Il piccolo centro dell’agrigentino (poco meno di 2.600 abitanti) vuole lanciarsi a livello nazionale puntando sul proprio patrimonio artistico, storico e culturale. Ecco il piano del sindaco Matinella
BURGIO (AG) – Si può essere un Comune con appena 2.594 abitanti e, allo stesso tempo, puntare in alto. Questa è la filosofia che contraddistingue il sindaco di Burgio, Francesco Matinella, che ha lanciato il proprio paese verso la candidatura a Capitale italiana della Cultura 2024.
“La partecipazione di un piccolo borgo – spiega il primo cittadino al QdS – vuole essere una scommessa, una sfida posta a metà strada tra la realtà e l’impossibilità. Un sogno, una visione che, comunque, vede il concetto di Patrimonio culturale non più, soltanto, come un complesso di grandi, importanti e celebri monumenti, edifici e opere d’arte, o di grandi invenzioni, ma dà maggiore risalto a un patrimonio culturale poco conosciuto”.
“Burgio – aggiunge – è anche uno dei pochi Comuni che può vantare tre musei con altrettante opere di grande valore e soprattutto su un patrimonio meno tangibile, costituito da conoscenze rurali e artigianali, da strumenti, manufatti e spazi culturali associati a un luogo semplice ed autentico, ma quasi sconosciuto”.
Nel dossier di presentazione per la candidatura a Capitale della Cultura si legge: “La partecipazione di Burgio al bando è diretta a far conoscere e promuovere un modo di essere che tiene conto della salute delle famiglie, della contentezza dei momenti di svago, della qualità dell’aria che si respira e del cibo che si mangia. Un modo di essere che comprende la bellezza del paesaggio, la genuinità del territorio e la solidità delle tradizioni rurali, artigianali e culturali. Un modo di concepire il perseguimento del benessere fondato su ciò che, per i burgitani, rende la vita veramente degna di essere vissuta”.
Su cosa si punta in particolare? Sulla rinomata ceramica con rimandi al XVI secolo, sulla presenza di importanti luoghi e Istituzioni come il Quartiere dei Figuli e il Muceb (Museo della Ceramica di Burgio), sull’esistenza dell’unica fonderia di campane della Sicilia (una delle poche esistenti in Italia, fondata nel 1500), sulle oltre dieci chiese e il Castello Normanno e sulle manifestazioni artistiche che si tengono sul territorio. Tutto questo rende Burgio un paese ricchissimo, nonostante l’esiguo numero di abitanti.
La candidatura a Capitale della Cultura è quindi vista anche come un’opportunità per trasformare criticità e difficoltà in elementi rigenerativi, capaci di creare valore e sviluppo capaci di creare un indotto turistico notevole. “È una possibilità pubblicitaria a tutti gli effetti – conclude il sindaco Matinella – al fine di smuovere la curiosità dei cittadini del mondo che, in questo modo, verranno a conoscere una piccola realtà ma piena di cose da vedere”.