La nuova Strategia nazionale per l’economia circolare (Sec) - QdS

La nuova Strategia nazionale per l’economia circolare (Sec)

Chicco Testa

La nuova Strategia nazionale per l’economia circolare (Sec)

venerdì 05 Agosto 2022

Fino ad oggi esisteva la Strategia Energetica nazionale (SEN). Da qualche giorno abbiamo anche la Strategia Nazionale per l’Economia Circolare (SEC). Che cosa è?

di Chicco Testa
Presidente Assoambiente

Fino ad oggi esisteva la Strategia Energetica nazionale (SEN). Da qualche giorno abbiamo anche la Strategia Nazionale per l’Economia Circolare (SEC). Che cosa è e a cosa serve? Da alcuni anni (almeno dal 2017) nell’agenda europea ed internazionale si è affermato il tema della gestione sostenibile della materia e non solo dell’energia, ed è stato coniato il fortunato termine “economia circolare”. Il ragionamento è semplice: sono risorse “finite” non solo i combustibili fossili, ma anche le materie prime, e quindi occorre superare modelli dissipativi e lineari e puntare ad un uso efficiente delle materie prime e delle risorse naturali e al massimo di riciclo e riuso possibile.

Anche le materie primi sono risorse “finite”

Una preoccupazione che riguarda tutte le materie prime, ma sempre più attuale nel campo dei cosiddetti “materiali critici” come le terre rare ed alcuni metalli, particolarmente utilizzati per la componentistica elettronica e le attività energetiche rinnovabili e di stoccaggio. Da qui l’esigenza di dotarsi di un nuovo quadro normativo (il pacchetto europeo economia circolare e le nuove direttive del 2018) e di una strategia nazionale che orienti gli attori di un sistema sempre più complesso: cittadini, aziende, enti pubblici, gestori dei rifiuti, centri di ricerca, consorzi di filiera.

Le “strategie” di solito tendono progressivamente a sostituire i Piani o ad affiancarli, in quei settori (l’energia, ma anche ormai i rifiuti) sempre più di mercato, aperti alla concorrenza e all’iniziativa privata, dove schemi dirigistici e statalisti non possono più funzionare. La SEC infatti si affianca al Programma Nazionale di gestione dei rifiuti, approvati entrambi poche settimane fa contemporaneamente. Naturalmente entrambi gli strumenti sono considerati riforme fondamentali per l’attuazione del PNRR e le prime risorse per progetti di economia circolare già definite. Si tratta di un documento complesso, che punta ad orientare i comportamenti di tutti gli attori nella direzione della transizione circolare.

La SEC individua degli strumenti economici, legali ed amministrativi importanti

Oltre a ricordare gli obiettivi indicati dalle norme (riciclo dei rifiuti urbani, riciclo di imballaggi, RAEE, rifiuti da costruzione e demolizione, batterie, veicoli fuori uso, riduzione della produzione di scarti) la SEC individua degli strumenti economici, legali ed amministrativi importanti. Un mix di misure che dovrebbero portarci a raggiungere gli obiettivi nei tempi previsti. Come nel campo dell’energia anche in quello della materia occorre distinguere gli interventi “a monte” da quelli a “valle”. L’uso efficiente delle materie prime e delle risorse naturali parte prima di tutto da nuovi meccanismi di progettazione (ecodesign) e produzione dei beni: minore consumo di materia vergine, uso di materia riciclata, facile riciclabilità, riparabilità e riutilizzabilità. Qui serve innovazione e incentivi alla ricerca. A valle invece devono essere potenziati i meccanismi di raccolta differenziate e riciclo sia nel flusso di rifiuti urbani che speciali.

Va sostenuto e stabilizzato il mercato delle materie prime seconde

Occorre potenziare le raccolte, le filiere di recupero, le simbiosi industriali, e va sostenuto e stabilizzato il mercato delle materie prime seconde, destinato ad assorbire quote crescenti di materiali provenienti dal ciclo dei rifiuti. Qui servono strumenti economici e legali flessibili ed efficaci come la responsabilità estesa del produttore, le tasse verdi, gli acquisti verdi, i certificati del riciclo, ma anche i decreti end of waste e la semplificazione delle procedure autorizzative per le attività di recupero e riciclo.Su tutti questi punti si sofferma la SEC.

Significativo il caso della direttiva attesa sull’ecodesign. Fino ad oggi la direttiva indicava solo requisiti di efficienza energetica dei prodotti, la nuova direttiva includerà anche i requisiti di circolarità. Le aziende produttrici di beni sono chiamate ad un grande sforzo di innovazione, e per aumentare l’utilizzo di materia riciclata rispetto ai materiali vergini la SEC promuove le cosiddette “simbiosi industriali”: un’azienda che produce scarti si collega con un’altra azienda che può vedere in quegli scarti una materia prima seconda e definiscono accordi industriali, anche nella forma di reti di impresa.

La responsabilità estesa del produttore (EPR)

Uno strumento particolarmente enfatizzato dalla SEC è la responsabilità estesa del produttore (EPR), quel meccanismo che sposta la responsabilità nella gestione dei rifiuti dai consumatori finali ai produttori di un bene. Uno strumento innovativo che da anni produce buoni risultati nel settore degli imballaggi e che può essere potenziato ed esteso ad altri settori (tessili, ingombranti, plastiche non imballaggi). La Strategia indica la necessità di una riforma globale dell’EPR italiana.

Il potenziamento del Green Public Procurement

Altro strumento cardine della SEC è il potenziamento del Green Public Procurement, meccanismo obbligatorio di acquisto di prodotti circolari da parte delle pubbliche amministrazioni. Gli acquisti pubblici hanno un impatto grandissimo sui diversi mercati e un maggior orientamento all’acquisto di prodotti riciclati (definiti nei Criteri Ambientali Minimi per le stazioni appaltanti) potrebbe rappresentare un forte stimolo sul lato della domanda per lo sviluppo di questi mercati.

I cosiddetti decreti End of Waste

Da perfezionare e completare il quadro normativo che individua le filiere che possono essere sottratte alla normativa sui rifiuti, i cosiddetti decreti End of Waste. Uno strumento legale indispensabile per un corretto funzionamento dei mercati del riciclo in una logica di semplificazione. L’economia circolare è fatta di mercati e aziende. L’intervento pubblico normativo non è più quello della pianificazione di impianti finali, ma diventa quello di regia, politica industriale, incentivo, orientamento e stabilizzazione dei mercati.

Molte filiere del riciclo (metalli, carta, vetro) funzionano già bene così e andrà solo posta attenzione alle dinamiche (a volte distorsive) di mercati internazionali spesso complessi ed instabili. Altre filiere vanno rafforzate e costruite: la frazione organica per la produzione di biometano e compost, le plastiche non imballaggi, i rifiuti tessili, i fanghi di depurazione, solo per fare qualche esempio. La Strategia indica alcuni strumenti economici e fiscali per sostenere questi mercati: le risorse del PNRR, il Piano Industria 4.0, nuovi strumenti fiscali ed incentivi. Forse su questo punto la Strategia poteva essere più incisiva ed efficace.

Senza ripercorrere gli eccessi di incentivazione che hanno caratterizzato la Strategia Energetica, la SEC poteva individuare meglio nuovi strumenti di sostegno al mercato del riciclo da attivare quando necessari, preferibili all’uso dei fondi PNRR per finanziare impianti che potevano essere realizzati da operatori privati senza bisogno di sussidi. Quel che serve sono incentivi mirati e di mercato (aperti a tutti) e una poderosa operazione di semplificazione.

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