Secondo Carlo Cottarelli, venuto al nostro Forum pubblicato il 14 maggio del 2019, la patrimoniale su cittadini/e-risparmiatori/trici c’è già stata. Tenuto conto che essi/e detengono all’incirca millecento miliardi, si sono visti tagliare in modo invisibile circa duecento miliardi. Vediamo il perché.
Nel 2021, l’inflazione è stata del 5 per cento; nel 2022 del 12 per cento; nel 2023 potrebbe attestarsi intorno al 5 o 6 per cento circa. Totale, un’inflazione che ha agito sui risparmi pari a oltre il venti per cento, donde i duecento miliardi di decurtazione di valore effettivo sui millecento miliardi di valore prima indicati.
Scusate l’elencazione delle cifre, ma se ci fate caso esse sono più eloquenti di qualunque frase o ragionamento ed è per questo che ho ritenuto di elencarle. Oltre a questo grave fatto, vi è quello ancora più grave delle famiglie senza risparmi depositati in banca, che si sono accorte dell’inflazione con l’aumento dei prezzi sui beni di consumo.
L’inflazione sugli stessi ha causato un aumento dei prezzi, stimato, del 26 per cento; la differenza è stata un’ulteriore conseguenza della speculazione. Com’è noto, tutti i beni, da quelli agricoli provenienti dal terreno a quelli industriali, nel loro percorso fino al consumatore/trice, superano tante porte. Ogni custode della singola porta – come Ghino di Tacco, celebre ladrone toscano vissuto intorno al XIII secolo – aggiunge qualche cosa per il proprio tornaconto. Conseguenza, dopo sei-otto-dieci passaggi, un bene o un servizio viene maggiorato indebitamente dal tornaconto del singolo. La somma di tutti i tornaconti si chiama, appunto, speculazione.
Cosicché, i/le cittadini/e hanno pagato fino a oggi una perdita del potere d’acquisto dei propri quattrini o dei propri guadagni, che ufficialmente è intorno a quel venti per cento citato da Carlo Cottarelli all’inizio, ma che nella sostanza può essere molto vicino al trenta per cento.
Gli statistici fanno fatica a stimare questi dati, ma poi è sicuro che chi va nei mercati o nei negozi della Gdo (Grande distribuzione organizzata) trova la conferma di tutti i prezzi che sono schizzati in alto.
Di quanto precede abbiamo visto notizie inadeguate su quotidiani e trasmissioni radio-televisive e molto scarne e quasi insignificanti sui siti web. Cosicché, i/le cittadini/e comuni si sono visti/e soffocare da questo aumento dei prezzi rendendosi conto di essere impotenti per fronteggiarli, perché, per esempio, gli stipendi non possono essere adeguati agli indici prima indicati, ma nemmeno gli onorari dei comuni professionisti possono avere aumenti del 25 o 30 per cento.
Insomma, l’inflazione “condita” con la speculazione si trasforma nella necessità di fare alcuni buchi nella cintura, che si restringe. E pensare che tutto questo si sarebbe potuto evitare – l’abbiamo scritto numerose volte – se solo la stoltezza dei governanti non avesse caricato le sanzioni alla Russia, da cui è partito il processo inflattivo-speculativo che descriviamo dal 24 febbraio del 2022.
Fuori da questo quadro c’è la Svizzera, che si è rifiutata di porre sanzioni alla Russia e si è rifiutata di inviare armi all’Ucraina; insomma, si è rifiutata di inserirsi in questo bailamme, le cui conseguenze erano note ai grandi macroeconomisti, primo fra cui Mario Draghi, che stimiamo moltissimo, ma che certamente non possiamo accreditare di ignoranza.
In Svizzera, scrivevamo, quest’anno l’inflazione è contenuta all’1,7 per cento, contro, come scrivevamo, il 5-6 per cento del nostro Paese.
Oltre al rifiuto di porre sanzioni alla Russia e di inviare armi all’Ucraina, la Confederazione Elvetica ha poteri straordinari che adopera per contenere i prezzi, per cui gli stessi sono rimasti stabili per l’intervento governativo e continuano a mantenersi stabili. Insomma, ancora una volta, la Svizzera ha dimostrato quel buonsenso secolare, che parte dal lontano 1291, quando emise i primi vagiti, mentre, come è noto, si costituì ufficialmente solo nel 1848.
Buonsenso elvetico e stupidità europea a confronto: da quanto vi abbiamo scritto traete liberamente le vostre conclusioni.
