PALERMO – Nell’ultimo giorno di scuola con la didattica a distanza nella gran parte delle regioni italiane, i sindacati delle scuola hanno indetto uno sciopero di tutto il personale. Flash mob, manifestazioni ed iniziative si sono svolti in tutta Italia anche davanti al ministero dell’Istruzione a Roma. Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda lamentano il fatto che si facciano proclami sulla centralità dell’istruzione che poi – sostengono – non vengono seguiti da stanziamenti congrui, la mancata stabilizzazione dei precari “che da anni contribuiscono in maniera fondamentale al funzionamento della scuola italiana”, ‘classi pollaio’ destinate, a loro dire, a rimanere tali anche alla ripresa della scuola a settembre. I lavoratori che parteciperanno ai presidi – si legge in tutte le locandine – devono arrivare muniti di mascherine e mantenere il distanziamento previsto dalle norme.
Ad eccezione dell’aggiornamento delle graduatorie dei supplenti, i sindacati si vedono contrari a tutte le altre decisioni del governo sulla scuola. In particolare, criticano la mancanza di disponibilità rispetto alla richiesta di un potenziamento degli organici del personale docente e Ata “la cui necessità – spiegano – è resa evidente dai contenuti del documento con cui il Comitato tecnico scientifico indica le misure indispensabili per il riavvio delle attività didattiche in presenza”.
Non accolte, dicono i sindacalisti, le richieste da loro avanzate per garantire il rigoroso rispetto del limite di 20 alunni per classe e la promozione di modifiche normative che sottraggano i dirigenti scolastici da responsabilità in merito alla manutenzione degli edifici; insoddisfatti sono Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda anche rispetto alla mancata previsione di un concorso riservato agli assistenti amministrativi facenti funzioni di Direttori dei servizi generali amministrativi. “Tutto questo – dicono infine Sinopoli, Gissi, Turi, Serafini e Di Meglio – si aggiunge alla mancata attuazione degli impegni che avrebbero consentito a molti precari con almeno 3 anni di servizio una stabilizzazione del rapporto di lavoro già il prossimo settembre, come non vi è alcuna certezza sulle risorse da destinare al rinnovo del contratto per il triennio 2019-2021”.
Anche in Sicilia i sindacati della scuola (Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal, Gilda Unams) sono scesi in tutte le piazze delle nove province siciliane per chiedere al governo garanzie sulla riapertura della scuola in sicurezza.
“La scuola – spiegano in una nota congiunta le organizzazioni sindacali regionali – deve essere messa al centro dell’agenda politica. È necessario un grande piano di stabilizzazioni e assunzioni per venire incontro all’esigenza di ridurre l’affollamento nelle classi, sia per garantire il distanziamento imposto dall’emergenza covid, sia per migliorare la qualità della didattica. I posti messi a bando con i concorsi non bastano”.
“Allo stesso tempo – aggiungono – occorre intervenire sull’edilizia scolastica con opere di riqualificazione e di nuova costruzione. Abbiamo bisogno di edifici adeguati e strutture all’avanguardia che ci consentano anche di aumentare il tempo scuola soprattutto al Sud”.
“Questo particolare periodo storico – concludono – se da un lato ha determinato grandi difficoltà dall’altro può rappresentare una grande opportunità per migliorare il nostro sistema educativo. Ancora una volta la politica ha una grande occasione per riconoscere alla scuola l’importanza che merita per la crescita sociale e culturale del Paese”.

