate le mafie e non riguarda solo il calcio”.

Il procuratore nazionale ha ricordato che la presenza dei gruppi mafiosi ha prodotto “una degenerazione delle logiche che regolano le manifestazioni sportive: tutto questo crea un clima nel quale si possono verificare tragedie come quella di Rieti”. Inoltre ha sottolineato come provvedimenti simili abbiano già riguardato in passato il Foggia e il Crotone.

Juve Stabia in amministrazione giudiziaria, i rischi per il campionato

Sul piano sportivo, invece, la squadra continuerà a partecipare al campionato di Serie B. Tuttavia potrebbero esserci ritardi o modifiche organizzative per le partite casalinghe, legate alla necessità di ristrutturare i servizi interni e di garantire la sicurezza dello stadio Romeo Menti.

La gara col Bari di mercoledì sera, valida per la decima giornata, potrebbe essere rinviata. Ricordiamo che i campani affronteranno il Palermo al Barbera il prossimo 8 novembre per la dodicesima giornata.

Al momento, inoltre, non sono previste sanzioni sportive. Figc e Lega B stanno, però, monitorando la situazione assieme alle autorità giudiziarie.