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La sfida di Occhiuto: Fi galleggia, ora scossa liberale. Tajani: partito aperto

La sfida di Occhiuto: Fi galleggia, ora scossa liberale. Tajani: partito aperto

A Palazzo Grazioli via al “percorso” del governatore: ‘Ma non è una corrente’

Roma, 17 dic. (askanews) – Da qui al congresso di Forza Italia del 2027 “manca un anno e mezzo e in un anno e mezzo succedono un sacco di cose”, quindi oggi la sua candidatura “non è all’ordine del giorno” ma prima ancora dell’assise annunciata ieri dal segretario Antonio Tajani, Roberto Occhiuto vuole “vincere sui contenuti”. Di sicuro, oggi, in una densa giornata politica, con il Parlamento impegnato dalla mattina alla sera nelle comunicazioni della premier Giorgia Meloni in vista del consiglio europeo del 18 e 19 dicembre, complice anche la scelta di un orario accorto – tra il primo intervento della presidente del consiglio e la sua replica – e l’abilità dell’organizzatore Andrea Ruggieri, il governatore della Calabria è riuscito a catalizzare l’attenzione di giornalisti e telecamere e a riempire la sala di Palazzo Grazioli a Roma per l’evento “In libertà”.

Non è il battesimo di una corrente, assicura, cose “polverose” da lasciare a quei “masochisti” del Pd, ma ne ha tutta l’aria. Anche perché seppure nella “riconoscenza” per Tajani che “ha consentito a Forza Italia di sopravvivere quando nessuno ci avrebbe scommesso”, ossia dopo la morte di Berlusconi, nasce proprio perché il partito del Cavaliere “naviga galleggiando tra l’8 e il 9%”, tradendo quell’impegno preso di arrivare al 20%. Occhiuto parla di “una scossa per il centrodestra”, dove a parte “l’ottimo lavoro” di Meloni “non ci sono altri fermenti”. Tocca a Forza Italia quindi fare “il pezzo di lavoro liberale che manca a questo governo” che su alcuni temi – diritti civili, inclusione – è “troppo conservatore”.

Occhiuto si scusa con gli imprenditori invitati all’evento nato come “un sasso nello stagno”, poi “via via montato, percepito come una corrente”: “Mi scuso. Non volevamo inserire i loro suggerimenti in un incontro politico”, dice prendendo la parola dopo i contributi dell’ad di Tim Pietro Labriola, di Paolo Barletta, di Tony West, vice presidente senior di Uber, di Eddie Wilson, ceo di Ryanair, di Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura. Lo ascoltano i parlamentari azzurri Tommaso Calderone, Cristina Rossello, Rita Dalla Chiesa, Alessandro Cattaneo, Francesco Cannizzaro, Giovanni Arruzzolo, Francesco Paolo Sisto, Giuseppe Mangialavori, Mario Occhiuto, Erica Mazzett, Matilde Siracusano, Patrizia Marrocco, Ugo Cappellacci, Raffaele De Rosa, Paolo Emilio Russo, Licia Ronzulli, Claudio Lotito, Annarita Patriarca, Isabella De Monte, Catia Polidori, Giorgio Mulè, Andrea Orsini. C’è l’ex di Fdi Manlio Messina, oggi deputato del Misto, Naike Gruppioni, eletta col terzo polo, poi rimasta con Iv, quindi passata a Fdi. Presente Fabio Roscioli, tesoriere FI, Matilde Bruzzone, nuora Paolo Berlusconi, Gianluca Gallo, assessore Regione Calabria, gli x parlamentari Fi Massimo Mallegni, Carlo Giacometto, Luca d’Alessandro. Poi Pierluigi Caputo, consigliere regionale FI Calabria, Nicola D’Agostino, deputato regionale FI Sicilia.

“E’ suggestivo ci vedessimo qui dove tutto è iniziato con Berlusconi. Credo ci sia uno spazio enorme per un partito che voglia recuperare quella tradizione e voglia aggiornarla”, spiega Occhiuto convinto di avere anche più chance di “poter concludere ciò che il Cavaliere ha iniziato” perché lui aveva come avversari “Prodi, Renzi, Letta”, oggi dall’altra parte ci sono “Schlein e la Albanese”. Se non ora quando. E a neanche tre mesi dalla presentazione a Telese del nuovo manifesto per la libertà di Fi, Occhiuto lo liquida: “Oggi non è il tempo per fare il manifesto di quello che di più liberale si può fare in questo paese. Oggi inizia un percorso”.

Il vicesegretario azzurro assicura: “Non ho altre ambizioni, il mio ruolo l’ho riavuto dai cittadini qualche settimana fa, i cittadini hanno apprezzato il coraggio. Penso che questo coraggio possa servire per costruire un partito che punti alla riforma liberale di cui il paese ha bisogno”. Ma nell’agenda è già segnato un secondo appuntamento come quello di oggi: “A febbraio, a Milano”. E chissà se in quell’occasione si affaccerà anche Marina Berlusconi che oggi Occhiuto dice di sentire e vedere spesso anche se “non c’entra nulla con questa iniziativa: questa iniziativa l’ho voluta io, gliel’ho raccontata ma la responsabilità è esclusivamente mia”.

Tajani, a Milano per la conferenza degli ambasciatori, minimizza: “Non ho frizioni con nessuno, Occhiuto è vicesegretario del partito. Io ho ottimi rapporti con tutti”. Ribadisce che “il rinnovamento di Fi è iniziato da quando io sono diventato segretario perché decidere di permettere ai nostri iscritti di scegliere la classe dirigente significa aprire il partito a chi vuole partecipare”.