Fuori dal virus, ora in moto l’economia - QdS

Fuori dal virus, ora in moto l’economia

Carlo Alberto Tregua

Fuori dal virus, ora in moto l’economia

martedì 14 Aprile 2020

La Regione deve guidare il Risorgimento della Sicilia e dei siciliani, con buonsenso, capacità e tempestività, senza perdere altro tempo.
Guai a piangere sul latte versato, guai a recriminare su chi ha fatto bene o chi ha sbagliato. Ora bisogna guardare avanti con concretezza, partendo dalla formulazione di una norma che tagli con un unico colpo di accetta tutte le farraginose procedure regionali, che imbavagliano l’economia e ingessano le iniziative imprenditoriali.
Il presidente Musumeci, con la sua capacità valutativa al di là del proprio interesse di parte, deve mettere insieme una task force di competenti – non solo siciliani, non solo italiani, ma anche internazionali – e preparare un piano in una settimana. Una iniziativa indispensabile per rimettere in moto tutti i settori dell’economia siciliana. Le risorse ci sono, ma devono essere utilizzate ad horas.
La filiera agroalimentare, quella energetica, i servizi, la logistica, i commerci, l’artigianato, il turismo e le altre attività devono ricevere propulsione da un piano economico e finanziario, organico, funzionale alla crescita.

La Regione è chiamata a un compito straordinario e tempestivo: se non interviene immediatamente con progetti di crescita in cui coinvolgere imprenditori, professionisti e sindacati – contando sulla disponibilità e capacità di quella parte dei burocrati formata da gente perbene e competente – le macerie aumenteranno e non ci saranno risorse sufficienti a ristorare milioni di siciliani caduti in povertà.
Vi sono due strumenti finanziari che devono essere utilizzati immediatamente: circa cinque miliardi di Fondi europei e Fsc da spendere subito sulla base di progetti qualificati, che devono essere approvati da Bruxelles; e le risorse della Finanziaria regionale, che possono supportare notevolmente le iniziative imprenditoriali.
Vi sono poi ulteriori disponibilità e cioé quelle appostate nei capitoli di bilancio regionale 2019, perché le relative spese, anche per opere pubbliche, sono bloccate da qualche inghippo burocratico. Ecco, il presidente Musumeci deve costruire un’altra task force, secondo il modello della precedente, per individuare i paletti di legge caotici e i burocrati incompetenti, in modo da spendere subito quelle somme.
L’economia siciliana ha bisogno di iniezioni finanziarie cospicue, che ci sono, un bisogno urgente, subito, non domani.
C’è una prova importante da affrontare con determinazione e proprio il presidente, che risiede anche di notte al Palazzo d’Orleans e dà l’esempio di essere un grande lavoratore, deve impugnare con decisione il volante della Regione e chiedere ai suoi 1.300 dirigenti di mettersi a correre come non hanno fatto mai in questi settant’anni.
Insomma, bisogna smascherare tutti coloro che remano contro, perché questo è un momento topico nel quale non è più consentito a nessuno di babbiare.
Basta con il cazzeggio, basta con i rinvii, basta con le osservazioni strumentali o con le critiche distruttive: è il momento di cambiare totalmente il modo di ragionare e di funzionare. Chi non si dovesse adeguare a Risorgimento Sicilia, deve essere cacciato con ignominia e additato al pubblico ludibrio.

Energia, trasporti, infrastrutture, investimenti, riassetto idrogeologico del territorio, riforma sblocca cantieri sono le iniziative più urgenti e indifferibili che la Regione deve avviare, coinvolgendo le classi produttive e sociali che sono pronte e disponibili a collaborare in modo concreto e tempestivo.
Il quando è un requisito da cui non si può prescindere. Non c’è più la possibilità di procrastinare queste iniziative, perché se si continuasse a perdere tempo, come si faceva prima del virus, si lascerà spazio alla criminalità organizzata, alla categoria degli usurai e a chi approfittando della fame e del bisogno di milioni di siciliani potrebbe allargare tale spazio, che invece deve essere ridotto sempre di più.
Quanto precede esclude la ricerca del consenso clientelare e include la capacità di supportare i bravi e gli onesti, che sono disponibili a sacrificarsi per il bene della Sicilia e dei siciliani.
Musumeci attinga anche a eccellenze della società civile, perché ha bisogno di tutti per tirare fuori la Sicilia da questo spaventoso buco nero in cui è caduta.

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