La sfida di Burgio per il 2024, essere Capitale della Cultura - QdS

La sfida di Burgio per il 2024, essere Capitale della Cultura

La sfida di Burgio per il 2024, essere Capitale della Cultura

venerdì 10 Dicembre 2021

Il piccolo centro dell’agrigentino (poco meno di 2.600 abitanti) vuole lanciarsi a livello nazionale puntando sul proprio patrimonio artistico, storico e culturale. Ecco il piano del sindaco Matinella

BURGIO (AG) – Si può essere un Comune con appena 2.594 abitanti e, allo stesso tempo, puntare in alto. Questa è la filosofia che contraddistingue il sindaco di Burgio, Francesco Matinella, che ha lanciato il proprio paese verso la candidatura a Capitale italiana della Cultura 2024.

“La partecipazione di un piccolo borgo – spiega il primo cittadino al QdS – vuole essere una scommessa, una sfida posta a metà strada tra la realtà e l’impossibilità. Un sogno, una visione che, comunque, vede il concetto di Patrimonio culturale non più, soltanto, come un complesso di grandi, importanti e celebri monumenti, edifici e opere d’arte, o di grandi invenzioni, ma dà maggiore risalto a un patrimonio culturale poco conosciuto”.

“Burgio – aggiunge – è anche uno dei pochi Comuni che può vantare tre musei con altrettante opere di grande valore e soprattutto su un patrimonio meno tangibile, costituito da conoscenze rurali e artigianali, da strumenti, manufatti e spazi culturali associati a un luogo semplice ed autentico, ma quasi sconosciuto”.

Nel dossier di presentazione per la candidatura a Capitale della Cultura si legge: “La partecipazione di Burgio al bando è diretta a far conoscere e promuovere un modo di essere che tiene conto della salute delle famiglie, della contentezza dei momenti di svago, della qualità dell’aria che si respira e del cibo che si mangia. Un modo di essere che comprende la bellezza del paesaggio, la genuinità del territorio e la solidità delle tradizioni rurali, artigianali e culturali. Un modo di concepire il perseguimento del benessere fondato su ciò che, per i burgitani, rende la vita veramente degna di essere vissuta”.

Su cosa si punta in particolare? Sulla rinomata ceramica con rimandi al XVI secolo, sulla presenza di importanti luoghi e Istituzioni come il Quartiere dei Figuli e il Muceb (Museo della Ceramica di Burgio), sull’esistenza dell’unica fonderia di campane della Sicilia (una delle poche esistenti in Italia, fondata nel 1500), sulle oltre dieci chiese e il Castello Normanno e sulle manifestazioni artistiche che si tengono sul territorio. Tutto questo rende Burgio un paese ricchissimo, nonostante l’esiguo numero di abitanti.

La candidatura a Capitale della Cultura è quindi vista anche come un’opportunità per trasformare criticità e difficoltà in elementi rigenerativi, capaci di creare valore e sviluppo capaci di creare un indotto turistico notevole. “È una possibilità pubblicitaria a tutti gli effetti – conclude il sindaco Matinella – al fine di smuovere la curiosità dei cittadini del mondo che, in questo modo, verranno a conoscere una piccola realtà ma piena di cose da vedere”.

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