La metafora dell’ago nel pagliaio: una bugia - QdS

La metafora dell’ago nel pagliaio: una bugia

La metafora dell’ago nel pagliaio: una bugia

martedì 19 Novembre 2024

Quando si deve cercare qualcosa con difficoltà si usa citare la nota frase: “è come cercare un ago in un pagliaio”; come dire che essa è introvabile.
Questo modo di dire popolare è vero? Riteniamo si tratti di bugia. Infatti, la soluzione c’è, secondo la regola che un problema esiste in quanto esista la soluzione. Diversamente, il problema non esiste.
Qual è la soluzione della frase popolare prima citata? Abbastanza semplice: basta bruciare tutta la paglia e alla fine, fra la cenere l’unico oggetto che non si sarà bruciato sarà proprio l’ago, che quindi può essere trovato.

La favola che vi abbiamo raccontato serve per sfatare certi modi di pensare secondo i quali vi sarebbero tanti fatti e tanti problemi che non hanno soluzione. Si tratta di una mentalità perdente e deficitaria, probabilmente perché non è portata da conoscenze, da studi e soprattutto dalla volontà di affrontare i problemi con grinta e positività, sapendo che possono essere risolti.

I matematici ci hanno insegnato a risolvere i problemi con i numeri, anche quelli più difficili. E poi, via via, i software ci hanno messo in condizione di risolvere sempre più problemi che sembravano irrisolvibili.
Oggi poi con la cosiddetta intelligenza artificiale – sulla quale più volte siamo intervenuti – la potenza dei calcolatori è tale che consente di elaborare centinaia o migliaia di miliardi di dati in pochissimo tempo e quindi di trovare nuove soluzioni, prima introvabili.

La capacità di elaborazione di questi modernissimi e sofisticati strumenti aumenta giorno dopo giorno e consente in astronomia, in astronautica e in altri settori di risolvere problemi sempre più complessi, che così ora sono alla portata della conoscenza umana.
La mentalità con cui bisogna affrontare le difficoltà dev’essere sempre positiva, in quanto la negatività appesantisce la capacità di trovare soluzioni. Ecco perché bisogna indirizzare la conoscenza verso uno stato mentale che debba essere sempre più orientato a risolvere le questioni piuttosto che ad accettare la sconfitta, probabilmente conseguenza di incompetenza.

Se non ci fosse stata una mentalità positiva, l’umanità non sarebbe avanzata, non avrebbe progredito ed oggi sarebbe ancora all’età della pietra, quando l’alimentazione era solamente vegetale.
Via via, poiché è nella natura dell’umanità, si cerca il progresso, seppure con affanno e in mezzo a molteplici difficoltà. Esso è sempre alla portata di chi lo cerca, ma occorrono requisiti positivi, senza dei quali non si approda a nulla, ricordandosi che a piccoli passi si può raggiungere qualunque traguardo.
Dunque, si deve cercare l’ago nel pagliaio sapendo che lo si può trovare, per cui si ribalta la situazione in quanto si rappresenta una realtà positiva rispetto a quella che pensano in molti in modo negativo.

Ecco la questione che sta al fondo di come funzionano le persone e si può sintetizzare nella nota frase consistente nel vedere sempre il bicchiere mezzo pieno piuttosto che mezzo vuoto.
Vedere la parte positiva di quello che accade è anche un modo migliore per trascorrere la vita: il tempo che ciascuno di noi ha a disposizione, un dono prezioso che però molti sprecano.

Non possiamo trascurare, nell’argomento trattato, che molta gente non cerca soluzioni che diano vantaggio a tutti, ma che lo diano solo a loro. Un comportamento egoistico e contemporaneamente cattivo. Bisogna prendere atto che la cattiveria è un elemento che fa parte dell’umanità, come la bontà. Si spera che essa venga combattuta e quando questo non succede, queste persone vanno isolate e valutate in base a ciò che dicono e a ciò che fanno.

Soprattutto ai/alle giovani bisogna dare indicazioni precise su questo modo di vivere e di comportarsi perché essi/e rappresentano il futuro e perché a loro volta insegneranno ai/alle loro figli/e com’è giusto comportarsi per essere considerate persone per bene.
Ciascuno di noi ha il compito di far bene e di essere un modello positivo e dignitoso per gli altri perché ciascuno di noi è osservato e quindi per primo deve dare l’esempio, che, com’è noto, viene dall’alto. Se il pesce puzza dalla testa, dev’essere gettato via.

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