Appena conclusa un’indagine del dipartimento Attività produttive per conoscere gli effetti dell’emergenza coronavirus. L'obiettivo è capire su quali criticità intervenire per risollevare export e internazionalizzazione. I webinar per la ripartenza
PALERMO – Per capire meglio le difficoltà incontrate nel periodo dell’emergenza sanitaria dovuta al Covid 19 dalle imprese siciliane, nell’ottica di fornire interventi di aiuto efficaci e mirati. A questo punta l’indagine conoscitiva promossa dal Dipartimento Regionale delle Attività Produttive della Regione Siciliana; la ricerca si è conclusa ieri, e analizzerà gli effetti dell’emergenza Covid-19 sulle imprese siciliane, con particolare focus sulle aziende vocate all’internazionalizzazione e all’export di prodotti nei mercati internazionali.
Le rilevazioni consentiranno di raccogliere valutazioni direttamente dalle imprese in merito all’impatto dell’emergenza sanitaria e della crisi economica sulla loro attività, soprattutto in relazione agli effetti di natura economica, occupazionale e finanziaria della crisi in corso. Si è trattato infatti di una crisi straordinaria e con tempi così celeri da non permettere di organizzare la chiusura, per cui le aziende si sono trovate ferme da un giorno all’altro, senza alcuna previsione possibile per il futuro.
Un lockdown inatteso e imprevisto, che ha avuto conseguenze non di poco conto sull’imprenditoria e di conseguenza sui dipendenti. Le evidenze statistiche raccolte saranno tenute in considerazione al fine di poter definire meglio le strategie e gli strumenti per gestire al meglio le conseguenze della pandemia, e di supportare le imprese fornendo loro suggerimenti e strumenti utili per la gestione dei rischi associati alla fase di ripartenza e riorganizzazione delle attività aziendali.
Con il supporto di Marsh Risk Consulting, società specializzata in ambito risk management, verrà formalizzato un apposito Vademecum al fine di poter indirizzare in maniera puntuale suggerimenti e azioni necessarie a garantire un’adeguata ripartenza. Successivamente, verranno organizzati dei seminari via web, i cosiddetti webinar, sia operativi che informativi per lo scambio e la condivisione di esperienze e soluzioni nella gestione della crisi, con approfondimenti sulle principali esigenze segnalate dalle aziende del territorio. In termini tecnici, per ridurre al minimo il disturbo statistico e in considerazione del periodo molto contenuto per la raccolta dati, il questionario si compone di un numero ridotto di domande con un tempo stimato di compilazione di massimo 15 minuti.
Alla fine della raccolta e del trattamento dei dati, i risultati della rilevazione saranno diffusi in forma aggregata e, pertanto, non sarà possibile risalire ai soggetti a cui si riferiscono i dati. La stessa tipologia di ricerca è stata già predisposta in due occasioni in questi mesi da Confindustria, che ha voluto monitorare l’evoluzione della situazione. E i dati non sono confortanti: quasi la metà delle imprese ha riportato danni gravi a livello economico dallo stop dovuto all’emergenza sanitaria. Ben un terzo delle imprese ha dovuto interrompere del tutto le attività, mentre solo il 26% dei dipendenti ha potuto lavorare in smart working, contro il 43% ha dovuto rimanere inattivo.
In media, rispetto alla normalità (marzo 2019), si è assistito ad un calo del 32,6% del fatturato e del 32,5% delle ore lavorate. I cali sono visibilmente più marcati per le imprese con meno di 10 dipendenti (con una diminuzione del 39,7% del fatturato e del 37,3% delle ore lavorate).
Non meno rilevanti le problematiche relative alla gestione delle attività riscontrate dal 59,3% dei rispondenti. Il 19,6% degli imprenditori segnala forti disagi legati alla mancanza di materiale sanitario essenziale per lo svolgimento del lavoro in sicurezza.