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Termocombustori, il ministro fuorilegge

L’ex generale del Corpo forestale italiano, poi assorbito dall’Arma dei Carabinieri, Sergio Costa, si dice uno sfegatato ambientalista. Peccato che sia anche orbo perché non vede le immense distese di spazzatura che stanno coprendo interi territori dell’Italia meridionale, compreso il Lazio ove non sanno più dove mettere quella di Roma.
Non solo il ministro non si comporta come tale, cioè come colui che deve fare il bene comune, ma la sua miopia sta distruggendo interi territori con una enorme diffusione di fumi nell’atmosfera e di percolato nel terreno.
In questo quadro, la Sicilia primeggia negativamente perché la Regione non sa più dove mettere 2,2 milioni di tonnellate di rifiuti che vengono puntualmente prodotti ogni anno.
Se non fosse una cosa seria, sembrerebbe una commedia di Feydeau , quelle nelle quali gli equivoci erano continui con le porte che si chiudevano e si aprivano, creando reazioni esilaranti nel pubblico.

Ma qui c’è poco da ridere: tutt’altro. Perché la questione non si è affrontata negli ultimi decenni, favorendo i signori delle discariche che, evidentemente, agiscono per mantenere lo status quo.
Il loro è un comportamento miope perché, invece, si dovrebbero mettere alla testa del progresso, uniformandosi ai comportamenti delle regioni settentrionali e di quelle parti del mondo dove il problema della spazzatura è stato risolto definitivamente.
Fra cose negative che ha approvato il governo di Matteo Renzi, ve n’è un molto positiva, precisamente la legge 164/2014 (attuata dal Dpcm 10 agosto 2016), la quale ha previsto che in tutte le regioni del Sud si costruissero i termocombustori. In Sicilia almeno due.
La legge è stata disattesa dai presidenti della Regione e dalle maggioranze, che avrebbero dovuto avviare l’iter per la pubblicazione di bandi ad evidenza pubblica e di livello europeo, in modo da procedere rapidamente alla costruzione e all’esercizio degli stessi.
Sono passati circa cinque anni e di tali bandi non vi è alcuna notizia, come se la Regione avesse a cuore gli interessi dei proprietari delle discariche e disinteresse nei confronti dei siciliani.
Nel forum pubblicato lo scorso sabato 8 giugno 2019, Chicco Testa, presidente di Fise Assoambiente, ci ha ulteriormente spiegato come gli impianti industriali per l’utilizzazione dei rifiuti, che quindi diventano risorse, non devono più essere nominati né inceneritori né termovalorizzatori, bensì termocombustori.
Quest’ultimi sono di recente generazione e hanno migliorato fortemente il loro processo industriale, perfino quella sorta di catena di produzione che consente di prendere le materie prime (legno, carta, vetro, plastica ed altre) anche dai rifiuti indifferenziati.
Peraltro, come abbiamo scritto nell’inchiesta del 9 maggio 2018, in Israele, tale processo viene ampiamente utilizzato senza bisogno di far differenziare la spazzatura al momento della raccolta. Una semplificazione che qui non è stata messa in atto, non si capisce per quale ragione se non per favorire questo o quel “pappone”.

Dunque, i termocombustori di ultima generazione, oltre che recuperare le materie prime, producono biogas, biocherosene, biodiesel, prodotti per elettricità, agricoltura e sottoasfalto delle strade. Il residuo della lavorazione è quasi vicino allo zero e con un impatto ambientale del tutto insignificante se paragonato allo scarico di un bus cittadino.
Di fronte a questo scenario e all’imperativa norma di costruire i termocombustori, il ministro Costa continua a dire che non si devono costruire. Ed ecco perché lo definiamo senza ombra di smentita un ministro fuorilegge, nel senso che non applica una legge dello Stato. Ora, è del tutto incomprensibile che un ministro si comporti in questa maniera perché le cose sono due: o il suo Governo e la sua maggioranza abroga la norma citata, ovvero non solo non deve contrastarla ma anzi deve spingere la Regione ad attuarla.
Costa fa parte della schiera dei Signor No alla Toninelli (Tav) e alla Lezzi (Ilva). Quei Signor No che hanno bloccato l’Italia e che la stanno facendo retrocedere allegramente.
Per fortuna il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, sembra invece animato di buon senso e sta isolando queste voci stonate che intendono distruggere l’Italia.