Nella Galleria d’arte moderna di via Castello Ursino settanta opere, tra dipinti ad olio, incisioni e disegni, realizzate tra la fine degli anni Cinquanta ai primi anni Ottanta, quando il giornalista venne ucciso dalla mafia
CATANIA – “La pittura come documento, racconto e denuncia” è la mostra di opere pittoriche di Giuseppe Fava, che è stata inaugurata ieri, alla Galleria d’arte moderna di via Castello Ursino 26 (angolo via Transito). All’incontro sono intervenuti il sindaco Salvo Pogliese e l’assessore alla Cultura, Barbara Mirabella, la presidente della fondazione Fava, Francesca Andreozzi, la curatrice della mostra, Giovanna Mori, Giuseppe Maria Andreozzi, responsabile dell’archivio Giuseppe Fava, e don Luigi Ciotti presidente di Libera.
L’evento è stato organizzato dall’assessorato alle Attività e ai Beni culturali del comune di Catania insieme con la fondazione Giuseppe Fava che ha ideato il progetto espositivo, a cura di Giovanna Mori. L’obiettivo è quello di portare a conoscenza del pubblico che Fava, ucciso per mano della mafia il 5 gennaio del 1984, oltre che giornalista fu scrittore, drammaturgo e anche pittore.
Dopo la mostra di Taormina del 2001, e la recente esposizione a Milano, l’evento torna in Sicilia con una raccolta di circa 70 opere, tra dipinti ad olio, incisioni e disegni realizzati lungo un arco di tempo che corre dalla fine degli anni cinquanta ai primi anni ottanta.Un’occasione per cogliere e apprezzare la poliedricità di Fava, il suo muoversi con efficacia su vari ambiti espressivi strettamente integrati fra loro poiché uniti dal medesimo intento: osservare per raccontare con sguardo lucido e senza timore.
L’esposizione sarà arricchita da materiale documentario, come fotografie, prime edizioni, presentazioni di personali e video, che permetterà ai visitatori di avvicinarsi ulteriormente all’artista e alla sua opera. L’apertura al pubblico è prevista sino al 14 marzo, dal lunedì al sabato, con orario continuato dalle 9 alle 19. Domenica e festivi chiusa. L’ingresso è libero.