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La scelta di campo di chi si vuol far leggere

La scelta di campo di chi si vuol far leggere
Lavoro informatica – cloud computing – ingegneria informatica – IA – Imagoeconomica

Conoscere per capire

Quando si scrive un libro o un articolo letterario o un pezzo giornalistico, quando si parla in radio e in televisione, quando si postano testi sui media sociali e si inviano messaggi sui mezzi di comunicazione, chi vuole ottenere un’audience adeguata deve scegliere il tipo di argomenti, la forma e anche il mezzo su cui trasmettere il proprio messaggio.
In altri termini, deve valutare quale possa essere il suo pubblico per scegliere i mezzi comunicativi adatti ad attirare la sua attenzione.

Sarebbe inutile preparare una qualunque cosa da leggere se non è ben indirizzata verso i/le probabili lettori/trici che abbiano una qualche sintonia con lo scritto.
La scelta prima indicata non è facile perché spesso il proprio comunicato viene redatto spontaneamente. Altre volte è frutto di particolare meditazione. Quando è spontaneo, è più “fresco”; quando è meditato, può essere più appropriato, ma anche più pesante.

Cosa trasmettere a chi dovrà leggere o ascoltare o vedere? Questioni che siano di attualità e quindi di immediato interesse, ma redatte in modo accattivante e leggero. Cosicché, chi deve assimilare il messaggio, lo possa fare senza eccessiva fatica.
Tuttavia, esso non deve essere vacuo o inconsistente perché in questo caso non lascia il segno, mentre è sempre opportuno trasmettere questioni che vengano memorizzate per poi essere utilizzate successivamente in modo da evitare di perdere il proprio tempo.
Non è detto che quando si trasmettono messaggi o quando si scrive un testo essi possano avere successo, che si misura, ad esempio, in base al venduto. Alle volte testi di scarsa consistenza fanno il boom e altri, complessi e profondi, vengono utilizzati da poca gente.

Bisogna ricordare che le persone si differenziano fortemente in relazione al loro livello culturale e di conoscenze, che ognuno dovrebbe portare nel “sacco” ideale appeso dietro le spalle.
Ma questo non sempre accade perché spesso le persone portano tale sacco vuoto e quindi non hanno la capacità di elaborare e di comprendere adeguatamente ciò che accade.
La conseguenza è che restano ignare e purtroppo ignoranti (cioè che ignorano), per cui sono facilmente manipolabili dalle classi dirigenti e da altri, che speculano su questo stato spingendole a compiere azioni non di proprio interesse, ma di interesse di chi le pilota.

Non riveliamo nulla di strano, bensì portiamo all’evidenza dei/delle lettori/trici il gioco perverso che accade nella società e cioè che un gruppo minoritario di abili giocolieri condiziona le masse e fa fare loro quello che essi vogliono.
In tal modo la politica va in una certa direzione, l’economia in un’altra, le attività sociali in una terza, ma, vedi caso, tutte confluiscono nell’interesse di chi pilota le informazioni.
Qual è la difesa? Conoscere, essere colti/e, avere la capacità di ragionare e muoversi in piena autonomia, evitando di farsi condizionare e quindi di essere nelle mani degli altri.

Ed è proprio in questo ambito che si muovono le persone di una Comunità. Non c’è dubbio che alcuni debbano guidare e altri debbano essere guidati, ma tutti dovrebbero funzionare in base a regole etiche secondo le quali l’interesse generale deve sempre prevalere su quello individuale.

In altri termini, dovrebbero essere isolati gli egoismi e gli altri “-ismi” che indicano una sorta di stupida superiorità di persone su altre persone, mentre dovrebbe essere sempre evidente per tutti/e che il rispetto interpersonale e la parità fra tutti/e i/le cittadini/e sono pilastri fondamentali nelle relazioni fra chi guida e chi si fa guidare, ognuno col proprio ruolo e ognuno con le proprie responsabilità.

Ecco cosa deve valutare chi pubblica messaggi di qualunque genere e che si propone di essere letto/a o ascoltato/a o visto/a e deve farlo in modo chiaro, senza travisamenti e senza sotterfugi perché la comunicazione trasparente è alla basa di una Democrazia o, almeno, dovrebbe esserlo.